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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


28 marzo 2005

Istruzione E Formazione: Sette Domande A Robin Good

Il mio caro amico Sepp Hasslberger mi ha mandato queste sette domande nell'autunno 2003 ed io mi sono a lungo crogiolato nella dolce ed indulgente accettazione della nostra amicizia, lasciandolo scivolare lentamente in disparte, almeno in attesa di concludere le questioni urgenti che ho dovuto affrontare nell'arco di tutto questo tempo.

Ora è veramente giunto il momento.

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Mentre per me è arrivato il momento di guardare avanti, verso una nuova fase di crescita ed espressione, che ho a lungo seminato, vorrei ringraziare Sepp per avermi dato l'opportunità di riflettere su alcune importanti questioni.

Sebbene io stia riportando qui un gran numero di argomenti, strumenti e tendenze di questo universo delle tecnologie e della comunicazione che cambia così velocemente, ci sono alcuni argomenti che attirano e che amplificano molti dei soggetti che stiamo trattando, in quanto sono spesso la radice o l'espressione sintomatica di qualcosa che si è rotto all'interno del nostro sistema di gestione delle cose.

Sono grato a Sepp per aver identificato così acutamente alcuni di questi importanti argomenti e per avermi dato l'opportunità di condividere le mie idee ed i miei sentimenti su di esse.

Ecco le sue domande:

  1. Ci puoi spiegare Come dovrebbe essere un prodotto finito per l'apprendimento?

  2. Come dovrebbero cambiare le scuole e le università per ottenere questo prodotto?

  3. Pensi che i mezzi di comunicazione in evoluzione daranno alla luce nuove forme di arte? - se sì, puoi descrivere cosa prevedi?

  4. I media tradizionali stanno perdendo terreno su Internet. Come dovrebbero cambiare i giganti dell'informazione per ricatturare l'attenzione?

  5. Quali mezzi sono per noi disponibili al fine di salvaguardare i contenuti su Internet (o almeno il più possibile), in caso di catastrofi, come ad esempio un blackout generale e prolungato?

  6. Se tu dovessi fornire una soluzione al problema dei contenuti artistici piratati, come pensi che i bisogni degli artisti possano venire riconciliati con i desideri delle persone che vogliono usufruire dell'arte a prezzi ragionevoli?
  7. Tecnicamente parlando, non ci sarebbero problemi ad utilizzare software per piccoli pagamenti online attraverso il sistema bancario. Pensi che ci possano essere altre barriere che ci impediscano di utilizzare degli strumenti così utili?

Ed ecco le mie risposte:

  1. Ci puoi spiegare come dovrebbe essere un prodotto finito per l'apprendimento?
    Grazie Sepp per aver fatto questa domanda: è una bellissima domanda e contemporaneamente è anche molto difficile rispondervi.

    Secondo me un prodotto finito per l'apprendimento dovrebbe essere un prodotto che rende un individuo in grado di valutare la realtà in modo efficace attraverso un'affinata capacità di ricercare, di analizzare e di trovare informazioni in modo critico.

    Più noi saremo in grado di equipaggiare questo individuo con strumenti mentali e capacità comunicative che mettano in risalto la sua capacità critica di analizzare, studiare, imparare e scegliere cosa è meglio per lui/lei e per tutti coloro che vivono nella sua comunità o gruppo, migliore sarà tutto il sistema.

    Più l'istruzione fornisce conoscenza specializzata ed indebolisce le capacità di valutazione critica in favore di un apprendimento di tipo nozionistico, più metteremo in pericolo i nostri giovani, che risulteranno essere dipendenti dall'autorità esterna e dalle risorse centralizzate per la conoscenza che dirigeranno le opportunità disponibili della sua vita.

    Questo infatti è ciò che genera quel circolo vizioso che io ho chiamato il Perfetto Loop Invisibile

  2. Come dovrebbero cambiare le scuole e le università per ottenere questo prodotto?
    La risposta risiede nel riesame completo di come viene data l'istruzione e nel fornire agli studenti degli strumenti efficaci, dei modelli mentali e delle capacità che ne potenzino le loro doti naturali, il loro senso di esplorazione, fornendo contemporaneamente un tipo di apprendimento più personalizzato e differenziato, a seconda dei bisogni individuali di ogni studente.

    Lo studente deve essere visto come il punto centrale da cui parte il percorso dell'apprendimento, non come un deposito di informazioni preselezionate, predigerite e formulate da qualcun altro.

    Gli insegnanti dovrebbero essere sostituiti da guide volontarie, da tutori e da trainer per tutti i percorsi di vita, valutati e classificati, al bisogno, dagli apprendisti che ricevono il loro aiuto.

    Le parole "insegnante", "insegnare" e "studente" dovrebbero essere bandite. Dovrebbero invece essere sostituite da termini come "facilitatori" che indichino chiaramente il percorso per un effettivo apprendimento fortemente improntato su colui/colei che impara.

    Le istituzioni per l'istruzione non saranno più composte da classi e laboratori. Si trasformeranno in luoghi decentralizzati di esplorazione, di mini laboratori per la ricerca, officine di artigiani imprenditoriali, mini fattorie, parchi progettati secondo i giochi virtuali, osservatori e tutte le forme di ricerca esplorativa e comunità di studio nelle quali i giovani possono sviluppare le capacità di base, creare le loro soluzioni ottimali ed i loro prototipi, essendo contemporaneamente esposti ad esperienze diversificate ed a modelli di culture diverse.

    Gli apprendisti dovranno avere l'opportunità di compilare curricula molto più ricchi e personalizzati, per i quali le istituzioni per l'istruzione dovrebbero creare risorse per l'apprendimento, strumenti, accessi e guide dedicate.

    Più di 30 anni fa Ivan Illich anticipò elegantemente il bisogno di rinnovamento dell'istruzione ed aveva concepito qualcosa di molto simile a quello che è emerso nel frattempo, tramite spinte e pressioni molto diverse da quelle che c'erano ai tempi in cui scriveva. Ivan Illich ha giustamente chiamato quello che sarebbe emerso una "rete di apprendimento" e l'ha descritta chiaramente nel suo libro Deschooling Society.

  3. Pensi che i mezzi di comunicazione in evoluzione daranno alla luce nuove forme di arte? - se sì, puoi descrivere cosa prevedi?
    Ah Sepp, grazie anche per questa domanda. C'è davvero in corso un rinascimento delle arti ma siamo ancora solo all'inizio. Siccome cresce la capacità ed il supporto legale necessari alla condivisione facile ed alla divulgazione delle opere di molti artisti indipendenti in precedenza sconosciuti, stiamo vedendo anche molti nuovi modelli emergenti di supporto per l'arte e per la sua distribuzione.

    La Creative Commons ha già messo in piedi un numero di licenze e meccanismi che facilitano grandemente l'abilità degli artisti a condividere, ripubblicare e creare lavori derivati, rivisitare e modificare opere d'arte già esistenti.

    Sia in campo musicale che in quello visivo stanno fiorendo nuovi servizi che supportano e motivano gli artisti nel loro percorso di espressione sostenibile. Due grandi esempi sono Magnatune e Stock Exchange. Ma c'è molto altro che dovrebbe essere menzionato.

    Vorrei per esempio, attirare la vostra attenzione su di un'interessante idea portata avanti da Amanda Koh di ProdigalArt che ha aiutato enormemente la distribuzione degli argomenti e dei bisogni sostenibili degli artisti indipendenti. Andate a vedere.

  4. I media tradizionali stanno perdendo terreno su Internet. Come dovrebbero cambiare i giganti dell'informazione per ricatturare l'attenzione?
    I media tradizionali hanno lavorato per servire i mercati di "massa", dove, in molti casi i denominatori comuni più bassi hanno guidato le scelte editoriali e le notizie di qualità date da giornalisti indipendenti sono state un raro esempio più che la norma.

    Oggi sempre più persone stanno imparando che le fonti di informazione più piccole ed indipendenti, compresi alcuni bloggers professionali e nuovi siti forniscono informazioni in modo molto più veloce, diretto ed attendibile sulla maggior parte delle notizie, dei prodotti e delle tendenze più importanti, rispetto a quello che i media tradizionali sono in grado di fare.

    Questo è principalmente dato dal fatto che Internet ha abbattuto completamente ogni barriera per i giornalisti indipendenti, per i reporter, per gli analisti ed i leader d'opinione di ogni tipo.

    Chiunque può possedere una casa editrice online e ci sono abbastanza capacità per creare, gestire e distribuire contenuti unici e di valore, si può vedere com'è stato facile per noi giornalisti indipendenti, essere diventati in breve tempo, una fonte di informazioni alternative alle risorse dei media convenzionali.

    I media basati sui weblog hanno inoltre creato una vera ed aperta conversazione tra i cosiddetti giornalisti ed i lettori, permettendo a questo secondo gruppo di contribuire e partecipare attivamente al processo di creazione della notizia.

    Penso che Barry Parr di Media Savvy abbia fatto un lavoro eccezionale nel fissare ciò che un editore di un media tradizionale dovrebbe necessariamente considerare comprendendo che l'adattamento veloce e flessibile sono la chiave per la sopravvivenza.

    In breve, i quotidiani tradizionali e gli altri mass media si debbano trasformare in collezionisti e punti di smistamento per un'informazione di qualità in partenza.

    E' il pubblico e ciascun individuo in esso, che è la nuova stella dei media.

  5. Quali mezzi sono disponibili per noi, al fine di salvaguardare i contenuti su Internet (o almeno il più possibile), in caso di catastrofi, come ad esempio un blackout generale e prolungato?
    Questa è una domanda che vorrei girare ai lettori di questo articolo.

    Non ho una risposta a questo, a parte il mio apprezzamento alle risposte che questa domanda può fornire. Noi diamo troppe cose per scontate e raramente ci impegnamo ad analizzare scenari futuri ed alternativi (sia positivi che negativi) per essere meglio equipaggiati per cavarcela in modo flessibile con le richieste che questo futuro così incerto e che cambia rapidamente può farci.

    A me sembra inoltre di grande valore vedere l'emergere di alcuni strumenti applicativi e servizi che permettano la facile conservazione di certe sezioni di Internet in off-line, attraverso reti distribuite di P2P e tramite una necessaria capacità individuale di immagazzinare e mantenere ogni singolo bit di informazione e di conoscenza che pensiamo abbia valore.

  6. Se tu dovessi fornire una soluzione al problema dei contenuti artistici piratati, come pensi che i bisogni degli artisti possano venire conciliati con i desideri delle persone che vogliono usufruire dell'arte a prezzi ragionevoli?
    Penso che la compartecipazione sia la chiave di questo argomento. Più individui possono partecipare al processo di creazione di arte, contribuendo, distribuendo e facendo marketing, più l'arte ne beneficerà, contribuendo a creare un terreno fertile dove verranno allevate nuove forme di arte ed un gruppo di talenti più ampio e diversificato.

    Riguardo all'argomento che stiamo affrontando ora, dove le case discografiche e la RIAA stanno perseguendo i singoli utenti per aver scaricato musica protetta da copyright senza aver pagato la somma dovuta per l'accesso, io suggerirei l'adozione di una piccola quota mensile o annuale come semplice soluzione a questo problema.

    Gli utenti finali sono anche gli ultimi pubblicitari e rivenditori di musica, ma solo se noi forniamo loro i mezzi ed i "diritti" per aggiungere valore personale a tale contenuto affinchè possano remixare, modificare, collezionare, restaurare e riconfezionare tutta l'arte e la musica disponibili là fuori.

    Ultimamente, non ho visto alcuna forma di arte per la quale debbano essere pagati compensi o royalties. Ultimamente vedo l'arte come un tipo di informazione, che sfida lo status quo per rivelare ed indicare nuovi e possibili modi di capire. L'arte, come informazione, può essere un veicolo sostenibile quando è lasciata libera per più persone che possano usufruirne e da essa apprendere. Più vogliamo creare un prodotto al di fuori da questo, più restringeremo il suo potenziale artistico esasperando la divisione culturale ed allontanando ulteriormente la musica dal suo ruolo naturale di forza di trasformazione sociale.

  7. Tecnicamente parlando, non ci sarebbero problemi ad utilizzare software per piccoli pagamenti online attraverso il sistema bancario. Pensi che ci possano essere altre barriere che ci impediscano di utilizzare degli strumenti così utili?

    Penso che se ci fossero, tu saresti un analista molto più qualificato e ci forniresti delle spiegazioni sul perchè questo non accade.

    Per quanto ne so io, le banche potrebbero fermarsi ad analizzare attentamente la nuova ondata di sistemi di pagamento che ora vengono utilizzati un po' dappertutto.

    Sono sicuro che se i piccoli pagamenti possono essere girati ad un uso che abiliti una più ampia creazione di contenuto e distribuzione anzichè rinchiudere piccoli pezzi di conoscenza a prezzi trascurabili, potremmo vederne un'adozione più ampia ed appassionata.

    Io stesso devo ancora vederne un buon uso che mi sproni a raccomandarlo ad altre persone.

    ****************
    Sepp Hasslberger è un giornalista indipendente, attivista e sostenitore della libertà di salute e dei diritti dei consumatori ed è l'autore di Health Supreme, un blog indipendente di controinformazione sulla salute personale, sui sistemi economici alternativi, sull'energia rinnovabile e sulle notizie di attualità mondiale.

    Sepp è uno dei tre Agenti di Comunicazione con i quali ho fondato la Communication Agents Initiative, un progetto inteso ad abilitare i giornalisti indipendenti ed attivisti sociali ad abbracciare il potenziale offerto dalle tecnologie dei nuovi media per estendere le loro capacità per raggiungere e toccare qualcuno.

    La missione centrale del CAI è espressa in un documento pubblico chiamato Areas For Change e che ho personalmente stilato con Sepp all'inizio del 2003.

    I nostri progressi in questa missione sono stati piuttosto spettacolari, con più di 30.000 singoli visitatori al mese che hanno letto uno dei tre siti di Communication Agents e più di 60.000 pagine visitate ogni mese.

    Per saperne di più sull'Inizativa degli Agenti di Comunicazione per favore andate qui: http://robingood.typepad.com/

    Articolo originale pubblicato da Robin Good in data 20 Giugno 2004

 
 
 
 
 
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