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22 gennaio 2010

Come Ripensare La Scuola E L'Educazione Nel Futuro: Video Intervista Con George Siemens

Come ripensare la scuola e l'educazione del futuro? E' possibile prendere solo gli aspetti positivi dell'attuale sistema di educazione e creare un modello scolastico completamente nuovo?

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Photo credit: Jose Manuel Gelpi Diaz

In qualche modo dobbiamo riconoscere quello che c'è di buono nella scuola, le funzioni utili che essa fornisce alla società... ma ci dobbiamo chiedere come si possono svolgere le stesse funzioni senza doverne istituzionalizzare l'esperienza.

[...] Tutto all'interno della nostra società è strutturato in modo da istituzionalizzare le nostre esperienze.

Il lavoro ci istituzionalizza. Qualunque persona può prendere quello che hai fatto, e può ottenere il tuo stesso tipo di autonomia, e fare il tuo stesso lavoro, ma la maggior parte delle persone... ci muoviamo all'interno delle istituzioni per l'occupazione, e facciamo la stessa cosa per l'assistenza sanitaria, per le esigenze scolastiche...

La realtà è che non puoi interrompere la tua vita e iniziare a vivere senza le istituzioni.

Secondo George Siemens, tu e io siamo così abituati a vivere la nostra vita in questa sorta di "meccanismo sociale" che non ci rendiamo nemmeno conto che tutte le esperienze che viviamo sono strutturate in compartimenti stagni. I genitori vanno a lavorare e i bambini vanno a scuola perché sono tenuti a farlo. NON perché pensano sia la possibilità migliore a loro disposizione.

Certo, i genitori più intelligenti possono educare a casa i loro figli. I genitori hanno questa possibilità (almeno in alcuni paesi), ma ciò non significa che sia una decisione facile da prendere.

In effetti, come puoi pensare di controllare l'educazione dei tuoi figli, se devi lavorare tutto il giorno? Dovresti essere disoccupato per poterlo fare. Ma allora chi si prenderà cura della tua famiglia? Questo è il motivo per cui nella realtà l'educazione da casa appare come un desiderio inarrivabile per la maggior parte dei genitori.

Allora come possiamo de-istituzionalizzare la scuola? Esiste un modo per concepire l'idea dell'insegnamento al di fuori dalle classi scolastiche senza disturbare l'intera società?

In questa video intervista con Robin Good, l'esperto di tecnologie per la formazione George Siemens condivide la sua visione per un nuovo e provvisorio sistema educativo per il futuro.

 

 

Il Futuro dell'Educazione: E' Possibile De-Scolarizzare la Società?- George Siemens


Durata: 9' 09''



Trascrizione Completa in Italiano



George Siemens: penso sia un piccolo passo indietro, e forse vale la pena dare un'occhiata alla situazione attuale delle scuole e a quello che stanno facendo. Le scuole e le società che hanno un livello di istruzione più alto sono anche quelle che stanno meglio, anche se è frustrante ammetterlo.

In qualche modo dobbiamo riconoscere quello che c'è di buono nella scuola, le funzioni utili che essa fornisce alla società... ma ci dobbiamo chiedere come si possono svolgere le stesse funzioni senza doverne istituzionalizzare l'esperienza.

Vogliamo prendere le cose buone della scuola, e vogliamo eliminare le cose che sono demotivanti, quelle cose che allontanano gli studenti, che non permettono loro di vivere in pieno l'esperienza, e che li rende frustrati e arrabbiati.

Voglio illustrarti un esempio: ho una figlia che amava la scuola fino al raggiungimento del quinto anno. Fino a quel momento era, credo, stata benedetta con dei bravi insegnanti. Essi le insegnavano le cose in modo divertente, giocavano in classe, stavano insieme, e svolgevano altre piccole attività armoniose, al punto che lei sarebbe andata a scuola anche nel fine settimana.

Passava cinque-sei ore al giorno a lavorare sui progetti e sugli esperimenti perché erano divertenti, senza che le facessi notare le ore che passavano. Lei non li considerava dei lavori. Erano impegnativi, erano coinvolgenti e lei amava lavorarci sopra.

Non c'è mai stato un giorno che io possa ricordare lei mi abbia detto: "Non mi piace la scuola", fino a quest'anno. Ogni giorno lei è stata sempre la prima, non ha mai perso l'autobus, si dispiaceva molto quando avevamo degli impegni e quando aveva dovuto saltare un giorno di scuola.

Quest'anno è cambiato tutto. Quest'anno ha trovato un maestro che insegna. E' passata dal divertimento, dall'esplorazione, dall'apprendimento coinvolgente, al memorizzare e al dover portare a termine le attività, e lei sentiva che queste cose erano importanti e andavano fatte... Il divertimento era sparito, non c'erano più i giochi, e lei ha detto più volte: "Qualcuno dovrebbe insegnargli a insegnare."

Il motivo, credo, si basi esclusivamente sul fatto che lei ha avuto quella divertente esperienza di apprendimento, che è stata personale e ha sviluppato i suoi interessi. Credo che questo valga soprattutto per i bambini.

I bambini hanno questa creatività naturale, questa capacità naturale. A loro piace esplorare dalla nascita. A loro piace entrare in contatto con le cose, a loro piace toccare, a loro piace interagire. Non riescono a rimanere seduti. Il motivo per cui non riescono a stare seduti è perché le loro menti sono cablate per capire il mondo.

Nel momento in cui prendi gli studenti, li fai sedere e dici: "Ora ascolta" li stai davvero limitando, perché il loro cervello non è ancora pronto per questo. Ci vogliono anni di scuola per poterlo istruire per bene. Questo, credo, è stato il suo primo incontro con questa esperienza: il momento in cui per lei il mondo ha smesso di essere divertente ed esplorativo, e ha dovuto sedersi e ascoltare.

Ecco quello che ti stai chiedendo riguardo ai tuoi figli o per gli altri bambini:

  • Come facciamo a renderlo divertente per loro?
  • Come facciamo a renderlo rilevante?
  • Quale modello possiamo avere che funzioni realmente nel lungo periodo?

Mi piacerebbe avere una risposta semplice, ma una parte dei nostri problemi... tutta la nostra società è strutturata in modo da istituzionalizzare le nostre esperienze.

Il lavoro ci istituzionalizza. Qualunque persona può prendere quello che hai fatto, e può ottenere il tuo stesso tipo di autonomia, e fare il tuo stesso lavoro, ma la maggior parte delle persone... ci muoviamo all'interno delle istituzioni per l'occupazione, e facciamo la stessa cosa per l'assistenza sanitaria, per le esigenze scolastiche...

La realtà è che non puoi interrompere la tua vita e iniziare a vivere senza le istituzioni.

Quello che voglio dire è che non posso confessare a mia figlia: "Non andare a scuola, vieni con me per un giorno." Sarebbe un grande modello, potremmo passare del tempo insieme, lei potrebbe farmi delle domande, io potrei partecipare, io potrei affidarle delle attività di apprendimento. Il problema è: il mio lavoro è istituzionalizzato. Il mio lavoro mi direbbe: "No, non puoi", "George non puoi", "Tua figlia non può stare con te al lavoro tutto il giorno, tu hai molto lavoro da fare e lei deve andare a scuola".

Come ho detto altre volte, il problema è nelle reti e nei modi in cui le persone sono collegate, perché questa sorta di integrazione e di connessione d'insieme è uno svantaggio per tutti noi.

A volte siamo così collegati e così integrati gli uni agli altri, a tal punto che non possiamo cambiare una parte del sistema senza disturbare tutto il resto.

Se tu, Robin, volessi interrompere l'educazione scolastica di tuo figlio, lo potresti sicuramente fare perché hai la libertà, nel senso che lavori in autonomia. Se io avessi voluto, non avrei questa libertà, e la maggior parte di noi, nella società, non avrebbe questa libertà.

Quindi la domanda non è come Robin Good gestisce l'educazione di suo figlio, perché tu hai diverse possibilità che molti di noi non hanno, grazie alle scelte di vita che hai fatto ...

La domanda diventa: "Come possiamo fare per la stragrande maggioranza delle persone che sono impiegate in una scuola, alle dipendenze del governo o alle dipendenze di un'azienda? Come possiamo creare un sistema scolastico che funzioni per loro?" Essi non possono smettere di lavorare per auto-educare i loro figli, e per lo stesso motivo non possono portarsi i figli al lavoro.

Ora negli Stati Uniti e in Canada sta crescendo il movimento della scuola familiare. Alcuni genitori dicono: "L'istruzione per il mio bambino è troppo importante", "Ho bisogno di questo contatto con il mio bambino", "Non ho alcuna intenzione di disturbarlo mandandolo a scuola." Ancora una volta, si tratta anche di una scelta economica.

Conosco una persona che è professore in un'università negli Stati Uniti. Essi praticano la scuola familiare, hanno fatto una grande scelta. La società richiede spesso due stipendi per ogni famiglia. Hanno scelto di farne a meno, in modo che lei possa rimanere a casa a insegnare ai loro figli. Ancora una volta, non tutti fanno questa scelta.

Ci stiamo muovendo verso un pensiero più radicale, come Ivan Illich, che ci propone di de-istituzionalizzare la scuola, di de-scolarizzare la società. Si tratta di un modello interessante, egli ha probabilmente avuto una delle prime intuizioni sull'apprendimento via web. Egli parlava di apprendimento via web nel 1972-1973. Qui c'è un ragazzo che stava dicendo: "Ehi, dobbiamo essere in grado di collegare in diversi modi questi studenti interessati con gli esperti." Egli stava già esponendo queste cose in quel momento, ma ora, pensa alla situazione attuale: 35-36 anni più tardi, non abbiamo più lo stesso sistema istituzionale, ma abbiamo in realtà un sistema scolastico ancora più istituzionalizzato rispetto a quello di 35 anni fa.

Non ci siamo mossi per fornire agli studenti i chiarimenti e le possibilità per sviluppare le loro passioni. Sono solito trovarmi nel punto di pensare: "Che cosa ci vuole a rendere la scuola divertente e coinvolgente, che non sia incentrata sul curriculum, ma che sia focalizzata sulla formazione?"

Ho lavorato molto nelle tecnologie emergenti, quindi sono propenso a dire: "Forse grazie a questi strumenti c'è qualche speranza per riuscire a farlo". Forse c'è la possibilità per uno studente che è al terzo anno di scuola per dire a un tratto: "Mi piace imparare qualunque cosa... la Malesia, o mi piace imparare a conoscere l'Italia a scuola...".

Ora essi possono andare online, si possono guardare i video su YouTube, possono fare i tour virtuali, possono entrare su questi grandi mondi artificiali, come Second Life, in cui possono conoscere i paesi e le esperienze principali.

Ecco quello che è successo improvvisamente: anche se il sistema scolastico è ancora limitato e istituzionalizzato, quando questi bambini usciranno dalle scuole - questo l'ho visto proprio con i miei figli - si accorgeranno che il mondo è ancora aperto per loro.

L'estate scorsa mia figlia, che aveva 14 anni al momento, uscì e iniziò a frequentare un sito di social networking chiamato Horse. Ha trascorso la sua estate comprando cavalli virtuali, rivendendoli, ha creato un club e un comitato, ha fatto le elezioni per diventare vice-presidente della sua commissione.

Quando ero un ragazzino, io trascorrevo le mie estati con il mio sedere in spiaggia. Ed ora eccola, impegnata con passione nell'apprendimento dei cavalli, a imparare come fare affari con l'acquisto, la vendita e il commercio, l'organizzazione di persone e la formazione di gruppi. Ho il sospetto che abbia imparato molto di più sulla finanza, sull'organizzazione sociale, sull'interazione con le altre persone durante questi due mesi, che nel suo intero anno scolastico.

Anche se non abbiamo ancora visto la de-scolarizzazione dell'educazione o della società, la mia speranza è che stiamo per assistere allo sviluppo di un sistema parallelo, che gli studenti possano intraprendere a seconda delle loro passioni. Questo sistema parallelo è il mondo del social networking, di Internet, delle tecnologie emergenti, dei giochi ai quali possono giocare, delle cose che si possono costruire in The Sims, o dei corsi che possono frequentare online.

Mia figlia è molto interessata alla Grecia antica e allo sviluppo della società Romana.

Open Yale è un'iniziativa dell'Università di Yale, che per prima ha proposto un anno di conferenze disponibili online. Lei ama quei video, in cui si può ascoltare un professore di eccezionale talento spiegare lo sviluppo di Roma e lo sviluppo della cultura greca. Dieci anni fa, o cinque anni fa, il mondo non era abbastanza aperto per lei a tal punto da poterla mettere nelle condizioni di apprendere direttamente dagli esperti mondiali.

Ci sono un sacco di aspetti positivi, ma se penso a tuo figlio e ai miei figli a scuola, devo ancora dire: "c'è ancora molto lavoro da fare oltre a quello che abbiamo fatto, ma questi sono i primi bagliori di luce che si intravedono, e li trovo particolarmente motivanti."




Note su George Siemens

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Dalla fine del 2009, George Siemens ricopre una posizione all'Università Technology Enhanced Knowledge Research Institute di Athabasca. E' stato il direttore associato nel Learning Technologies Centre all'Università di Manitoba. George scrive sul blog www.elearnspace.org dove condivide la sua visione sul panorama dell'istruzione e l'impatto che le tecnologie dei media hanno sul sistema formativo. George Siemens è anche autore di Connectivism: A Learning Theory for the Digital Age e il libro "Knowing Knowledge" dove sviluppa una teoria dell'apprendimento chiamata Connettivismo che utilizza un network come metafora centrale per l'apprendimento e si focalizza sulla conoscenza vista come un modo per creare connessioni.

 

Scritto da per MasterNewMedia.
 
 
 
 
 
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