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17 giugno 2007

Personal Learning Environments: Cosa Sono E Come Crearli

"Gli Ambienti Personali di Apprendimento (PLE) sono sistemi che aiutano coloro che apprendono a controllare ed organizzare il proprio apprendimento.

Questo include un supporto per

  • organizzare i loro obiettivi di apprendimento

  • gestire il loro apprendimento, sia il contenuto che il processo

  • comunicare con altri durante il processo di apprendimento

e così raggiungere gli obiettivi dell'apprendimento."
(Fonte: Wikipedia)

personal_learning_environments_main.jpg
Foto credit: Yuri Arcurs

Il concetto di "personal learning environment" rappresenta un nuovo modello in ambito educativo.

"Un PLE può essere composto da uno o più sottosistemi; può essere un'applicazione desktop, oppure formato da uno o più servizi web-based."

Gli Ambienti Personali di Apprendimento integrano apprendimento formale ed informale.

Le origini del concetto di PLE risalgono ai primi sistemi come Colloquia (il primo sistema per l'apprendimento peer-to-peer) ed a prodotti più recenti come il sistema Elgg. Questo approccio alternativo è stato sviluppato parallelamente a quello dei Learning Management Systems, che a differenza dei PLE supportano una visione dell'apprendimento centrata sull'istituzione (o centrata sul corso).

Il paper accademico che presento oggi è stato scritto da Ron Lubensky, un ricercatore presso la University of Sydney che studia i sistemi per l'apprendimento. L'articolo tenta di fornire una definizione più approfondita di "personal learning environment", ed anche di discutere i possibili sviluppi degli ambienti personali di apprendimento.

 




Presente e Futuro dei Personal Learning Environments (PLE)

di Ron Lubensky



La definizione per il termine Personal Learning Environment (PLE), rimane incompleta. La concezione di cosa costituisca un PLE dipende dalla prospettiva del commentatore. Per esempio, le priorità di un PLE sono diverse per uno studente, un responsabile universitario, un istruttore, un professionista, o un adulto che segue un percorso di lifelong learning.

Metaforicamente, un individuo può impegnarsi in un processo di apprendimento sia di tipo acquisitivo che partecipativo (Sfard, 1998).

Al momento in cui scrivo questa introduzione (Agosto2006), nessun particolare prodotto o servizio esistente può essere catalogato come un PLE, sebbene ci siano alcuni prototipi. Una posizione inclusiva ed autorevole sui PLE non esiste ancora. Ci sono solo alcuni articoli apparsi sulla stampa accademica e pubblica. Questo articolo è stato compilato seguendo le conversazioni recenti nella blogosfera ed alcuni social bookmark.



Verso una Definizione

definition_ple.jpg

La seguente definizione intende introdurre la natura generale dei PLE:

"Un Personal Learning Environment è uno strumento che facilita l'accesso, l'aggregazione, la configurazione e la gestione di esperienze di apprendimento da parte di un individuo."

La definizione cattura i seguenti aspetti:

  1. I PLE sono effettivamente controllati dall'individuo e pertanto non collegati ai portali istituzionali quali i Virtual Learning Environments (VLE) universitari o gli spazi di lavoro su Learning Management Systems (LMS) progettati in risposta a richieste istituzionali.
  2. Gli artefatti che operano attraverso un PLE includono le risorse digitali e le referenze in cui un individuo è coinvolto al momento e che possano probabilmente essere richiamate in futuro. Le risorse includono non solo del testo statico e alcuni media ma anche servizi dinamici quali l'instant messaging, i forum online e i blog. Dove un ePortfolio contiene delle informazioni a scopo di riflessione, valutazione ed auto-promozione, i PLE includono un inventario più ampio che comprende anche link e commenti.
  3. Il primo obiettivo di un PLE per un individuo è quello di inserirvi tutti le informazioni più disparate di interesse per l'apprendimento sotto un singolo tetto operativo. L'opinione comune è quella che ci siano molte informazioni, che la loro organizzazione richieda molto tempo e che sia facile dimenticarsene. I PLE sono pensati per semplificare la gestione di tutte queste informazioni, creando un significato attraverso l'aggregazione, il linking e il tagging dei metadati (tipo commenti, parole chiave).
  4. Un PLE integra i servizi digitali che l'individuo sottoscrive abitualmente. Questi potrebbero essere i VLE universitari, gli spazi di lavoro LMS o una raccolta dei cosiddetti servizi Web 2.0 quali il social bookmarking o il photo sharing.
  5. Un PLE copre tutte le varie esperienze di apprendimento a cui l'individuo si sottopone durante la sua vita. Gli studenti di scuola superiore possono cominciare ad operare con i loro PLE, agganciandosi ai VLE scolastici. Con l'ingresso all'università, potrebbero connetterli al VLE universitario. Se si comincia la pratica professionale, l'individuo potrà allora collegare il PLE agli strumenti dello spazio di lavoro per l'apprendimento e lo sviluppo professionale. In tutto ciò, l'individuo potrebbe desiderare di collegarsi in maniera selettiva a tutta una serie di servizi Web 2.0 reputati utili per favorire la crescita personale e l'apprendimento.



Forze Trainanti

driving_forces_ple.jpg

Perché un PLE possa infine essere costituito, vanno supportate sia le forze trainanti e superati gli ostacoli che ne impediscono l'accettazione.

La struttura, le funzioni e le regole d'uso della maggior parte delle implementazioni di VLE tendono a perpetuare il tradizionale modello di stampo istruttivista dell'educazione. Lo scopo primario del sistema è quello di organizzare il contenuto del corso per la sua trasmissione agli studenti iscritti.

Solo alcuni VLE forniscono aree per la condivisione di file e strumenti collaborativi come le chat e forum di discussione. Nelle università, i VLE spesso rimangono corsie sicure per l'indicizzazione digitale e per le riviste di ricerca. A meno che gli studenti non copino manualmente i materiali fuori dal recinto delle VLE, tutte le traccie dell'esperienza di apprendimento attraverso il VLE si perdono una volta completati gli studi.

La nozione di PLE è sorta in risposta alle limitazioni tecniche e di regolamento imposte dai VLE istituzionalizzati e dai LMS sia in spazi di lavoro che educativi, perchè percepiti come impedimento alle scelte di apprendimento personali. Gli amministratori dell'università vedono l'accesso a servizi web esterni come un rischio per l'istituzione piuttosto che come un investimento per gli studenti e per la facoltà.

Ecco perchè preferiscono una visione più limitata dei PLE come un'estensione configurabile dei VLE, specialmente quando continuano a vedere se stessi come provider che deve mantenere il monopolio su servizi e tecnologie per la propria comunità di apprendimento (ad esempio iscrizione online, indirizzi email).

In Nord America i venditori di VLE commerciali dominano. Ci sono media report non confermati per cui i VLE forniti da Blackboard Inc. coprono circa i due terzi delle università in Australia e Nuova Zelanda. D'altro canto, in Europa molti siti utilizzano implementazioni sia proprietarie che open source (Vuorikari, 2003).

Nel gennaio 2006, Blackboard Inc., il principale venditore commerciale di VLE, ha concesso in USA 6.988,138 licenze per "Sistemi e metodi a supporto dell'educazione basata su Internet", anche con dietro una lunga storia di virtual learning environment. Non sembra che l'avere una licenza, tenga direttamente conto dell'emergenza dei PLE, sebbene l'azione delle licenze possa diffondere una forte reazione negativa nei confronti dei VLE.

E' interessante come alcune facoltà abbiano implementato e gestito propri VLE in maniera più dinamica mediante prodotti con licenza pubblica (ad esempio .LRN, Moodle, Plone, Drupal, Sakai). Questo permette di personalizzare le estensioni, e può aprire la strada per lo sviluppo di API aperte per la connessione dei PLE.

Le pratiche educative illuminate hanno sempre più abbracciato un apprendimento centrato sullo studente. Questo include l'assegnazione di compiti con un fondamento aperto e costruttivista, dove gli studenti apprendono di più attraverso la collaborazione attiva, il problem-solving, l'investigazione e la scoperta, creando significati propri. Dove il Web viene fornito come una strada per la ricerca, sembra naturale che parte della focalizzazione sugli studenti possa essere fatta nella scelta e nella configurazione degli strumenti per l'azione. Questo è lo spazio dei PLE.

Le discussioni sui PLE si sono diffuse in principio solo nei circoli accademici, che riconoscono le opportunità di apprendimento di alcuni dei servizi Web 2.0.

L'uso di software e servizi di ePortfolio (portfolio elettronici) è abbastanza stabilizzato in molte giurisdizioni dell'alta formazione, con gli amministratori che hanno organizzato regole d'uso (soprattuto per la valutazione). Se i PLE vengono visti semplicemente come un'estensione degli ePortfolio, allora saranno più accettati.

Gli adulti che sono impegnati in una ricerca relativamente non strutturata di apprendimento informale, per ragioni professionali o di sviluppo di competenze o per interesse generale, possono beneficiare degli strumenti e delle tecniche per organizzare le proprie imprese.

Per tutti i servizi online, l'identità di un individuo deve essere fornita ad ogni sessione. Sul proprio computer, la memorizzazione delle identità risolve il problema mediante cookies e campi pre-compilati, incluse le password. Ma questo vantaggio si perde quando si utilizzano diversi computer. Perciò, organizzare un apprendimento personale attraverso una varietà di servizi web-based implica la gestione di nomi di login e password multiple.

Un PLE può risolvere il problema quotidiano dell'identificazione al momento del login memorizzando e proteggendo i dati per l'applicazione automatica. Il problema potrebbe anche essere risolto con una Identità 2.0, uno schema standard in evoluzione in cui un'identità web singola, individuale, unica e verificabile possa essere applicata per garantire un accesso sicuro a servizi web multipli.

Le aziende che sviluppano software sono attente che questa attenzione sia compresa nel loro prodotto o servizio. Mentre alcuni apprendenti possono persistere con un DIY, approccio organizzativo personale dei singoli pezzi nel loro ambiente di apprendimento, le aziende vedrebbero piuttosto un PLE promosso come un particolare prodotto o servizio che risolva quella confusione. Questo si applica non solo al software per personal computer, ma anche ai PDA portatili.



Nuovi Sviluppi

development_ple.jpg

Un WebTop è una nuova classe di applicazioni web-served che, su un unico schermo, in un solo click, permette l'accesso preconfigurato ad altri servizi web che possono essere decisi dall'utente, per esempio il photo sharing (tipo FlickR), calendari on line, weblog, feed aggregator integrati, word processor online (tipo Google Docs), fogli di lavoro condivisi (tipo Google Spreadsheet), lavagne condivise (tipo GE Imagination Cubed), social bookmarking (tipo del.icio.us, Furl) e servizi consolidati per la produttività (tipo Zoho). A lungo sono stati indirizzati ad utenti business, ma molte delle loro funzioni soddisfano quanto è prescritto per un PLE. Esempi includono YouOS, 30Boxes e NetVibes.

Un Mashup è come un WebTop, ma i servizi web sono combinati in maniera più collegata in modo che i dati utilizzati per un accesso siano utilizzati per accedere alle informazioni di un altro. Un semplice esempio è l'integrazione di weblog con un calendario online. In un esempio più avanzato e personalizzato, i dati da un particolare foglio di lavoro di Google Spreadsheet possono finire su Google Earth. Un PLE può essere implementato come un mashup.

Il browser open source Mozilla FireFox è stato esteso in Flock per creare WebTop che integrino il proprio browser con i weblog ed altri servizi web.

Alcuni edublogger hanno espresso la visione che i PLE esistano anche mediante comportamenti ad hoc. Attraverso i loro weblog, essi riflettono il proprio lavoro e le esperienze e si linkano ad altri oppure possono aprire social bookmarks, immagini ed altri servizi web a cui sono iscritti. Inoltre usano spazi server pubblicamente accessibili per archiviare e condividere file.

Se un individuo ha abbastanza spazio server disponibile, potrebbe installare ed utilizzare strumenti software adatti come Plone o Drupal come PLE. Questi sono content management systems (CMS) che gestiscono molti tipi di contenuto incluso un wiki. Moduli di terze parti possono essere aggiunti (tipo KNotes weblog). Questo wiki nei Personal Learning Environment è presentato da una implementazione personalizzata di Plone.

Dalla fine del 2005 alla Bolton University in Gran Bretagna, un team fondato su JISC e sponsorizzato da CETIS sta progettando un modello di riferimento per i PLE. Attraverso il progetto essi definiranno lo scopo, rivedranno la teoria, apriranno scenari (casi di utilizzo), cercheranno schemi di documenti e definiranno alcune specifiche. In tutto ciò, i programmatori del team, costruiranno prototipi di software per vedere se tutto ciò può avere un senso. Questo prototipo è chiamato PLEX. Il loro wiki di progetto offre la considerazione più completa sui PLE attualmente disponibili. (Milligan, 2005)

Il concetto di un ePortfolio è emerso dal formato basato sui paper utilizzato dagli studenti per più di mezzo secolo. A metà degli anni 1990, gli studenti hanno cominciato a caricare esempi del loro lavoro ed a linkarli sistematicamente dalle loro home page, creando webfolios. Le applicazioni con database lato server (e gli strumenti per costruirli) sono maturati dalla fine del millennio.

Nel 2002, ci fu una fervente attività per creare ePortfolios come learning content management systems personalizzati. (Batson, 2002) Sia sviluppati in proprio che acquistati dai venditori di software, molte istituzioni di alta educazione cominciarono ad implementarli. La maggior parte dei ePortfolio sono intesi come gestione di documenti, ricerca e presentazione. (EduTools, 2006). I prodotti offrono varie funzioni per l'organizzazione, l'annotazione, il link a documenti, la riflessione, la collaborazione, il raggiungimento di obiettivi, la reportistica, l'importazione, l'esportazione e la comunicazione.

Alcuni sono componenti di VLE (tipo il Blackboard ePortfolio). Quasi tutti i prodotti di ePortfolio possiedono una licenza istituzionale piuttosto che individuale e non sono né esportabili né interoperabili.



Barriere

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In assenza di un nuovo prodotto o servizio, solo quelli che sono avvezzi alle tecnologie considereranno l'integrazione del loro mondo di apprendimento con un wiki o un weblog.

I VLE devono fornire la possibilità di interoperare. Questo richiede che i VLE rendano sicure le porte di accesso del software (tipo le API) disponibili. I VLE commerciali stanno già pensando di distribuire il loro controllo sugli ambienti di apprendimento mantenendo gli utenti all'interno della loro proprietà.

Nel marzo del 2006, Blackboard Inc. ha annunciato un progetto (Blackboard Beyond Initiative) per creare un network che connetta utenti ed ex corsisti nelle loro sperimentazioni in tutto il mondo. E' nel loro interesse commerciale di diffondere la loro rete proprietaria quanto più possibile.

I VLE open source possono essere soggetti all'approvazione istituzionale. Ma la standardizzazione (a partire dai feed RSS interni all'ambiente del VLE) è improbabile, perché ogni VLE ha il suo processo e le sue particolari archiviazioni di dati. Perciò il mercato fornirà plug-in separati per ognuno dei VLE, da unire al PLE di ogni apprendente.

La questione della proprietà intellettuale e della gestione dei diritti digitali si profila minacciosamente. Copie di paper di ricerca provenienti dalle riviste a cui si è abbonati possono essere collocate il un VLE a cui ha accesso solo un gruppo particolare. Ma questo elimina di conseguenza il riferimento alla licenza nel VLE e comporta la replicazione libera? Queste questioni devono essere ancora affrontate.

Le persone hanno paura di mettere tutte le uova nel paniere. Gli utenti devono poter esportare i loro inventari su PLE in alcuni formati generici per la sicurezza, specialmente se il PLE è un servizio web.

I PLE possono essere visti come un'estensione degli ePortfolio. La percezione di ePortfolios come una mera presentazione per asset archiviati digitalmente deve essere superata se i PLEdevono essere visti come i loro successori naturali.



Cosa accadrà in futuro

future_ple.jpg

Dal momento che gli sviluppi dei PLE sono ancora allo stato embrionale, non sarebbe prudente predire con troppa convinzione cosa accadrà. Molte previsioni pubblicate di adozioni delle tecnologie tracciano una linea dal lavoro attuale come se la tecnologia fosse destinata ad avere successo (ad esempio EDUCAUSE & New Media Consortium, 2006). Ma le barriere sono significative e sono dovute alla mancanza di una chiara visione di cosa i PLE potrebbero fare.

Il successo dei PLE (quelli che sono indipendenti dai VLE commerciali) dipenderà da:

  1. la facilità con cui potranno essere implementati ed utilizzati da coloro che apprendono

  2. l'interoperabilità

  3. la fiducia che sia gli studenti che gli amministratori istituzionali avranno nei loro confronti.

Ogni paradigma muta e le più grandi barriere alla rivoluzione tecnologica risiedono nella inerzia politica e commerciale.

Nel prossimo anno potremmo vedere un consolidamento delle visioni dietro ai PLE. Ci sono benefici sia per le soluzioni web-served (come i webtops) che per quelle desktop.

E' probabile che nei progetti pilota del prossimo anno appariranno integrazioni di servizi Web 2.0 dentro ed ambienti tipo ePortfolio. Il prossimo ostacolo per i docenti sarà quello di raccomandare ai propri studenti le licenze individuali per questa prima generazione di PLE in congiunzione o in sostituzione degli ePortfolios istituzionali. Questo passaggio non sarà di poco conto, dal momento che ci saranno resistenze al cambiamento della politica istituzionale riguardo l'uso di ePortfolios. I PLE finanziati pubblicamente saranno accettati più rapidamente.

Questo potrà dare il calcio di avvio agli sforzi per creare accessi alle API e plug-in per VLE open source. Questo sviluppo sarà difficile e richiederà molto tempo. Il successo di questa integrazione sarà un fattore determinante per la distribuzione dei PLE. Ci vorranno probabilmente almeno tre anni per la creazione di una piattaforma PLE e di una massa critica di utilizzatori.



Articolo originale scritto da Ron Lubensky dal titolo "The present and future of Personal Learning Environments (PLE)" e pubblicato su eLearning Moments il 18 Dicembre 2006. Questo articolo è stato ripubblicato con il permesso dell'autore ed è protetto da una Creative Commons Licence e tradotto da Alessandro Banchelli.



Sull'autore

ron_lubensky.gif

Ron Lubensky è un ricercatore della University of Sydney, Australia. Ron è stato un esperto di e-learning per aziende, un instructional designer ed uno sviluppatore di software. I suoi attuali interessi includono il community learning, i metodi partecipativi e la democrazia deliberativa. Ron può essere contattato all'indirizzo email rlubensky [at] gmail.com



Foto credits
Lente di ingrandimento: James Steidl
Mani: Andres Rodriguez
Piantina: cookelma
Muro: pmtavares
Uomo che guarda al futuro: Suprijono Suharjoto

 
 
 
 
 
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