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1 marzo 2006

Economia P2P: I Network Peer To Peer E Il Loro Potere Politico

Peer To Peer non è solo un modo di scambiare file. E' una nuova modalità di accedere alle risorse che non seleziona a priori chi far partecipare, che distribuisce valori, che presuppone un uomo nuovo ed una nuova società.

Da quando Marx ha identificato gli stabilimenti manufatturieri di Manchester come il simbolo della nuova società capitalista, la vita sociale ha subito enormi trasformazioni.

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Photo credit: Joseph Zlomek

Ora che i sistemi sociali, politici ed economici si stanno trasformando in network distribuiti sta emergendo una nuova dinamica umana: il peer to peer (P2P).

Il P2P fa emergere un terzo modello di produzione, un terzo modello di governo, ed un terzo modello di proprietà, in grado di riconfigurare l'economia politica. Questo essay sviluppa il concetto di P2P e cerca di spiegare i nuovi processi sociali che ne derivano.

 

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Photo credit: Photojynic



Peer to Peer

Il P2P non si riferisce a tutti i processi che hanno luogo in network distribuiti: Il P2P designa in maniera specifica tutti quei processi che hanno come obiettivo accrescere la partecipazione da parte di attori che hanno uguale potere. Definiremo in maniera specifica le caratteristiche dei processi P2P.

Processi P2P:

  • Produzione di valore d'uso attraverso la libera cooperazione di produttori che hanno accesso a capitali distribuiti: questo è il modello di produzione P2P, un terzo modello di produzione, differente dal modello capitalista e da quello della produzione da parte di imprese statali. Questo prodotto non è un valore di scambio per il mercato, ma un valore d'uso per una community di utenti.
  • Sono governati da community di produttori stessi, e non dal mercato e dalle aziende. E' una modalità di governo P2P, o 'terza modalità di governo.'
  • Producono valore d'uso liberamente accessibile su base universale, attraverso un nuovo regime di proprietà. Questo è un 'modello di proprietà Peer': una 'terza modalità di proprietà,' differente da quella privata e da quella pubblica.



L'infrastruttura del P2P

Di che cosa c'è stato bisogno per facilitare l'emergere di processi peer to peer ?

Il primo requisito è stato l'esistenza di un'infrastruttura tecnologica che funziona per processi peer to peer e permette un accesso distribuito a capitali "fissi". I computer individuali che permettono ad una macchina universale di eseguire un compito logico sono forme di "capitali fissi" disponibili a basso costo a molti produttori.

Internet, come network punto punto, è stato progettato specificatamente per la partecipazione dei computer degli utenti senza l'uso di hub obbligatori. Sebbene non sia totalmente nelle mani dei partecipanti, Internet è controllato, attraverso un governo distribuito, e fuori della completa egemonia di un privato particolare o di attori di Stato. Gli elementi gerarchici di Internet ( come i protocolli IP, e i Domain Name System decentralizzati, etc...) non dissuadono la partecipazione.

I comunicatori virali, o meshworks, sono una logica estensione di Internet. Con questa metodologia, gli strumenti creano i loro network attraverso l'uso di capacità in eccesso, bypassando il bisogno di un infrastruttura pre-esistente . Il movimento 'Community Wi-Fi', il gruppo di pressione Open Spectrum, la televisione file-serving e infrastrutture di telecomunicazione meshwork-based sono esempi di questo trend.

Il secondo requisito è un'informazione alternativa e sistemi che permettono la comunicazione autonoma tra agenti cooperativi.

Il Web (in particulare il Web scritto e il Web 2.0) con la sua produzione autonoma, la distribuzione e il consumo di materiale scritto, di podcast e webcast crea un'informazione alternativa ed un'infrastruttura di comunicazione per la creazione audio e audiovisuale.

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Photo credit: Piotr Sikora

L'esistenza di questa infrastruttura permette la produzione autonoma di contenuti che possono essere distribuiti senza l'intermediario dell'editoria classica e dei media (sebbene possano nascere nuove forme di mediazione)

Il terzo requisito è l'esistenza di un'infrastruttura software per una cooperazione globale autonoma.

Un numero crescente di strumenti di collaborazione come blog e wiki uniti a software per il social networking facilitano la creazione di capitali sociali, rendendo possibile la creazione di gruppi globali che possono creare valore d'uso senza un intermediario o la distribuzione attraverso imprese.

Il quarto requisito è la creazione di un'infrastruttura legale che permette la creazione del valore d'uso e lo protegge dall'appropriazione privata. La General Public License (che proibisce l'appropriazione del codice del software), la correlata iniziativa Open Source, e certe versioni di licenze Creative Commons hanno questo ruolo. Queste permettono la protezione del valore d'uso comune ed usano le caratteristiche virali per diffonderlo. La GPL e il materiale correlato possono essere usati solo in progetti di pubblico dominio.

Il quinto elemento è culturale. La diffusione dell'intelligenza umana, (l'ontologia), dei modi di conoscere (epistemologia) e della costellazione di valori (axiologia) servono a creare il tipo di individualismo cooperativo di cui c'è bisogno per sostenere un'etica che permette i progetti P2P.



Le caratteristiche del P2P

I processi P2P accadono in network distribuiti. I network distribuiti sono network in cui agenti autonomi possono determinare liberamente il loro comportamento e i propri collegamenti senza bisogno di un intermediario obbligatorio.

Come afferma Alexander Galloway nel suo libro sul potere protocollare i network distribuiti non sono come i networkk decentralizzati che hanno bisogno di hub obbligatori.

Il P2P è basato sul potere distribuito e sull'accesso distribuito alle risorse. In un network decentralizzato come il sistema degli aereoporti americano, gli aerei devono muoversi secondo hub determinati; nei network distribuiti come Internet, gli hub possono esistere ma non sono obbligatori e gli agenti possono sempre scegliere.

I progetti P2P sono caratterizzati da una equipotenzialità e da un 'anti-credenzialismo.' Questo significa che non esiste una selezione a priori di chi partecipa. La capacità di cooperare è verificata durante il processo di cooperazione stesso. I progetti sono aperti a tutti i partecipanti che hanno le abilità di contribuire al progetto stesso. Queste capacità sono verificate e validate in maniera comune nel processo di produzione stesso.
Questo è evidente in processi di publishing aperto come quelli di citizen journalism: tutti possono postare e ciascuno può verificare la veridicità e la qualità dell'articolo. I sistemi di reputazione sono usati per una validazione in comune. Il filtro è a posteriori, non a priori. L'Anti-credenzialismo è contrastato nelle peer review, dove le credenziali sono un pre-requisito per partecipare.

I progetti P2P sono caratterizzati da oloptismo. L'oloptismo è la capacità dei processi peer to peer di permettere ai partecipanti il libero accesso a tutte le informazioni riguardo agli altri partecipanti; non in termini di privacy ma in termini di accesso agli obiettivi, alle statistiche e alla documentazione del progetto per intero.

Questo in contrasto con il panoptismo che è caratteristico dei processi gerarchici: Questi processi sono progettati per riservare la conoscenza totale ad un'elite, mentre i partecipanti possono avere accesso solo alle basi elementari del progetto. Comunque con i progetti P2P, la comunicazione non è top-down, non è basata su regole, ma il feedback è sistemico, integrato nel protocollo del sistema cooperativo.

Questo prima parte non esaurisce le caratteristiche della produzione peer to peer. Nella seconda e terza parte di questo essay, continueremo a investigare questi processi e il loro rapporto con i modelli esistenti di produzione.

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Fine prima parte (di tre)



Originalmente pubblicata come: "The Political Economy of Peer Production"
Il 12 gennaio 2005
Editori Arthur e Marilouise Kroker



L'autore:
Michel Bauwens (1958) è un filosofo belga e teorico del Peer-to-Peer. Ha lavorato come consulente Internet, information analyst per la United States Information Agency, information manager per British Petroleum (dove ha creato uno dei primi centri di informazione virtuale), ed è ex editor-in-chief del primo magazine per la convergenza digitale Europea Wave. Con Frank Theys, è il co-creatore di di un documentario di tre ore TechnoCalyps, un'esamina della 'metafisica della tecnologia'. Ha curato due antologie in lingua francese sulla Antropologia della Società Digitale.

Prima studente di Ken Wilber, ora ne critica alcuni aspetti del movimento-Beck ed è una voce potente per una società non autoritaria basata sul peer to peer.

Michel è l'autore di alcuni essay online, inclusa la tesi Peer to Peer and Human Evolution, ed è editore di P2P News

Ora vive a Chiang Mai, Tailandia, dove ha creato la Foundation for P2P Alternatives e mantiene un blog.

Ha tenuto corsi sull'antropologia della società digitale alla ICHEC/St. Louis a Bruxelles, Belgio e i relativi corsi alla Payap University e Chiang Mai University in Tailandia.

 
 
 
 
 
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