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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


17 aprile 2008

Business TV E Comunicazione D'Impresa: Robin Good Parla All'Università Bocconi

Il 16 aprile Robin Good è stato ospite all'università Bocconi di Milano per partecipare all'Osservatorio Business TV, una giornata interamente dedicata alle Business TV in cui è stata presentata una ricerca sull'utilizzo del video come strumento di comunicazione da parte delle imprese italiane.

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Robin ha tenuto un intervento intitolato "Prime Time Is Anytime: Le Aziende Protagoniste Della Comunicazione Video", e ha parlato della sua esperienza nel campo dei nuovi media dando molti consigli utili per chi lavora nel campo della Business TV e per chi fa comunicazione d'impresa.

 




Business TV e Comunicazione D'Impresa: Robin Good Parla All'Università Bocconi


Durata: 22' 35"



Trascrizione Completa



Ho lavorato per la televisione parecchi anni fa, quando Mediaset si chiamava ancora VideoTime e canale 5 batteva per la prima volta la RAI, quindi ho vissuto il mondo della televisione da dentro. Ho lavorato poi per la RAI e per i telegiornali, ma forse sono nato professionalmente proprio con le radio private. Dal 1975 al 1979 sono stati gli anni nei quali c'è stata una piccola rivoluzione che poi si è in qualche maniera persa o si è indirizzata nei canali tradizionali.

Ho da raccontarti una storia molto semplice e che penso possa interessare tutti quelli che vogliono fare Business TV e che vogliono capire meglio se sono in carreggiata o se sono totalmente fuori, perché ci sono ancora un sacco di domande che non hanno avuto ancora risposta.

Ho un amico che si chiama Davide e che lavora per una Business Television e mi ha telefonato perché mi ritiene un pò un outsider, uno che da dritte diverse dal solito. Davide mi ha detto che lo pagano bene, ma che hanno un sacco di problemi.

Si sono inventati di tutto e di più, hanno investito molti soldi, hanno assunto tante persone, però se vanno a misurare i risultati con i sistemi di misurazione tradizionali, allora dovrebbero pensare di ritirarsi, perché non hanno dei risultati tangibili da giustificare un tale investimento.

Davide è venuto da me perché sono il primo italiano che si è costruito un azienda di media su se stesso e che ha trasformato la sua vita dall'essere consulente di comunicazione a imprenditore di se stesso, percorrendo una strada mai percorsa in Italia. All'inizio ancora non riuscivo a crederci, ma ora riesco a vivere e faccio vivere altre 4, 5 persone intorno al mondo semplicemente grazie alla mia azienda, a Master New Media.

Ora sono in tanti a chiedersi: ma chi è questo Robin Good e come ha fatto a fare tutti questo soldi online?

Le persone infatti avvertono che su Internet ci sono delle possibilità, ma non hanno degli occhiali adatti a capire quali sono le occasioni, le opportunità, i modelli e le componenti che fanno la differenza.

Ecco perchè Davide è venuto a chiedermi queste cose. Perché conosco il mondo dei media e perché non vado in giro a dirlo a tutti, ma ne parlo solo nei luoghi dove si può fare conversazione dal basso, infatti non mi vedrete quasi mai alle conferenze come questa. I numeri comunque sono la testimonianza più chiara, l'anno scorso solo con la pubblicità di Google, parliamo di introiti di 200.000 dollari.

All'inizio Davide non aveva il coraggio di rilvelarmi gli ascolti, ma quando me li ha detti io l'ho incoraggiato, perché se va a vedere gli ascolti delle televisioni come Sky, si accorge che lui di spettatori ne fa molti di più. Io solo su YouTube ho 1,800,000 views in crescita, se questi sono i numeri che fa Sky.

Insomma, la Business TV per cui lavora Davide ci ha messo davvero tutto l'impegno per cercare di essere apprezzata dal pubblico, hanno speso un sacco di soldi per comprare le apparecchiature, hanno creato un palinsesto, hanno aumentato le ore di programmazione, hanno sviluppato una strategia di comunicazione per far parlare gli esperti, per consentire ai capi di raccontarsi e ai consulenti di dare consigli. Hanno persino usato presentatori professionisti.

Poi si sono trovati nella situazione di ricevere delle email che dicevano che erano troppo ingessati, che sembravano finti e che alla fine quello che facevano sembrava non credibile, quasi peggio della televisione normale.

Le Business TV hanno perso di vista il fatto che noi ci siamo allenati in tutti questi anni a guardare la televisione, ormai sappiamo distinguere una cosa fatta da professionisti da una improvvisata da qualcuno che vorrebbe emulare la tv tradizionale e fare le stesse cose.

Il problema è che si cerca sempre di trasformare la Business TV in televisione tradizionale. La televisione tradizionale vive con dei presupposti che sono diversi da questo tipo di comunicazione che vogliamo fare anzi, penso che una Business TV non dovrebbe fare comunicazione, penso che dovrebbe fare conversazione.

La conversazione è il futuro della Business TV, bisogna aprire un dialogo con gli altri. Per fare una Business TV bisogna scendere allo stesso livello dei clienti, sia che questi siano clienti interni o clienti esterni, non possiamo imbastirli con queste strategie editoriali che abbiamo copiato dalla tv tradizionale, non funziona così.

La tv per le aziende deve essere basata sugli stessi criteri con i quali abbiamo costruito il Web 2.0.

Quando è iniziato il Web le aziende hanno cercato di fare il salto cercando di costruite sul Web quello che già facevano prima sugli altri media. Questo è un tipo di comunicazione ereditata dalla televisione e non è un tipo di comunicazione credibile.

Per ottenere successo c'è bisogno di essere naturali, la gente vuole simpatia. Dobbiamo renderci conto che lo scenario è cambiato, non si possono usare più le page views per decidere se la tv va bene, è sbagliato. Quello che conta è il coinvolgimento degli spettatori, meglio averne 100 che comprano sicuramente dal tuo canale o avere 10 milioni di spettatori che mentre va in onda il tuo programma cucinano, parlano al telefono o fanno dell'altro?

Tutti i parametri sono cambiati, il successo non si misura più in numero di spettatori, si misura in coinvolgimento, in interesse, in capacità di nuove relazioni da parte dei tuoi dipendenti, bisogna rendere i clienti parte dell'azienda stessa, bisogna offrire loro un palcoscenico dove esprimersi liberamente: immagina un cliente che, invece di farsi due ore di fila al negozio per chiedere spiegazioni sulle funzionalità di un telefonino, si colleghi con la webcam alla tua Business TV e cominci a girare la sua personale trasmissione televisiva, in cui tesse le lodi oppure critica alcune funzioni del dispositivo.

Questa è partecipazione, se non utilizzi il tuo pubblico per raccogliere idee, suggerimenti, allora stai solo perdendo una grossa opportunità.

Ricordati che la tv tradizionale è:

  • Autoritaria, uno parla e tutti ascoltano, vuole inviare un messaggio al quale non c'è una possibilità di risposta;

  • Unidirezionale, gli spettatori possono interagire in maniera molto limitata;

  • Generalista, progettata per soddisfare un minimo comune denominatore e soddisfare il maggior numero di persone possibili;

  • Preconfezionata, preordinata, prevedibile, vanitosa, chiacchierona.

Ora, se riconosci in queste definizioni il modello di tv tradizionale, allora puoi tranquillamente ribaltarle per ottenere tutto quello che dovrebbe essere invece una Business TV.

Quello che prima era propagandare ora diventa informare, far conoscere pareri diversi e contrastanti. La tv online deve essere attiva così come lo è il Web, non mi devo sedere sul divano già sapendo quello che vedrò, ma devo essere curioso.

Una Business TV non deve dare qualcosa che intrattenga lo spettatore, ma qualcosa che lo renda partecipe e che lo incuriosisca. Invece che promuovere, potresti concentrarti di più sulla condivisione.

Condividere, suggerire, domandare, creare conversazioni e personalizzare. Ognuno deve avere il diritto di fare il palinsesto che desidera. Devi offrire al tuo pubblico una piattaforma dove possa scegliere quello che vuole vedere e quando lo vuole vedere.



 
 
 
 
 
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