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5 agosto 2007

Qualità Dei Contenuti Online: La Sua Rilevanza Per Chi Fa Web Publishing Contestuale

Dal momento che il contenuto online assorbe le nuove caratteristiche fondamentali dell'editoria sul Web 2.0 e vi si adatta, la qualità del contenuto online ha iniziato a passare in secondo piano rispetto al contesto in cui quello stesso contenuto viene inserito e pubblicato.

Il contesto è quindi diventato più importante della qualità del contenuto stesso nell'equazione perfetta dell'editoria online?

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Foto credit: Oz Photo

Mentre gli analisti economici tradizionali esprimono le loro perplessità sulla sostenibilità dei social media e i nuovi media puntano il dito sui difetti dell'editoria online mainstream, gli standard qualitativi iniziano a calare vistosamente.

Nell'articolo che segue, davvero eccellente ed illuminante - una lettura d'obbligo per ogni editore online indipendente che si rispetti, John Blossom offre degli interessantissimi spunti per capire a fondo come indirizzare strategicamente contenuti di qualità in un universo online ormai dominato dalla contestualizzazione e dall'aggregazione.

Introduzione di Robin Good

 

Il Gap Della Qualità: La Corsa Alla Contestualizzazione Sacrifica La Qualità Dei Contenuti

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"Qualità è quando qualità si fa" sembra una frase alla Forrest Gump, ma in realtà fotografa in maniera semplice la situazione attuale del Web; infatti le tradizionali fonti di contenuti di qualità perdono audience in favore dei motori di ricerca e dei siti social media.

Però, al contempo, la crescente popolarità dei siti social media non sempre è accompagnata da un controllo rigoroso sulla qualità dei contenuti condivisi dagli utenti. Evitiamo però di confondere l'utilizzo di tecniche immature rispetto ad un potenziale inadeguato: le tecniche utilizzate per generare contenuti sui social media stanno tracciando nuovi percorsi per creare contenuto di qualità che non sono destinati a tramontare in breve, anzi tutt'altro.

Troppo spesso gli editori professionisti combattono il Web come il demone delle informazioni pre-cotte e dubitano della qualità del suo contenuto. Come dimostrato dalle polemiche riguardanti la qualità e l'accuratezza dei contenuti su Wikipedia e i vari conflitti di interesse, ci sono molte preoccupazioni riguardo al contenuto generato dagli utenti.

Sebbene la qualità del contenuto online stia soffrendo molto sul versante tradizionale dell'equazione citata in precedenza, di questi tempi comincia a soffrire anche su quello relativo ai nuovi media. Ogni volta, infatti, che un weblog come Engadget organizza ad arte una notizia per supportare il lancio di un suo featured product, ci sono siti come paidContent.org che invece correggono e reclamano la mancata attribuzione di una fonte da parte di un famoso giornale britannico (vedi cosa è successo alla notizia relativa ad una possibile partnership fra Google e i maggiori news distribution networks inglesi). E poi c'è la venerabile rivista Nature che prima attribuisce (richiede registrazione) a Wikipedia meriti per livelli di contenuti qualitativamente più elevati della più blasonata Enciclopedia Britannica e poi viene clamorosamente smentita su una rivista online dove era stato pubblicato il responso della stessa alle critiche ricevute.

In questa accozzaglia di contenuto tutti sembrano coprirsi il volto di cenere o nascondersi dietro un dito. I Social media hanno fatto molti passi in avanti ma i principi economici attuali dei social media presentano anche un lato molto oscuro.

I Blog si stanno rafforzando reclutando risorse umane sempre più professionalizzate per avere la meglio sull'editoria tradizionale, ma la loro qualità sembra spesso compromessa dall'urgenza di coprire moltissime storie in pochissimo tempo.

Allo stesso tempo i news outlet tradizionali iniziano a ridurre il personale degli staff editoriali sino all'osso - ed alcuni, per contrastare la crisi editoriale che da un lato genera minori introiti pubblicitari e dall'altro aumenta di conseguenza i costi di stampa, si buttano sul web per provare a recuperare grazie all'advertising online.

Il risultato è una vera e propria esplosione di contenuto online scadente che viene fuori da ogni angolo del web e che cerca di attrarre il pubblico online; tuttavia la percezione che tale audience ha del ciclo delle notizie si è ridotta a tal punto da essere paragonata alle curve di attenzione di teenager e di trader di valuta straniera.

Un articolo recente apparso sul New York Observer punta il dito sui principali responsabili di questo decremento qualitativo del contenuto online: i motori di ricerca. Forbes.com, uno dei portali di business media di maggior successo online, viene segnalato nell'articolo come il portale con il maggior turnover di redattori nello staff editoriale, accusato da un ex-dipendente ben poco contento di essere stato sottoposto al "pungolo del page-view." Nell'epoca della libera o quasi circolazione dei dati riguardanti il gradimento del pubblico, le preoccupazioni riguardanti le revenue pubblicitarie potrebbero essere abbastanza chiaramente separate dai processi editoriali.

Oggi, ogni singolo articolo prodotto da un editore mette le ali come pubblicazione indipendente agli occhi dei motori di ricerca incapaci di comprenderne il valore relativo - e in questo modo è in grado di determinare la sua capacità di tradurlo in revenue provenienti da annunci pubblicitari.

In sostanza, ogni articolo diventa una sorta di marchio lui stesso.

Aggiungi la crescente tecnica standard di creazione di link al contenuto delle news nei servizi di social media e i meriti editoriali che una data storia si porta dietro, altre tecniche prenderanno presto il sopravvento nel portare sempre maggiori revenue all'editore.



Come indirizzare, allora, la necessità di avere sempre del contenuto online di ottima qualità con gli ambienti di publishing sempre più basati sulla pubblicità contestuale?

Ecco alcune riflessioni riguardanti le modalità e gli spazi in cui il contenuto di qualità potrà continuare a sopravvivere e prosperare:



  • Accettare che la qualità sia un processo di miglioramento continuo.

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    Mentre la strutturazione di articoli ben dettagliati e precisi e di fonti di informazione autorevoli richiede molto tempo nel controllo della qualità, l'esperienza del Web punta verso un controllo della qualità in costante evoluzione e cerca di farne la strada più promettente per l'editoria.

    Collocare al posto giusto ogni fatto ed ogni figura nel tempo e nello spazio era un punto fisso e un "dovere" per l'editoria su carta stampata. I sistemi di gestione dei contenuti (CMS) ed alcuni semplici strumenti quali blog e wiki hanno reso ancora più semplice pubblicare e poi eventualmente apportare revisioni online, anche se editorialmente parlando, siamo ancora intrappolati nel ciclo editoriale della stampa.

    Le esperienze offerte dai motori di ricerca e dai servizi di social bookmarking suggeriscono che le persone percepiscono la qualità su un dato argomento in termini di velocità e movimento, quindi aggiornamento dello stesso.

    Essere capaci di migliorare costantemente la qualità del contenuto diventa importante tanto quanto ogni altro sforzo di pubblicazione iniziale.



  • Accettare che la qualità sia meglio implementata come processo sociale.

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    Sebbene i processi editoriali di Wikipedia siano tutt'altro che perfetti e vengano ancora accolti con scetticismo da molti, Wikipedia è diventata un terreno di prova critico per dimostrare che i processi aperti di editing sociale possono effettivamente essere implementati efficacemente.

    L'esperimento di collaborazione online su PLoS ONE sta avendo successo nello sviluppo di articoli per ricerche scientifiche con il sistema della peer-review attraverso un processo di commento e revisione aperto che integri quello tradizionale.

    Non tutti i processi di peer review necessitano di essere aperti come accade su PLoS ONE o su Wikipedia. Ma, dal momento che il Web offre le più ampie opportunità di ricevere suggerimenti da pari, sembra che la qualità del coinvolgimento del pubblico nello sviluppo di materiali sia forse una buona misura della qualità del coinvolgimento del pubblico a prodotto finito.



  • Accettare che la qualità sia sinonimo di aggregazione di risposte piuttosto che un'unica risposta esatta.

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    Quanto più gli strumenti come wiki e blog e quelli per il social bookmarking riguardano quello che la gente scrive piuttosto che il come lo scrive, quanto più essi sono importanti per raccogliere insieme tutti i riferimenti utili per il contenuto stesso, come link, commenti e contenuto embedded.

    I social media oramai competono coi motori di ricerca come punto di partenza da cui gli utenti cercano in rete le risposte alle loro domande, in parte perché le persone preferiscono affidarsi all'esperienza di comunità specifiche sull'argomento di interesse, comunità che sono in grado di fornire risposte direttamente oppure tramite ulteriori ricerche.

    Le community basate sul fornire risposte ai propri utenti come Yahoo! Answers, WikiAnswers e LinkedIn Answers premettono al loro stesso pubblico di votare le migliori risposte su argomenti specifici - un elemento migliore rispetto all'editoria che aiuta sia ad aggregare che a dare valore aggiunto a contenuto di buona qualità.



Se vuoi sapere perché è meglio accettare questi suggerimenti prova a dare uno sguardo alle statistiche relative al traffico dei principali siti web e noterai un pattern di disturbo: i siti focalizzati su contenuto tradizionale in termini di accesso dai motori di ricerca precipitano rispetto ai contenuti che vengono creati e aggregati dai social media.



Qualità è quando qualità si fa è una formula che sfida sia gli editori tradizionali che le fonti dei nuovi media a considerare la natura in evoluzione del contenuto di qualità.

In questo periodo di passaggio in cui le tecniche dei social media sono ancora troppo giovani pur essendo molto popolari, continueremo ad essere confusi riguardo a cosa può essere definito contenuto di qualità.

Ma non scambiamo un problema crescente per un empasse permanente.

La qualità sfrutta un processo euristico che guida i social media in maniera molto rapida e aggiungiamo, permanente.




Articolo scritto originalmente da John Blossom e pubblicato il 30 Maggio 2007 con il titolo "The Quality Gap: The Race for Context Pushes Content Quality to the Sidelines" su Shore.com. La versione italiana è stata tradotta da Caterina Policaro - per un feedback editoriale scrivi a Robin.Good[at]masternewmedia.org.

Puoi trovare ulteriori informazioni su John Blossom e i servizi di consulenza manageriale della Shore Communications Inc., riguardo il business delle imprese, i media e il personal publishing, su Shore.com.



Foto credits
Pesi - Foto credit: Erick Nguyien
Aggregazione ed una risposta - Foto credit: Yali Shi
Social - Foto credit: H Tuller

 
 
 
 
 
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