MasterNewMedia Italia
Scopri i migliori tool per comunicare,
collaborare e fare marketing
   
Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


18 marzo 2008

Pubblicità Sul Web: Differenze Rispetto All'Advertising Tradizionale


Che differenza c'è tra la pubblicità sul Web e quella sui media tradizionali? E' vero, come dicono alcuni, che la pubblicità contestuale di AdSense ha rivoluzionato il modo di intendere la pubblicità sul Web in favore di un nuovo paradigma di pubblicità che fa contenti i pubblicitari e i lettori, oppure si tratta sempre della stessa pappa, impacchettata in modo diverso, ma in sostanza uguale alla pubblicità della TV e sui media tradizionali.

angel-vs-devil_size450.jpg
Photo credit: lizjones112 e nlnnet - Remixate da Giulio Gaudiano

Dopo aver pubblicato un articolo intitolato "Strategie Di Online Publishing: Cosa Vale Di Più Dei Contenuti Gratuiti?", un lettore ha postato un commento con un link a un altro post intitolato "Applicare al Web le stesse logiche della TV ?!" nel quale si tirava in ballo Master New Media e Robin Good, mettendolo tra quelli che vogliono fare fessi e contenti i lettori, illudendoli di essere generosi nel condividere contenuti e poi fregandogli l'attenzione per propinargli pubblicità molto redditizie per il sito.

La pubblicità sul Web, i servizi per monetizzare i contenuti online e lo sviluppo di un approccio etico che fa distinzione tra pubblicità buone e cattive, sono tutti temi molto cari a Robin Good e a Master New Media. Anzi, a dire il vero, da quando lavoro con Robin Good mi si è aperto un mondo sul modo di concepire la pubblicità sul Web e ci troviamo molto spesso a parlare di questi argomenti, perché io sono più "di bocca buona" rispetto alla pubblicità, mentre Robin ha un'etica ferrea su questi temi.

Mi sembra giusto rispondere al commento e al post di Giovanni Gog e farlo in un modo che permetta anche a chi non è troppo esperto di pubblicità sul Web, di seguire il discorso e farsi una propria idea sull'argomento.


 

"Applicare al Web le stesse logiche della TV ?!

Non mi sembra che la tv sia tanto sociale e partecipativa.
Così, tanto per utilizzare solo un paio di aggettivi riferibili al Web.

E poi dai, è evidente, direi quasi oggettivo, il fatto che tv e Web siano media diversi."




Sono completamente d'accordo con te. Con la TV non puoi sapere se le persone hanno il televisore acceso e sopratutto non puoi sapere se lo stanno guardando e "come" lo stanno guardando.

Quando consulto i dati di Google Analytics o di altri strumenti per misurare il traffico sui siti web, mi viene da ridere se penso all'Auditel.

Oggi puoi sapere chi "guarda" il tuo sito, cosa guarda e come lo guarda. Questa è una cosa magnifica perché, se ci pensi bene è come stare in una stanza con uno sconosciuto o con un amico. Sapere con chi stai parlando, ti aiuta enormemente a comunicare.

Se ho un amico che è appassionato di calcio ma odia il tennis, eviterò di raccontargli di quanto sono stati avvincenti gli ultimi internazionali di tennis e gli chiederò "come va il campionato?".

Il Web ti da la possibilità di impostare la comunicazione come una relazione. Questa, direi, è una differenza fondamentale rispetto alla TV.

 

"Eppure, nonostante le differenze, sembra che le modalità di approccio a Web e tv siano identiche:

io ti "regalo" i miei contenuti, tu in cambio mi dai la tua attenzione.
E poi spero tanto che tutto il mio sforzo di catturare la tua attenzione serva a farti cadere l'occhio sulla pubblicità.

Sembra ormai universalmente accettato.

Anche dai più "autorevoli" osservatori, se ho ben inteso.

Sembra che tutti lo diano ormai per scontato.

Sembra che questo sia "IL" modello di business da applicare alle pubblicazioni online.

Donare "gratuitamente" ... per business ... !

"Condividere generosamente" per trasformare l'attenzione del ricevente in soldi.

Il solito vecchio profitto generato da pubblicità e quindi dalla vendita di prodotti e servizi."




In molti fanno così. Ma non tutti.

I modelli di business per l'online publishing sono un terreno ancora tutto da esplorare. E' normale che quando si sperimenta qualcosa di nuovo, alcuni lo utilizzano come erano abituati a fare con altre cose. Il computer può essere utilizzato come una macchina da scrivere, ma non è una macchina da scrivere. Se lo usassimo solo come macchina da scrivere, questa tecnologia sarebbe a dir poco sprecata.

La stessa cosa si può dire della pubblicità sul Web.

Pensa a quei siti che vogliono attirarti promettendo di regalarti qualcosa: sms, software, suonerie per cellulari, ecc. Se anche riesci a trovare quello che cerchi, ti imbatterai in un mare di fastidiosissima pubblicità, in tutti i formati, con ogni tipo di effetto speciale. Non è detto neanche che tu sia abbastanza veloce da riuscire a chiudere tutte le finestre pop-up prima che ti invadano lo schermo in modo definitivo.

C'è una bella differenza tra pubblicità giuste e sbagliate.

Personalmente ho imparato a pensare ai contenuti online e alla pubblicità sul Web in termini di "servizio al lettore". Se infatti oggi abbiamo i mezzi e le tecnologie per ripensare il ruolo del consumatore rispetto alla pubblicità sul Web, saremmo degli sciocchi a non approfittare di questa opportunità.

Oggi posso fare in modo (con non pochi sforzi, a dire il vero) che il mio lettore non sia interrotto nella fruizione dei suoi contenuti da fastidiose pubblicità, come avviene quando guardi un film in TV.

La pubblicità può diventare informazione: in uno stesso luogo posso informarmi su un prodotto e decidere di acquistarlo. Ma non basta. Questo sembrerebbe si un trabocchetto.

Non ci deve essere conflitto d'interessi. Chi scrive su un tema e chi vende prodotti legati a quel tema devono avere un unico centrale interesse: la soddisfazione del lettore/consumatore. Questo è facile a dirsi e molto difficile a farsi. Vuol dire, in pratica, che se ti chiama qualcuno e ti propone dei soldi per parlare bene del suo prodotto (che ritieni non essere nulla di speciale), devi dire di no. Vuol dire che non devi cedere a tutti quei pubblicitari che ti strizzano l'occhio e ti propongono di trattare i tuoi lettori come "portatori sani" di attenzione, come spugne da spremere.

Ma tu, ci credi che chi ti legge è degno del più alto rispetto? Dipende tutto da questo. Se in fondo, in fondo, pensi che il lettore sia un'occasione per guadagnare, prima o poi ci cascerai anche tu.

Con questo non voglio dire che nel Web ci siano solo buoni e cattivi. Un approccio etico alla pubblicità sul Web vuol dire imparare giorno dopo giorno a pensare che il tuo lettore vale più dei soldi che può procurarti con la sua attenzione.

Nuove strategie di online publishing stanno mettendo al centro non tanto la gratuità dei contenuti o meno, ma proprio valori relazionali come la credibilità o l'autenticità. Credo che questa sia una strada davvero interessante, perché taglia le gambe ai furbi e premia chi ci mette il cuore in quello che fa.

 

"Anche se la vedo diversamente, anche se non sto così male nella mia solitaria nicchia di pensiero, non ho particolari certezze.

Mi chiedo però: vale la pena continuare a fare i furbi ? Mi spiego: la gente si rende conto che gli stai dando qualcosa di utile. Al tempo stesso capisce che lo fai per un tuo interesse !! Altro che gratuità !

Perchè non dirgli sinceramente che tutto è volto alla creazione di un profitto ? Perchè non condividere anche il profitto ?

Ti do il contenuto utile, guardami sta pubblicità e guadagni insieme a me ! Il marketing serve a generare il profitto, lo user generated marketing serve a condividerlo. In entrambi i casi il profitto si crea se e quando si crea qualcosa che abbia utilità collettiva, sociale.

Ecco che piazzare lì una pubblicità, se pur contestuale, mi sembra riduttivo.

Col Web puoi fare di più. Insomma, col Web ho la possibilità di conoscere persone, virtuali, ma persone. Vogliamo continuare a sperare che siano tutti scemi ?"




Proprio così: col Web ho la possibilità di conoscere persone.

E' questa la chiave di volta: se puoi conoscere i tuoi lettori, per te non saranno più generici consumatori, possessori di occhi da dirigere forzatamente sul banner per te più redditizio, generatori di click di alto valore.

Se so che i miei lettori sono Marco, Francesca, Stefano ecc. non mi verrà la tentazione di trattarli come stupidi e di ingannarli per trarne un profitto, perché altrimenti non vorranno entrare più in relazione con me e leggere quello che scrivo, perché penseranno che sono una persona scorretta.

Allo stesso modo, però, se so che Stefano deve comprare un nuovo cellulare e io sono entusiasta di quello che ho appena provato, non ci penserò due volte prima di consigliarglielo. Non faresti così anche tu?

Il Web può essere relazione, nel suo duplice aspetto informativo e commerciale. Quello che mi piace è quando un lettore scrive un commento o una mail dicendo: "Questo non mi sta bene" oppure "Quello mi ha dato fastidio". Se sono così intelligente da confrontarmi con lui, alla fine avremo imparato tutti e due qualcosa: lui avrà avuto la possibilità di esprimersi, e io di migliorare.

E' per questo che ti chiedo di dire anche tu come la pensi, lasciando un commento qui sotto.




Risorse su Questo Tema

 
 
 
 
 
Commenti    
blog comments powered by Disqus

 

 

 

 

8677
 




 

I Toolkit di Robin


 









 

 

 

 

  • RSS Feed

          Mail
    Nome:
    Email:
     



     
     

     

    Web Analytics