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20 giugno 2011

La Guida A Google Panda: Parte 4 - Il Futuro Che Vorrei

Quando ho iniziato a realizzare che le conseguenze di Google Panda su MasterNewMedia erano destinate a durare per parecchio tempo, ho deciso di smettere del tutto di preoccuparmi di Google ed ho iniziato a spendere il mio tempo e le mie energie per ciò che ritengo più importante: lettori e fans. Mi sono anche chiesto se non potesse esserci un modo, magari in futuro, di sfuggire a questa apparente morsa di Google senza essere allo stesso tempo una vittima della propria virtù.

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Photo credit: Eric Isselée ed Adisa - iStockphoto, Andres Rodriguez

Google Panda, il nuovo algoritmo di Google progettato per eliminare i siti con contenuti "scarsi" dai risultati di ricerca di Google, è stato una disastrosa avventura per molte centinaia di legittimi editori online, molti dei quali non meritavano affatto di vedersi spazzati via dai risultati di ricerca da Google, inavvertitamente colpiti da questo nuovo algoritmo di posizionamento nelle ricerche che tanto ha da farsi perdonare.

In nome di una crociata contro i siti di bassa qualità, costruiti ed automatizzati in molti casi solo per monetizzare gli annunci di Google AdSense, centinaia di siti web di qualità sono stati sbattuti fuori dai risultati di ricerca di Google e rimpiazzati in alcuni - non così rari - casi, proprio da quegli stessi siti dai contenuti "scarsi" che Panda doveva servire a punire.

Questa non è mica una novità. Per chi è da tempo un editore online, l'idea che Google abbia delle regole segrete e che queste siano continuatamente modificate e migliorate, non è nulla di nuovo. Ma Google Panda ha dato il via ad una nuova era e, almeno dal mio punto di vista, è il cambiamento più imponente e profondo che Google abbia fatto nel modo in cui organizza e classifica le informazioni all'interno delle pagine dei suoi risultati di ricerca.

Sfortunatamente, in molti casi, i risultati non sono stati proprio quelli attesi.

Il problema principale, che Panda ha solo aiutato ad esacerbare nuovamente, è infatti un problema ben noto che esiste da molto tempo. L'unica differenza è che, adesso, dopo-Panda, probabilmente ci sono più persone che se ne sono accorte.

Anche se tutto il traffico dovesse magicamente riapparire ed i miei introiti persi ricominciassero a riaffiorare, il problema di fondo rimarrebbe sempre lì. Per due motivi:

1) È sempre più difficile avere fiducia in Google e vederlo come un alleato fedele. Specialmente se non sei una grande azienda. Google dovrebbe essere più diretto e trasparente su come classifica i risultati, specialmente quando decide di cambiare così drasticamente tali criteri e meccanismi.

2) Google è diventato un servizio di uso comune, che dice a milioni di persone cosa è importante e cosa guardare quando si esprime una richiesta tramite una ricerca. Per tale motivo, fornisce un servizio molto importante e decisivo alla comunità globale, che ha sempre più necessità di trovare in maniera rapida ed efficiente le informazioni di cui ha bisogno. Noi, in quanto utenti, dovremmo capire che è giunto il momento di prendere il controllo di questo importante meccanismo, invece di affidarci esclusivamente ad algoritmi segreti.

Questo è il motivo per cui ho deciso di proporre una piccola, magari utopistica idea, ma che possa servire a:

a) Indicare una nuova possibile direzione.

b) Proporre qualcosa che sia tecnicamente fattibile.

c) Mettere in discussione ciò che diamo troppo per scontato.

d) Seguire le tendenze che abbiamo visto all'opera in altri settori: dall'accentramento alla distribuzione; dalla segretezza degli esperti che guardano dall'alto in basso ad una partecipazione distribuita, aperta e cooperativa.

Questo è il futuro della ricerca online. O almeno, ciò che vorrei accadesse. Continua a leggere.

 




La Situazione sul Fronte Panda

L'algoritmo Panda si sta muovendo, magari sta cambiando e si sta aggiornando proprio in questo momento.


Durata: 2:12
Matt Cutts di Google spiega cos'è e come si comporta Google Panda nel suo più recente aggiornamento.

Come ho riportato nelle precedenti parti di questa Guida a Panda, nonostante l'obiettivo dichiarato di Google sia certamente onorevole - fornire più qualità ai suoi utenti nei risultati di ricerca - non tutti i risultati ottenuti sino ad ora dimostrano chiaramente un netto miglioramento.

Più di ogni altra cosa, il numero di siti web legittimi sbattuti fuori dai risultati di Google per nessuna valida ragione apparente, è l'aspetto che, anche se temporaneo, è il più preoccupante.

In alcuni casi e per lunghi periodi di tempo, il nuovo algoritmo Panda ha fatto sì che contenuti importanti scomparissero dalla cima dei risultati di ricerca venendo rimpiazzati da siti di dubbia maggiore qualità, ed in molti casi da spudorate ripubblicazioni illegali.

"Una cosa di questo aggiornamento Farmer / Panda di Google che sembra coinvolgere molte persone, è che esistono numerosi esempi di siti che producono contenuti originali ed altri siti che li ripubblicano e poi appaiono prima tra i risultati di ricerca. Per farla breve, Google prende i siti che hanno creato i contenuti e li etichetta come siti di scarsa qualità, tenendo allo stesso tempo in cima ai risultati quei siti che hanno rubato i suddetti contenuti.

Questo è sempre stato un problema per alcuni webmaster. Ma dopo l'aggiornamento Farmer / Panda, è diventato qualcosa più che un problema."

Fonte: SEORoundtable


Durata: 3:59
Matt Cutts di Google ammette l'esistenza di questo problema e spiega come gestirlo.

"Una larga porzione di questi siti che ripubblicano i contenuti illegalmente, guadagna tramite Google AdSense e non esisterebbe nemmeno se non fosse per AdSense.

Quindi: Google bastona il tuo sito, ti dice di sistemare delle cose (e di aumentare i tuoi costi operativi mentre i tuoi margini si riducono), ti sbatte nel gruppo dove stanno i cattivi, non ti dà nessuna informazione su quando questo danno finirà (o potrebbe finire), paga qualcuno per rubare i tuoi contenuti, e dopo posiziona la copia rubata dei tuoi contenuti sopra di te nei risultati di ricerca."

Fonte: Aaron Wall - SEOBook http://www.seobook.com/how-google-creates-black-hats

A pelle, ciò che ha scritto Aaron è ciò che sento da un po' dentro di me, dopo che Google ha fatto durare per così tante settimane il gigantesco danno collaterale sguinzagliato con le prime due iterazioni di Panda.

Nonostante il mio ottimismo e il desiderio di vedere una possibile opportunità dietro l'immediato disastro, non posso non constatare una parte significativa del danno che Google ha provocato ai legittimi editori, compensando e premiando, allo stesso tempo - consapevolmente o meno - la peggiore feccia del web. Coloro che rubano e ripubblicano illegalmente i contenuti dal tuo sito e li ripubblicano senza attribuzione, come fossero i loro.




Il Fallimento di Google nelle PR

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Sì, posso capire ci voglia del tempo per rifinire ed aggiustare questo nuovo giocattolo che Google ha creato, ma ho l'impressione che stavolta Google avrebbe dovuto fare ben più test di quanto abbia invece fatto, fornendo, allo stesso tempo e ben in anticipo, indicazioni chiare agli editori online dei cambiamenti profondi in arrivo e delle possibili conseguenze che questi avrebbero comportato.

Dato l'enorme ecosistema di piccoli business cresciuti intorno a Google, costituito sia da compagine buone che da cattive, Google avrebbe dovuto sentirsi una maggiore responsabilità nell'informare i suoi tanti partner editori online ed azionisti delle sue intenzioni, dato che simili cambiamenti possono distruggere anni di lavoro ed amore nell'arco di una notte.

Dunque, se da un lato, sono d'accordo che Google stia fornendo un servizio gratuito, e che sia un'azienda privata che fa business, penso comunque che ciò che ho visto accadere, dato il numero di siti rispettabili e pieni di valore che sono stati "pandalizzati", sia stato come aver fatto, almeno in parte, di tutta l'erba un fascio.

Sì, va bene rifinire e cambiare drasticamente gli algoritmi per eliminare i siti web inutili e dannosi, ma ciò non significa che si possano danneggiare irresponsabilmente centinai di altri editori validi, magari perché questo nuovo algoritmo ha ancora bisogno di tante migliorie.

Non sto dicendo che Google debba garantire gli affari ed i guadagni di tutti, ma solo essere cosciente del suo potere e dei tanti buoni editori online che potrebbero essere stati penalizzati per errore da questi cambiamenti. Penso che Google avrebbe dovuto usare un po' più di cautela stavolta nell'informarli, almeno per grandi linee, dei cambiamenti imminenti (Google Panda).

Ed è proprio su questo aspetto - chiamalo PR o comunicazioni con l'esterno - che Google ha davvero fallito. Non so perché così pochi editori online negli Stati Uniti abbiano avuto il coraggio di farsi avanti e dire questa cosa, ma dato che sono sempre stato sincero riguardo i miei sentimenti per Google, ho sentito che fosse una situazione appropriata per far emergere alcuni di questi problemi.




Il Problema: La Credibilità di Google

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Panda, ed i risultati diseguali che ha prodotto, hanno generato un sacco di critiche verso Google, specialmente da parte di chi è stato colpito più duramente da questo nuovo algoritmo di ricerca.

Ma anche al di fuori di questa larga cerchia di migliaia di siti web "pandalizzati", sembra esserci una preoccupazione crescente e ricorrente. Ora che sempre più persone hanno toccato con mano il tipo di conseguenze negative che Google può causare su larga scala (quando i suoi cambiamenti algoritmici non sono opportunamente testati con anticipo), vedo ancora una volta un crescente numero di persone che si lamentano e criticano Google.

I loro fastidi principali sono specificatamente la credibilità, l'etica e la trasparenza di Google.

Avere tale segretezza non dovrebbe, in teoria, essere un problema per un'azienda commerciale online privata. Ma qui il problema è che tale azienda costituisce adesso il centro mondiale per reperire le informazioni, cui ognuno si rivolge per scoprire "chi è chi", "dove trovo X o Y" e "di chi posso fidarmi" su una determinata area di competenza.

In più, Google è anche il motore di ricerca più usato su Internet ed il maggiore fornitore di search advertising. Ed i soldi che Google ricava dalla pubblicità, sono di gran lunga la fetta più grossa della sua attuale torta di introiti.

EricLegge - Level 1 - 5/5/11

...Google si finanzia principalmente con la pubblicità sui siti web. Agli inizi aveva solo una fonte di reddito.

È un servizio gratuito, perché le informazioni sono fornite dalla maggior parte dei siti web, ma ciò è reso possibile grazie alla pubblicità.

Google è il motore di ricerca dominante e l'azienda principe del settore della pubblicità online. Può mantenere tale posizione progettando il suo algoritmo di ricerca in modo che altri inserzionisti non abbiano possibilità di competere.

C'è una mancanza di integrità poco condivisibile in un motore di ricerca dominante che, da un lato, crea un algoritmo progettato per migliorare i suoi risultati di ricerca in modo che solo i siti di qualità stiano in cima nelle prime pagine dei risultati, ma che dall'altro, non chiarisce esattamente come un sito possa soddisfare tali criteri di ricerca - un cambiamento reso impossibile per molti siti di qualità.

Dove c'è una tale segretezza, c'è solitamente una mancanza di integrità.

Tutto dovrebbe essere trasparente.

Specialmente nel caso in cui un'azienda domina sia il mercato dei motori di ricerca, sia il mercato della pubblicità online...

Fonte: Google Webmaster Central

Penso che tali preoccupazioni non siano totalmente fuori luogo e che Google debba farci i conti il prima possibile.




Il Valore dell'Accessibilità e della Ricerca di Informazioni

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Dato che viviamo nell'era delle informazioni e che gran parte dell'economia mondiale gira intorno alle "informazioni", accedervi ed avere la possibilità di cercarle dovrebbe essere di pubblico dominio. Non qualcosa di privato, spinto esclusivamente da interessi commerciali e di mercato, e misurato solamente sulla base di risultati finanziari.

Le informazioni pubbliche disponibili su Internet sono lì per essere consultate da tutti e creare valore aggiuntivo, conoscenza e nuove soluzioni per gli altri. Per questo motivo, il modo in cui le informazioni sono organizzate, classificate e filtrate dentro un motore di ricerca globale, che serve centinaia di milioni di persone, secondo il mio umile parere non è solo un problema esclusivo di Google.

Infatti, penso seriamente che i motori di ricerca come Google dovrebbero essere considerati alla stregua di servizi di pubblica utilità, dovrebbero essere mantenuti gratuiti e resi pubblici, e gli utenti dovrebbero esserne i veri proprietari. (Magari, Google o chi fornisce tali funzionalità di ricerca, potrebbe essere finanziato pubblicamente da tutti tramite una tassa invisibile aggiunta al costo di tutte le connessioni ad Internet od alla bolletta elettrica o telefonica).

Quando così tanto delle nostre vite dipende dall'avere un accesso valido e rapido alle informazioni giuste, non pensi sarebbe molto rischioso dipendere da un sistema centralizzato e segreto, mosso esclusivamente da ricavi finanziari, che influenza in modo costante come le informazioni sono organizzate e classificate?

Tutto dovrebbe essere trasparente. Nessuna azienda o compagnia dovrebbe essere in grado di manipolare il sistema senza che gli altri se ne accorgano.

Per raggiungere tale obiettivo, sarebbe necessario richiedere la trasparenza delle regole usate per filtrare e classificare i risultati delle ricerche e lasciar decidere agli utenti il controllo e la decisione finale su cosa sta più in alto in classifica e cosa deve essere estromesso.

Non ci dovrebbe essere Google a decidere queste cose in tua vece ed in modo segreto.

Dato che Google controlla quali informazioni vedi quando cerchi qualcosa, e come tali pezzi di informazioni sono classificati ed organizzati, come può Google rimanere credibile se:

a) Mantiene la totale segretezza su questa cosa, anche a fronte dei suoi stessi sbagli?

b) È anche la piattaforma che domina la pubblicità nelle ricerche online, che si incentra per il 100% intorno al motore di ricerca di Google, e che costituisce la maggior parte dei suoi introiti?

In altre parole: se hai un monopolio del mercato delle ricerche online e controlli i risultati di ricerca, volente o nolente, controlli anche il mercato della pubblicità a tuo esclusivo vantaggio.

Dunque come puoi essere credibile in una situazione del genere? E per quanto puoi continuare a farla franca?




Un Futuro Alternativo per la Ricerca: Ecco Come Potrebbe Essere

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Così è come mi piacerebbe immaginare il futuro della ricerca online, che potrebbe anche essere una possibile soluzione-opportunità per Google... o per il "Google" che verrà.

Questa è anche una lettera aperta alle comunità mondiali di Open Source e P2P, perché, ai miei occhi, loro sono quelli che potrebbero apprezzare più facilmente qualunque ipotetico valore ci possa essere e che avrebbero anche le capacità e la visione per trasformarlo in realtà.

La mia idea è semplice.

Un motore di ricerca per gli utenti, fatto dagli utenti.

Aperto, gestito dal basso, distribuito.

Le mie premesse:

a) Per rendere più utili i risultati di ricerca, facendo in modo, allo stesso tempo, che siano anche più affidabili e meno suscettibili di essere manipolati da marketer senza scrupoli, non credo ci sia bisogno di rendere segreti il tuo motore di ricerca ed i tuoi algoritmi di posizionamento.

b) La segretezza promuove e fomenta la nascita del mercato illegale, di sotterfugi e di un obiettivo ben definito per tutti: scoprire il segreto. Scoprine il funzionamento. Manipolarlo.



La mia proposta: Perché allora non rivoluzionare il meccanismo di posizionamento delle ricerche, rimettendone in mano il controllo a chi cerca ed ha bisogno di prendere delle decisioni basate sulle informazioni?

Non personalizzando i risultati o differenziandoli da quelli degli altri basandosi sulla cronologia, le preferenze personali o le relazioni sociali, ma permettendo all'utente di vedere in qualunque momento cosa ci sta dietro ed avendo l'opportunità di modificarlo.

Cosa è davvero meglio per noi? Un motore di ricerca centralizzato, segreto e proprietario gestito da Wall Street, oppure un motore di ricerca distribuito, totalmente trasparente ed open source che ponga tutti, e dico tutti, gli UTENTI al posto di guida?

Cosa succederebbe se fossimo tu ed io, individualmente, a selezionare i criteri, gli algoritmi di posizionamento e gli approcci alle penalizzazioni da usare, per creare i nostri risultati di ricerca?

Immagina se:

a) La ricerca fosse un servizio completamente pubblico.

b) Gli utenti cominciassero a vedere i fattori di posizionamento e filtraggio e, qualora lo desiderino, potessero cambiarli in base alle loro necessità ed alle loro preferenze personali.

d) "Curatori di ricerca affidabili" dediti a specifiche nicchie di informazioni verticali cominciassero a divenire loro stessi i nuovi risultati rilevanti. Tali persone forniscono la necessaria "affidabilità" e trasparenza ai risultati di ricerca creando le loro collezioni curate per gli argomenti che trattano.

e) Emergesse un ecosistema di algoritmi open source, filtri, collezioni curate di siti e risorse su argomenti specifici.

f) Esistesse un sistema non manipolabile. Se tutti potessero individualmente selezionare e classificare i risultati in base sia alle loro preferenze, sia utilizzando delle impostazioni predefinite di filtraggio concepite dagli utenti, plugin di posizionamento progettati dagli esperti e dai curatori di nicchia: diverrebbe molto più difficile per chiunque manipolare i risultati dei motori di ricerca, perché a quel punto esisterebbero migliaia di sistemi di posizionamento differenti. Non solo Google e Bing.

N.B.: A coloro che non avessero intenzione di impostare le loro preferenze di ricerca personali, potrebbe essere offerto di selezionare tra algoritmi di ricerca alternativi (e.g.: Pre-Panda, stile 1998, ecc.), od attraverso algoritmi pre-selezionati progettati dagli utenti, gruppi od anche dagli stessi altri motori di ricerca, oppure ripiegare sulle preferenze impostate dalla loro cerchia ristretta di amici (su Facebook, Twitter, ecc.). Qualora tu non abbia amici "online" e non voglia impostare alcuna preferenza, paradossalmente ti potrebbe venire dato un insieme di risultati alfabetico od indicizzato cronologicamente, dal quale poter poi rifinire e distillare cosa ti serve, applicando di volta in volta, i criteri che preferisci.



Morale: Rivoluziona. Legalizza.

Fornisci la scelta su come classificare i risultati di ricerca di Internet a coloro che cercano le informazioni, non a chi controlla sia la ricerca, sia il mercato della pubblicità.

Permetti agli utenti di indicizzare, rifinire, sviluppare e migliorare gli algoritmi di posizionamento del motore di ricerca applicando i filtri e le metriche che servono di più a LORO STESSI, e non alle azioni di Google.

Spostati dall'elencare titoli-URL-descrizioni verso risultati di ricerca curati, dove "curatori di ricerca affidabili" forniranno insiemi di risultati di alta qualità, selezionati ed organizzati insieme in nuovi formati emergenti.



Altre Considerazioni

  • L'indicizzazione dei contenuti potrebbe diventare anch'essa un'attività distribuita in mano agli utenti. Con tale approccio, i singoli utenti contribuiscono ad indicizzare ed aggiungere informazioni dentro un database condiviso, aggregando l'indice personale di ogni utente. Così, gli utenti non SOLO avrebbero maggiore controllo su cosa viene effettivamente indicizzato, ma starebbero creando attivamente un vero indice di ricerca di pubblico dominio - uno sforzo comune da parte di tutti gli utenti, reso disponibile a tutti. (Un esempio di motore di ricerca distribuito - dove i singoli utenti collaborano per costruire il loro database di ricerca - è il progetto YaCy).
  • I nuovi media e l'alfabetizzazione digitale diventano sempre più importanti, perché se gli individui non sono educati a comprendere le differenze tra i diversi tipi di informazioni, il ruolo dei motori di ricerca ed il valore di avere dei filtri appropriati, questa mia proposta potrebbe rimanere solo un'utopia.
  • I risultati di ricerca visti così potrebbero scorgere l'inizio di un lento, ma inesorabile declino. Perché? Le persone vogliono di più e vogliono più informazioni di qualità, selezionate, curate da qualcuno di cui si fidano od organizzate in modi che essi stessi possano controllare e modificare.
  • Cercare informazioni non è un bisogno del cliente. È una componente vitale del nostro ecosistema emergente su questo pianeta. Tutto ciò che ha un valore immenso ed un potenziale del genere per l'intera umanità, non dovrebbe essere regolato, secondo la mia umile opinione, dagli interessi di coloro che hanno azioni in quella compagnia.
  • Se Google e gli altri principali motori di ricerca non hanno intenzione di essere trasparenti su come organizzano, filtrano e classificano le informazioni, come puoi fidarti che le risposte che ti danno forniscano davvero la miglior scelta possibile?
  • L'accesso alle informazioni non dovrebbe essere basato su una ricetta "sociale" segreta di cosa è buono e cosa è cattivo - cosa che fanno già le religioni di questo mondo - dato che non esiste alcun modo oggettivo di misurare le differenti esigenze e richieste di informazioni di ciascun essere umano.

    A meno che non possano essere controllate.

Questa è la mia provocazione sul futuro che vorrei vedere per le ricerche online.

Guru dell'Open Source, evangelisti del P2P, indipendenti e futuristi, che ne dite? È una direzione possibile che possiamo prendere?




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http://bit.ly/set-primo-su-google

 

 


Se te le sei perse, ecco le altre Parti di questa Guida:

La Guida A Google Panda - Parte 1: Cosa È, Come Funziona, Danni Collaterali

La Guida A Google Panda - Parte 2: Il Nuovo Algoritmo Che Autoapprende E Come Approcciarlo

La Guida A Google Panda - Parte 3: Cosa Cercare, Cosa Pulire

La Guida A Google Panda: Parte 5 - Il Dilemma Di AdSense

 



Scritto da per MasterNewMedia e pubblicato per la prima volta il 9 giugno 2011 con il titolo "The Google Panda Guide: Part 4 - The Future I Would Like To See". Traduzione ed editing di Daniele Bazzano.




Photo credits:
Il Fallimento di Google nelle PR - barsik
Il Problema: La Credibilità di Google - Clipart
Il Valore dell'Accessibilità e della Ricerca di Informazioni - Sean Gladwell
Un Futuro Alternativo per la Ricerca: Ecco Come Potrebbe Essere - gvictoria

 
 
 
 
 
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