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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


21 marzo 2006

Economia E Produzione: L'Economia P2P E Il Rapporto Con I Mercati

Michel Bauwens conclude il suo essay sull' economia P2P guardando alle opportunità che l'economia P2P fornisce in rapporto ai nuovi mercati creati dal surplus informativo, alle tecnologie distribuite e a quei settori in cui il processo di progettazione è separato da quello di produzione.

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Photo credit: Kirsty Pargeter

  • Il P2P, come nuova forza economica può emergere dove i capitali finanziari possono essere distribuiti. Iniziative come la banca ZOPA puntano in questa direzione. L'acquisto cooperativo e l'uso di grandi capitali sono una possibilità. Il supporto di stato e lo sviluppo open source sono un altro esempio.


  • Il P2P può essere aumentato e sostenuto attraverso l'introduzione di un reddito di base universale.
  • Questo è realmente possibile?

    Quali sono i fondamenti politici ed economici che permettono la realizzazione di questa visione ?

    Quali sono i pro e i contro del modello economico P2P ?

    Queste ed altre sono le domande alle quali Michel Bauwens tenta di rispondere.

     

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    Photo credit: Andriy Doriy




    P2P e mercati: L'immanenza vs. la trascendenza del P2P

    P2P e il mercato

    Gli scambi P2P possono essere considerati in termini di mercato solo nel senso che gli individui sono liberi di contribuire, prendere quello di cui hanno bisogno, seguire le inclinazioni individuali, con una mano invisibile che mette tutto insieme ma senza alcun meccanismo monetario.

    Non esistono mercati reali:
    Non sono richiesti prezzi di mercato, né decisioni manageriali per decidere a chi vanno le risorse:

    1. I mercati non funzionano secondo i criteri dell'intelligenza collettiva e l'oloptismo, ma piuttosto nella forma di uno sciame di insetti. Tutti hanno la loro autonomia in un ambiente distribuito, ma ogni individuo può vedere solo il suo beneficio immediato.


    2. I mercati sono basati su di una cooperazione "neutrale", e non sulla sinergia cooperativa: non è creata nessuna reciprocità


    3. I mercati funzionano per lo scambio di valore e di profitto , non direttamente per il valore d'uso.


    4. Mentre l'obiettivo del P2P è la piena partecipazione, i mercati soddisfano solo il bisogno di coloro che hanno un potere di acquisto.

    Gli svantaggi dei mercati includono:

    1. Non funzionano bene per i bisogni comuni che non coinvolgono il pagamento diretto (difesa nazionale, politica generale, educazione e salute pubblica).


    2. In aggiunta non tengono conto di esternalità negative (l'ambiente, i costi sociali, le generazioni future).


    3. Dal momento che i mercati aperti tendono ad abbassare i profitti danno sempre la spinta alla crescita di anti-mercati in cui oligopoli e monopoli tendono a manipolare il mercato a loro beneficio.




    P2P e Capitalismo

    Nonostante le differenze significative, il P2P e il mercato capitalista sono altamente interconnessi. Il P2P dipende dal mercato e il mercato dipende dal P2P.

    La produzione Peer dipende altamente dal mercato che produce valore d'uso attraverso una produzione per la maggior parte immateriale, senza che venga fornito direttamente un reddito ai produttori.

    I Participanti non possono vivere della produzione peer, nonostante ottengano significati e valori da essa e nonostante essa possa essere più efficiente e produttiva del normale mercato.

    La produzione peer copre solo una parte della produzione, mentre il mercato copre tutte le sezioni.

    Ma anche i mercati e il capitalismo sono dipendenti dal P2P.
    Il capitalismo è diventato un sistema che si affida ai network distribuiti, in particolare alle infrastrutture P2P per quanto riguarda l'informatica e la comunicazione. La produttività dipende da team di lavoro cooperativi, spesso organizzati in modi derivati dalla modalità di produzione peer. Il supporto dato dalle grandi compagnie IT allo sviluppo open source testimonia l'uso derivato da questi regimi di proprietà comune.

    Il modello generale di business si basa sulle infrastrutture P2P e crea un valore di surplus che può essere pacchettizzato per lo scambio di valore. Comunque il supporto al software libero e open source da parte delle aziende pone dei problemi interessanti.

    Quando un software FS/OS è sponsorizzato o gestito da un'azienda si può parlare ancora di P2P?. Solo parzialmente.

    Se utilizza le strutture legali GPL/OSI risulta come regime di proprietà comune. Se i produttori dipendono da un reddito, o se la produzione subisce una gerarchia aziendale, non si può più parlare di produzione peer.

    Dobbiamo dire che quando l'intera struttura sottostante del capitalismo diviene distribuita genera pratiche P2P e dipende da esse.
    La scuola italo-francese di 'capitalismo cognitivo' afferma che il valore della creazione non è più confinato all'impresa, ma appartiene all'intellettualità di massa dei lavoratori della conoscenza, che, attraverso la loro esperienza di apprendimento permanente e la connettività sistemica, innovano costantemente all'interno o all'esterno dell'azienda.

    Questo è un argomento importante, dal momento che giustificherebbe quella che noi vediamo come unica soluzione per l'espansione della sfera P2P all'interno della società: il reddito di base universale. Solo l'indipendenza del lavoro e la struttura del salario possono garantire che i produttori peer possano continuare a creare questa sfera di valore d'uso altamente produttiva.

    Questo significa che la produzione peer appartiene al sistema oppure trascende il capitalismo ?




    P2P e Capitalismo Netarchico

    Più importante della relazione che abbiamo trattato precedentemente,è il fatto che i processi peer to peer contribuiscono anche a forme più specifiche di capitalismo distribuito.

    L'uso massiccio di software open source nel business,
    supportato entusiasticamente da capitali e grandi compagnie IT come IBM, sta creando una piattaforma software distribuita che taglierà drasticamente gli affitti monopolistici di compagnie come Microsoft e Oracle, mentre
    Skype e il VoIP redistribuiranno drasticamente l'infrastruttura di telecomunicazione.

    In aggiunta, questo evidenzia un nuovo modello di business che va oltre i prodotti e si focalizza sui servizi associati con i modelli software nominalmente free FS/OS.

    Le industrie si stanno gradualmente trasformando per incorporare l'innovazione generata dall'utente ed una nuova intermediazione può nascere attorno ai media user-generated. Molti lavoratori della conoscenza stanno scegliendo percorsi non aziendali e divenendo mini-imprenditori, che si affidano ad un'infrastruttura partecipatoria sempre più sofisticata, un tipo di Commons aziendali digitali.

    Le forze per il profitto che stanno costruendo ed abilitando queste nuove piattaforme di partecipazione rappresentano una nuova sottoclasse, che io chiamo classe netarchica. Se il capitalismo cognitivo è definito dall'importanza degli assetti intellettuali nei confronti degli assetti industriali del capitale fisso, e dall'affidabilità di un'estensione dei diritti IP per stabilire affitti monopolistici (come i capitalisti vettoriali descritti da Mackenzie Wark) ne deriva che questi nuovi capitalisti netarchici prosperano in base allo sviluppo di network partecipatori.

    E' significativo che Amazon costruisca se stessa attorno alle recensioni degli utenti, eBay viva su di una piattaforma di acquisti distribuiti in tutto il mondo e Google sia costituito da contenuto generato dagli utenti.

    Comunque, sebbene queste compagnie si affidino ai diritti IP, il loro potere dipende dalla proprietà della piattaforma.

    In modo più esteso, il capitalismo netarchico è una parte del capitale che abbraccia la rivoluzione peer. E' la forza dietro all'immanenza peer to peer. All'opposto, sebbene collegate con un'allenaza temporanea,sono le forze del Common-ism, che inseriscono il loro destino nella trascendenza del peer to peer, in una riforma dell'economia politica che va oltre il dominio del mercato.



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    Photo credit: Robert Redelowski




    Aspetti trascendenti del P2P

    La nostra recensione degli aspetti immanenti del peer to peer, su quanto sia dipendente dal capitalismo, non esaurisce l'argomento. Il P2P ha importanti aspetti trascendenti che vanno oltre i limiti dell'economia del profitto:

    • La produzione peer permette efficacemente la libera cooperazione di produttori che hanno accesso ai loro significati di produzione


    • e il risultante valore d'uso dei progetti supera le alternative per il profitto.

    Storicamente, sebbene le forze di alta produttività possano essere temporaneamente inserite in vecchi sistemi produttivi, queste conducono a profondi sconvolgimenti dell'economia politica. La nascita di modelli capitalistici all'interno del sistema feudale rappresenta un caso. Questo è particolarmente significativo perchè settori leader dell'economia di profitto stanno deliberatamente abbassando la loro crescita produttiva (nella musica attraverso i brevetti) e provando a legiferare la produzione P2P e le pratiche di condivisione:

    • il sistema di governo peer trascende sia l'autorità del mercato che lo stato


    • le nuove forme di proprietà comune universale trascendono i limiti sia dei modelli privati che pubblici e stanno ricostituendo i campi dinamici dei Commons.

    Nel momento in cui il modello capitalistico della produzione danneggia la biosfera e causa danni fisici e psichici alla popolazione, la nascita di alternative diviene allettante e corrisponde ai nuovi bisogni culturali della popolazione.

    L'emergere del P2P è pertanto accompagnato da una nuova etnia di lavoratori (Etica Hacker di Pekka Himanen), da nuove pratiche culturali come circoli peer in ricerche spirituali (, indagini cooperative di John Heron), ma soprattutto da un nuovo movimento sociale e politico, il cui intento è promuovere la sua espansione.

    Questo movimento P2P ancora nascente, (che include il movimento Free Software e Open Source, il movimento open access, il movimento free culture e altri) riflette gli obiettivi di un movimento di che va oltre la gobalizzazione, e sta divenendo l'equivalente del movimento socialista nell'età industriale.

    Si erge come alternativa permanente allo status quo, ed è espressione di una crescita di una nuova forza sociale: i lavoratori della conoscenza.

    Infatti, l'obiettivo della teoria peer è dare una spiegazione teorica alle pratiche trasformative di questo movimento. E' il tentativo di far comprendere un nuovo tipo di società, basata sulla centralità dei Commons, e all'interno di un mercato riformato è una possibilità.

    Tale teoria dovrebbe spiegare non solo la dinamica dei processi peer, ma anche come si adattano alle altre dinamiche intersoggettive. Per esempio il rapporto tra il P2P e i modelli di reciprocità, i modelli di mercato e i modelli di gerarchia; su quali trasformazioni ontologiche, epistemologiche e assiologiche questa evoluzione si basa; e che cosa un'etica P2P può ottenere.

    Un elemento cruciale di questa teoria peer to peer dovrebbe essere lo sviluppo di tattiche e strategie per la trasformazione.

    La questione chiave è: può il peer to peer espandersi oltre la sfera immateriale nel quale è nato?




    L'espansione dei modelli P2P di produzione

    Data la dipendenza del P2P dal modello di mercato esistente,
    quali sono le possibilità che vada oltre la sfera esistente delle merci immateriali ?

    Ecco alcune potenzialità:

    1. Il P2P può emergere non solo nella sfera immateriale della produzione software e intellettuale, ma dovunque ci sia accesso ad una tecnologia distribuita: telecomunicazioni distribuite e ogni tipo di comunicazione virale.


    2. Il P2P può crescere dove sono disponibili altre forme di capitale fisso distribuito: è il caso della "condivisione della macchina", che è il secondo modello di trasporto più utilizzato negli Stati Uniti.


    3. Il P2P può crescere dove il processo di progettazione è separato da quello di produzione fisica. I grandi capitali per la produzione possono coesistere affidandosi ai processi P2P per la progettazione.


    4. Il P2P può crescere dove i capitali finanziari possono essere distribuiti come nel caso della banca ZOPA. Gli acquisti cooperativi, l'uso di merci ad alto capitale, il supporto dello stato e fondi per lo sviluppo open source sono un altro esempio.


    5. Il P2P potrebbe espandersi e sostenersi attraverso l'introduzione di un reddito di base universale.




    Quest'ultimo che crea un lavoro salariato ed un reddito indipendente ha la potenzialità di sostenere un ulteriore sviluppo del valore d'uso generato dal P2P. Attraverso un'etica di 'piena attività' (piuttosto che di pieno impiego) il reddito di base viene giustificato: non solo è efficace in termini di povertà e
    disoccupazione, ma ha un importante valore d'uso per la comunità umana.

    Comunque, mentre è difficile vedere quanto la produzione del valore d'uso e lo scambio possa essere la sola forma di produzione, è più realistico vedere il peer to peer come parte del processo di scambio. In questo scenario il peer to peer potrebbe coesistere e trasformare profondamente altri modelli intersoggettivi.

    Un'economia politica basata sui Commons dovrebbe essere centrata attorno al peer to peer e coesistere con:

    • Una sfera potente di reciprocità (economia del dono) centrata attorno all'introduzione di valute complementari basate sul tempo.


    • Una sfera riformata per lo scambio di mercato, il tipo di 'capitalismo naturale' descritto da Paul Hawken, David Korten e Hazel Henderson,
      Dove i costi della riproduzione sociale e naturale non sono più esternalizzati e abbandonano l'imperativo di crescita per un nuovo tipo di economia come descritto da Herman Daly.


    • Uno stato riformato che funziona all'interno di uno stato di azionisti multipli, non più sottomesso agli interessi delle grandi aziende, ma che agisce come arbitro tra Commons, Mercato ed Economia del dono.




    Questo obiettivo potrebbe ispirare un'alternativa potente al dominio neoliberale e creare movimenti 'Common-ist' ispirati a tali obiettivi.




    ---

    Fine della Parte III (di tre)

    Parte I: Economia P2P: I Network Peer To Peer E Il Loro Potere Politico

    Parte II: Economia Peer To Peer Come Approccio Alternativo Alla Produzione






    Pubblicata originalmente come: "The Political Economy of Peer Production"

    Il 12 gennaio 2005

    Arthur e Marilouise Kroker, Editori




    Per maggiori informazioni:

    Pluralità/Integrazione e sviluppi P2P

    Un grande manoscritto ed un progetto in corso sull'argomento.

    Il fondamento delle alternative P2P






    Bibliografia

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    L'autore:

    Michel Bauwens (1958) è un filosofo belga e teorico del Peer-to-Peer. Ha lavorato come consulente Internet, information analyst per la United States Information Agency, information manager per British Petroleum

    (dove ha creato uno dei primi centri di informazione virtuale), ed è ex
    editor-in-chief del primo magazine per la convergenza digitale Europea Wave. Con Frank Theys, è il co-creatore di di un documentario di tre ore TechnoCalyps,
    un'esamina della 'metafisica della tecnologia'. Ha curato due antologie
    in lingua francese sulla Antropologia della Società Digitale.

    Prima studente di Ken Wilber, ora ne critica alcuni aspetti del movimento-Beck ed è una voce potente per una società non autoritaria basata sul peer to peer.

    Michel è l'autore di alcuni essay online, inclusa la tesi Peer to Peer and Human Evolution, ed è editore di P2P News

    Ora vive a Chiang Mai, Tailandia, dove ha creato la Foundation for P2P Alternatives e mantiene un blog.

    Ha tenuto corsi sull'antropologia della società digitale alla ICHEC/St. Louis a Bruxelles, Belgio e i relativi corsi alla Payap University e Chiang Mai University in Tailandia.

     
     
     
     
     
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