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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


1 dicembre 2010

Trasformare Una Passione In Un Business Online: Storie Ed Esempi Di Successo Dal POP Campus - Parte 2

Le domande sono le stesse di ieri: Come si fa a trasformare un interesse personale, una passione od un interesse in un business che "funzioni" online? A cosa serve un personal brand? Quanto ci vuole per identificare una nicchia che funzioni e per individuare una strategia precisa?

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Photo credit: Robin Good e Metaline.

Queste sono solo alcune delle domande che ho rivolto ai cinque ospiti speciali (tre li ho presentati ieri nella prima parte di questo report) che ho avuto il piacere di ospitare nell'ultimo webinar dal vivo dedicato a far vedere i migliori progetti web nati utilizzando la strategia di pianificazione e marketing che chiamo la "Formula di Sharewood".

Questa strategia si basa su tre punti cardinali:

1) Individuare una nicchia caratterizzata da un problema, esigenza o interesse specifico che abbia forte affinità con una propria conoscenza, esperienza o passione,

2) creare valore tangibile per coloro specificamente interessati in questo argomento, andando oltre la dimensione del blog nel creare contenuti e strumenti di reale utilità,

3) instaurare una "conversazione" estesa nel tempo, che ti dia l'opportunità di "ascoltare" e capire ciò che gli appassionati alla tua nicchia desiderano di più.

Proprio l'opposto di quanto vediamo fare intorno a noi o di quanto ci venga insegnato nelle più prestigiose scuole di marketing e di business.

Mentre lì ci viene insegnato il "creare un'idea o un prodotto" e poi lo "spingere" attraverso il marketing nel mercato, l'approccio da seguire oggi è quello di creare prima valore, credibilità, fiducia e, fornendo un aiuto reale ai propri potenziali clienti, alimentare un seguito crescente di appassionati fans, e poi di ascoltare sinceramente le esigenze e le frustrazioni di questi fans di modo da poter creare per loro proprio quei prodotti e servizi di cui hanno realmente bisogno.

Un business alla rovescia, dove bisogna diventare prima utili e virtuosi e soltanto dopo aver conquistato fiducia e rispetto aiutando e fornendo grande valore ai propri fans, si passa alla fase di "monetizzazione" e guadagno continuando a dare valore tangibile.

Lo so, all'inizio, sembra un controsenso, ma i fatti dimostrano che quest'approccio non solo funziona, ma quasi sempre offre anche opportunità di crescita e guadagno assai più interessanti dei modelli di monetizzazione e business adottati online fino ad ora (AdSense, pubblicità, affiliazioni, servizi a pagamento generici, infoprodotti, ebook, etc.)

Se ti interessa capire e sentire direttamente cosa ne pensa chi questo percorso lo ha già iniziato a fare, troverai in questo articolo pane per i tuoi denti.

Ti presento questa volta Alberto Mattei, Diego Angelini e Ryuichi Sakuma, autori di due siti web costruiti sui principi che ho elencato prima. Anche loro rispondono ad una breve serie di domande a bruciapelo sui loro progetti, per aiutarti a capire le reali difficoltà e strategie necessarie per mettere in piedi un progetto del genere.

Ascolta con attenzione cosa queste persone hanno detto e non perderti la prima parte di questo report, con altri tre progetti web e le storie che li contraddistinguono.

 

 

Trasformare una Passione in un Business Online: Storie ed Esempi di Successo dal POP Campus - Parte 2

- Introduzione ai Top of the POPs

- Come Trasformare la Propria Passione in un Servizio di Valore: Nomadi Digitali

- Come Creare un Business Online Intorno ad una Comunità di Tifosi: Nanoda

 


Introduzione ai Top of the POPs

Ciao a tutti, sono Robin Good.

Questo è Top of the POPs, il webinar dedicato a canalizzare, a passare ai raggi x e sotto torchio cinque progetti web che sono nati sotto una stella speciale: la formula di Sharewood.

Vale a dire la strategia, l'approccio a costruire valore, a costruire un seguito di fans, individuare una propria nicchia attraverso l'intercettazione di un problema, un interesse od un'esigenza specifica per allestire poi dei prodotti e servizi intorno a ciò che i tuoi fans veramente necessitano.

In questa seconda parte (Parte 1) ti farò conoscere gli ultimi due dei cinque progetti speciali nati nel POP Campus e ti presenterò chi sta dietro a questi progetti.

 


Come Trasformare la Propria Passione in un Servizio di Valore: Nomadi Digitali

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Mi vado a lanciare sul progetto dei Nomadi Digitali di Alberto Mattei e Diego Angelini.

Questa coppia di ragazzi ha deciso di mettere su un bellissimo progetto nel POP Campus italiano che è partito quest'anno a metà Febbraio.

Nei mesi da allora ad oggi hanno fatto un sacco di passi avanti, considerando soprattutto che all'interno del POP Campus non lavoriamo nel costruire un sito web dal giorno uno, ma lavoriamo tantissimo nell'analizzare e progettare per tanto tempo quale sia la strada migliore e solo dopo realizziamo il sito, al contrario di quanto si fa normalmente.
Quindi, se uno va per caso online a vedere il sito di Nomadi Digitali, trova soltanto una paginetta ed il perché ci sia soltanto questa paginetta adesso lo scoprirò insieme a te andando a mettere sotto torchio prima uno e poi l'altro nomade per sentire un po' cosa hanno combinato e dove stanno andando.

Mi dirigo veloce veloce da Alberto.



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Robin: La prima domanda è quella d'obbligo. Come avete iniziato?

Come vi è venuta questa idea? Anzi dimmi qual è il tuo pitch.


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Alberto: Noi abbiamo sviluppato questo progetto per cercare di diffondere anche in Italia questa nuova filosofia di vita che nel mondo si sta sviluppando molto, partendo dagli USA.
Molte persone non riuscivano a lavorare fisse in un posto, in ufficio, e quindi persone che avevano voglia di cambiare la propria vita hanno deciso di usare Internet per raggiungere questo scopo.
In particolare ci sono delle persone che amano girare il mondo ed intorno a questo hanno poi costruito delle vere e proprie attività grazie al web e alle opportunità che internet offre.
Per quanto riguarda come è nata l'idea di voler diffondere anche in Italia questo progetto, è essenzialmente perché io ho sempre avuto una grande passione per i viaggi.

C'è stato un periodo della mia vita in cui la voglia di staccare dalla vita classica, il desiderio di trasferirsi da un'altra parte, non era così chiaro da poter diventare una realtà.
Durante uno di questi viaggi ho scoperto, per caso, questi nomadi digitali con una ragazza che scriveva degli articoli per vivere.

Scambiando due chiacchiere con lei, mi ha detto che cosa voleva dire più o meno nomade digitale e da lì mi si è accesa questa lampadina fissa.
Poi, pian piano cominciando a cercare sul web le storie, abbiamo cominciato a raccogliere tutta una serie di racconti, di siti di persone che girano nel mondo, e che grazie ad internet si sono creati una propria sostenibilità.
Questa è stata una cosa che mi ha veramente colpito e poi è diventata la mia grande passione e l'obiettivo che ho deciso di raggiungere.

Ho fatto una serie di esperienze positive e negative ed ho maturato un'esperienza che ho voluto mettere a disposizione degli altri che sono interessati a crearsi un lavoro che li porti lontani dall'ufficio o da un luogo fisso di lavoro, avendo l'opportunità di girare il mondo.



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Robin: Benissimo! Ottimo pitch.

Vado subito a sparare a bruciapelo al tuo socio, Diego Angelini, al quale vorrei chiedere immediatamente qual è stato l'ostacolo più grande che avete incontrato insieme nel cercare di mettere su questo progetto.


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Diego: Devo dire che l'ostacolo è stato cercare la nostra nicchia.

All'inizio avevamo un target che era molto molto ampio, perché ovviamente ci volevamo rivolgere a chi già faceva quel lavoro ed a chi lo voleva fare.
Seguendo i tuoi consigli dovevamo restringere parecchio il focus. Quindi cercare una nicchia ben precisa di persone alle quali rivolgersi.

Devo dire che questo è stato il lavoro che ci ha impegnato maggiormente, però poi i risultati si sono visti.



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Robin: Benissimo, sei stato molto chiaro.

Vorrei dire a tutti i potenziali curiosi interessati che se lasci un nome ed un email sulla paginetta dei Nomadi Digitali, ricevi da loro la storia di come sono arrivati a fare quello che fanno.

Puoi sapere più in dettaglio la loro storia iscrivendoti proprio alla paginetta che trovi su nomadidigitali.it.
Questo invece che vedo adesso che cos'è Alberto?

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Alberto: Questo è il layout del sito che speriamo di riuscire a mettere online a breve.

Lo abbiamo progettato all'interno del POP Campus soprattutto con l'aiuto tuo e di Ryuichi Sakuma di Nanoda.com.

Abbiamo creato questi layout per un sito che non è il classico blog.



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Robin: Quali sono le caratteristiche che lo rendono un non-blog ma, come dice Robin, un sito di valore?

Mi puoi dire al volo quali sono i punti chiave di un sito non realizzato su un blog, perché uno magari non li riconosce immediatamente?


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Alberto: Innanzitutto è l'esigenza di rispondere immediatamente ad un interesse specifico che una persona, che sta cercando delle informazioni specifiche riguardo quel tipo di contesto, trova.

Abbiamo una tagline che dice "Quelli che girano il mondo, guadagnando con internet" che comunque va ad individuare esattamente un'esigenza o comunque l'interesse di una persona che voleva chiarirsi le idee su questo argomento.
Poi abbiamo pensato di mettere in evidenza una descrizione di due righe dove viene spiegata in maniera un po' più estesa quello che è il nostro obiettivo.



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Robin: Ma quali sono gli elementi di valore che offri per dare un'utilità immediata?


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Alberto: Hai immediatamente disponibili tre aree di valore che sono:

  1. Un manifesto, che in qualche modo racchiude la filosofia dei nomadi digitali;
  2. le storie di successo, perché è proprio analizzando le storie che mi sono accorto che c'erano degli aspetti molto importanti e comuni a tutti, quindi raccontare storie è in qualche modo un contenuto di valore per chi volesse avvicinarsi a questa filosofia di vita;
  3. un PDF, un poster, dove abbiamo individuato un percorso ideale molto schematizzato che una persona può facilmente apprendere.



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Robin: Torno da Diego allora per l'ultima domanda a bruciapelo.
Come avete deciso di trasformare i vostri lettori in dei tifosi appassionati?



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Diego: La prima cosa che noi stiamo cercando di fare è dare tantissimo valore gratuito.

In cambio chiediamo semplicemente ai visitatori di lasciare la loro email.
In questo modo cerchiamo di avviare un dialogo con loro, che poi è la cosa a cui teniamo di più.

Cerchiamo di capire cosa vogliono in modo da creare valore intorno alle loro esigenze.

Questo è quello che stiamo cercando di fare, dando tanto tanto valore alle persone che hanno questa esigenza.



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Robin: Benissimo Diego, grazie.

Faccio presente che i Nomadi Digitali hanno, nonostante il loro sito sia quella sola paginetta, dei loghi come quello di ANSA, IsoRadio e via dicendo che rappresentano le testate che già si sono interessate a loro semplicemente perché hanno messo in piedi una paginetta costruita bene, con un tema preciso, indicizzata da Google per chi cerca "nomadi digitali" od il tema di cui loro parlano.

Questa semplice paginetta ha dato, devo dire con una certa percentuale di fortuna, la possibilità a loro di farsi conoscere e di aver già radunato all'interno del loro database di contatti circa seicento persone specificatamente interessate ai servizi che loro offrono.

Ricordo però che i Nomadi Digitali hanno speso cinque, quasi sei mesi, per pensare, elaborare, scrivere e correggere una strategia che avesse senso.

Hanno prima preparato tutto il percorso e poi i contenuti, che adesso cominciano a venire fuori.

Non hanno costruito il sito e poi ci hanno messo la roba, ma hanno costruito tutto dietro le quinte, individuando la direzione e cominciando una serie di interazioni per andare a capire quali sono poi le esigenze specifiche per monetizzare il loro prodotto.
Quindi la strategia di marketing di costruzione di un business 2.0 è proprio diversa di quella precedente dove prima pensavo l'idea e poi la andavo a spingere sul mercato.

Adesso vado sul mercato, mi creo una reputazione attorno ad una certa esigenza, e solo poi, ascoltando il mercato, creo i miei prodotti e servizi su misura di quelle esigenze lì.

Non mi invento niente, ma ascolto quello che vuole la gente.

 





Come Creare un Business Online Intorno ad una Comunità di Tifosi: Nanoda

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Il secondo progetto che vado a visitare è Nanoda di Ryuichi Sakuma.



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Robin: Come ti ho conosciuto Ryuichi? Ricordami un attimo.



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Ryuichi: Ci siamo conosciuti nel 2008 circa, quando io avevo già realizzato Nanoda, che era in piedi già da un po' di anni.

In un momento di panico - perché il sito pur avendo tanti visitatori non riusciva monetizzare, non riusciva a concretizzarsi, non riusciva a decollare - ero sul punto di chiuderlo, finché WikiMaki, un mio collega, mi ha detto: "Vai a vederti il video di questo qua!"

Ed io ti ho visto per la prima volta, su un video.

Sono rimasto talmente che colpito che son venuto sul Forum di MasterNewMedia a chiederti aiuto proprio per Nanoda e li è cominciata un po' l'avventura.



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Robin: Ryuichi è l'anima di questo sito eccezionale per chi è appassionato di manga, di fumetti giapponesi, con questi personaggi particolari che hanno uno stile tutto loro.

Nanoda è dedicato ai teenager, ma anche non teenager; è fatto da notizie, guide, da un forum dove si scambiano informazioni ed ha una partnership con la più grossa casa editrice giapponese di manga in assoluto.

Ryuichi l'ho conosciuto quando è entrato nel POP Campus, addirittura nel primo POP Campus Inglese.

Mi ha dato subito la possibilità di intervenire ad un lavoro che io ritenevo già fantastico, ma sul quale lui raccoglieva sicuramente pochissimi risultati.



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Ryuichi: Io avevo letto un manga che a quel tempo mi aveva appassionato tantissimo, uno solo dei tanti fumetti giapponesi e mi sono detto: "Ma perché non apro un sito che parla un po' di questi manga e condivido un po' la mia passione?"

Era un sito realizzato in Flash, che al tempo si usava solo perché era bello.

Poi Nanoda si è evoluto, tra il 2002 e il 2006 ho pensato di aprire il famoso blog ed associarlo ad un forum.

Quindi Nanoda era diventato il classico blog con le notizie, sui fumetti, sui cartoni animati giapponesi, non più su un manga solo, ma su tanti.

Mi ha ispirato un sito, all'epoca molto famoso - MangaItalia -, che aveva un forum con moltissimi appassionati di manga.

Non c'era forma di monetizzazione, ma solo l'idea di fare qualcosa a livello amatoriale.

Nel 2008 ho voluto provare a fare le cose ancora più in grande. L'ho trasformato in un portale e venivano tante persone al mese.

Ho riportato tutti i dati, circa 60.000 utenti unici, ogni mese. Avevo costi mostruosi di hosting per far fronte su tutti gli accessi.

Allora ho pensato di mettere AdSense per monetizzare il mio sito, però non riuscivo a guadagnare con quei pochi euro all'anno.

E quindi cosa succede?

Mi ero un po' depresso perché Nanoda non monetizzava, i costi di hosting me li sobbarcavo io, c'era sempre più tempo da dover dedicare ed ero tentato di chiudere tutto.
Questo fino a che, come ti dicevo prima, il mio collega Matteo WikiMaki mi ha detto: "Guardati un po' i video di questo qui".

Sono rimasto molto colpito da quello che dicevi nei video ed anche dall'idea che se quello che dicevi tu era giusto, allora voleva dire che io dovevo cambiare sistema di fare le cose.
Mi ricordo ancora che, dopo poche ore da quando avevo scritto sul forum, tu mi avevi già risposto e mi hai fatto un cazziatone enorme perché io sono partito dal presupposto che sparavo sempre qualcosa sul forum o sul sito.
Non ascoltavo la community che era già numerosa e cercavo di costruire quello che loro chiedevano.

Io ero convinto di dover creare le cose come volevo io, non sapevo niente di cos'era la SEO, quindi il modo in cui era strutturato il sito non era nemmeno visibile dai motori di ricerca.
Mi hai spiegato del discorso dei contenuti di valore e mi hai anche detto di farmi vedere in faccia, cosa che nel settore dei manga non fa nessuno.
Io questi consigli li ho applicati subito e dopo due mesi sono arrivati i primi risultati - mostruosi.
Questi consigli che tu mi avevi dato sul forum ci sono ancora sul Forum di MasterNewMedia quindi chi è curioso se li può andare a vedere.

Quello che voglio far notare e che mi interessa di più, sono gli iscritti alla community che sono passati da circa 1000 a 9900.
I costi dell'hosting erano molto alti, però non ero ancora riuscito a monetizzare Nanoda.

Quindi cosa succede?

Dopo un po' di tempo comincio ad avere un rapporto un po' più colloquiale con te, cominciamo a scambiarci anche informazioni sul forum e scopro che tu apri un POP Campus in lingua inglese.
Ho subito pensato che se con questi tre consigli che mi avevi dato sul Forum avevo fatto tutta sta botta, se entravo su POP chissà cosa avrei potuto combinare.
Allora ho investito in questo POP Campus ed ho imparato quella che è un po' la formula di Sharewood che tu hai già ripetuto in questi webinar.
Ho sperimentato vari metodi di monetizzazione, ho cominciato a stringere alleanze con le case editrici, come hai detto tu prima, con Shueisha che è la più grande casa editrice giapponese di manga.

Il trucco che ci sta sotto è che ho cominciato finalmente ad ascoltare quello che mi dicevano i visitatori del sito, gli utenti ed a creare veramente valore scrivendo non solo news, ma anche costruendo dei servizi veri e propri per i clienti.
Sono passati sei mesi, da quando sono entrato nel POP Campus.

In questi sei mesi ho:

  • creato le guide,
  • ho creato anche una trasmissione che si chiama NanodaTV su YouTube che mostra chi eravamo, chi c'è dietro Nanoda e ci permette un interazione con i nostri utenti,
  • abbiamo stretto delle partnership con altre case editrici molto grandi

e quindi alla fine di tutto questo lavoro cosa è successo?
Io l'ho visualizzato su un grafico perché mi piace misurare. Questo dovrebbe farti vedere un attimo come sono andate le cose.

Nel 2006 Nanoda aveva pochissime visite, poche pageviews.

Già vedi la differenza dopo i primi consigli che mi hai dato e la differenza enorme dopo il POP Campus inglese.

Non è solo una differenza di utenti e visite uniche ma una differenza anche economica.

Effettivamente creare dei servizi attorno a quello che desiderano gli utenti, anche le case editrici in questo caso, per me ha fatto veramente la differenza.

Nel 2006 non guadagnavo niente, nel 2008 sopravvivevo con l'acqua alla gola e quest'anno finalmente c'è stata tanta soddisfazione.

Questa è un po' la storia di Nanoda.

A Gennaio ho in mente un po' di novità su Nanoda che coinvolgeranno sempre delle idee che vengono dal POP Campus, però voglio tenerle un po' come sorpresa.



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Robin: Benissimo, grazie mille per questa presentazione veramente fatta bene.

Sei stato in gambissima Ryuichi.

Io adesso ti devo mettere un attimo sotto torchio.

Volevo farti qualche domanda io a bruciapelo.

Qual è stato l'ostacolo più grosso che hai incontrato da quando ci siamo conosciuti, nel mettere in campo i miei suggerimenti?

Quale quello sul quale hai avuto più difficoltà?



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Ryuichi: Diciamo che è stato difficile riuscire a trovare un sistema per ascoltare gli utenti.

Io non utilizzo una newsletter ancora oggi e faccio male.

Utilizzavo il forum come unico sistema per mettermi in contatto con gli utenti, quindi era difficile riuscire a raccogliere tutte le risorse ed era difficile riuscire un po' a mettersi su una strada che portasse Nanoda esattamente a quello che volevano loro.

Da questo punto di vista il problema l'ho risolto avendo a disposizione tanti altri fan che su Nanoda mi stanno dando una mano proprio per trasformarlo un po' alla volta, sempre di più, in quello che cercano gli utenti.

Questa è la cosa più difficile.

Poi c'è stato un inconveniente non dovuto a te, ma a Shueisha con cui adesso sono in partnership, ma con cui prima ci siamo trovati in contrasto.

In Giappone non puoi inserire un immagine di una tavola interna di una pagina manga ed io non lo sapevo.

Quindi, questi sono arrivati molto innervositi, dicendomi di togliere tutto.

Io l'ho dovuto fare e tu anche quella volta mi hai suggerito di trasformare questo guaio in un qualcosa che si trasformasse in un vantaggio.

Io l'ho comunicato agli utenti e loro mi hanno dato dei consigli.

Abbiamo fatto esattamente come voleva Shueisha e loro, da tipica mentalità giapponese, una volta che abbiamo sistemato tutto ci hanno detto bravi, che eravamo degni di fiducia e che adesso potevamo rimettere tutto.

Quindi, in buona sostanza, accordandosi con loro attraverso delle linee guida anche quel problema è stato superato.



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Robin: Ryuichi, per quanto riguarda il tempo che tu impieghi per fare quello che fai, per tenere in piedi Nanoda, qual è l'attività che richiede più tempo ma che è così critica per cui quel tempo investito vale veramente oro per te?


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Ryuichi: Sicuramente rispondere ai feedback del forum, anche se non lo faccio sempre io in prima persona.

È vitale perché gli utenti ci tengono tanto, ti danno i suggerimenti, ti dicono proprio cosa vogliono.

Una volta facevo fatica perché dovevo andare a cercare di fare duemila domande, mentre ora sono proprio loro che spingono e chiedono.

È difficile stargli dietro, ti porta via tempo, però è vitale perché se costruisci quello che loro vogliono alla fine sei tu che ne guadagni.

Primo perché i visitatori ti aumentano e secondo perché se tu riesci a centrare quello che desiderano i visitatori, puoi costruire dei servizi ad hoc su questo.



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Robin: Benissimo, ti faccio un'ultima domanda: tu sei anche un agenzia di design, quindi immagino non hai i costi tipici di qualcun altro che vuole creare il sito ed hai anche la fortuna di essere bravo da creare dei siti web bellissimi.

Avrai anche tu comunque dei costi, non so come li calcoli, e io vorrei sapere: per mettere su un progetto di questo genere dov'è che hai dovuto spendere di più?



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Ryuichi: Sostanzialmente in due cose.

È vero che io ho l'agenzia, ma non l'avevo quando ho aperto Nanoda all'inizio quindi investi sicuramente tanto del tuo tempo.

Invece se vogliamo parlare di costi, per me l'hosting ha un costo veramente alto perché io sto ancora cercando un servizio di hosting che mi permetta di raggiungere dei risultati ottimali che però non costi davvero tanto.
Perché mi rendo conto che anche chi è all'inizio con un progetto, cosa fa? Cerca di risparmiare e va su quegli host tipo Aruba, che costano quindici euro l'anno.

Il risultato è che dopo, quando cominci avere un po' di utenti, il sito si pianta. Si blocca tutto.
Allora vai a vedere cosa costa un host professionale e vedi che devi spendere mille, duemila euro l'anno.
Quindi una soluzione scalabile di hosting dovrebbero essere, secondo me, una cosa che il mercato mi piacerebbe potesse proporre.

Non sono ancora riuscito a trovarne uno e quindi forse questa è la spesa più grossa che io ho tutt'ora su Nanoda.



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Robin: Benissimo Ryuichi grazie mille!

Ti ringrazio perché hai condiviso dei dati tangibili, hai raccontato una storia bellissima.




Fine della Parte 2

Trasformare Una Passione In Un Business Online: Storie Ed Esempi Di Successo Dal POP Campus - Parte 1

 



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Evento live tenuto da Robin Good il 26 Novembre 2010. Trascrizione di Elia Lombardi e Giovanni Panasiti. Pubblicato per la prima volta il 1 Dicembre 2010 su MasterNewMedia come "Trasformare Una Passione In Un Business Online: Storie Ed Esempi Di Successo Dal POP Campus - Parte 2"




Photo credits:
Robin Good e Metaline

 

Scritto da per MasterNewMedia.
 
 
 
 
 
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