Edited by: Luigi Canali De Rossi
 
 
 


4 novembre 2010

Come Creare Un Business Online Senza Dover Dipendere Dalla Pubblicità: La Storia Di Robin

Nonostante il clamore e la copertura mediatica che ogni anno seguono lo IAB Forum, la kermesse Italiana dedicata al mondo della pubblicità, resta ferma in me la convinzione che il modello della pubblicità online, come strategia di guadagno e sostenibilità per i piccoli e medi editori, sia del tutto fallimentare e la meno promettente fra tutte le opzioni di monetizzazione disponibili.

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Photo credit: Robin Good

I perché di questa mia atavica avversione al modello di pubblicità “classica”, risiedono sopratutto nel fatto che non amo essere interrotto, distratto o sollecitato nel fare o nel considerare l'acquisto di cose per cui io non ho fatto alcuna richiesta.

E' per questo che ho scelto di adottare un sistema di pubblicità come Google AdSense, perché nonostante le sue innegabili potenzialità “interrutive”, AdSense ha comunque un approccio diverso, basato sulla contestualità e sulla rilevanza.

AdSense cerca di emancipare le pubblicità trasformandole in informazioni commerciali contestuali e complementari ai contenuti pubblicati. E già questo è un grosso passo avanti.

Ma nonostante tutti i suoi lati positivi, ed un record di ricavi realizzato utilizzando proprio il sistema di Google AdSense, cresce forte in me la convinzione che rimangono troppi i limiti, gli svantaggi e i rischi che si corrono puntando tutto sulla pubblicità, indipendentemente se contestuale o classica (banners).

Quali i problemi?

- Chi cerca informazioni online, evita di guardare le pubblicità.

- Troppo spesso le pubblicità proposte hanno poco o nulla a che fare con l'argomento trattato.

- Gli approcci di comunicazione utilizzati nelle pubblicità tradizionali sono poco credibili.

- Le persone si fidano sempre di più dei consigli e delle raccomandazioni dei propri "amici".

- Il sistema di pubblicità tradizionale va bene per i media classici dove chi trasmette ha il controllo dell'offerta - su Internet è il lettore che sceglie e decide cosa gli interessa e quando.

- Meglio intercettare l'interesse di chi sta effettivamente e attivamente cercando la soluzione a qualcosa che non distrarre chi non sta cercando con qualcosa che non ha mai chiesto.



Robin, ma se per te è tutta da buttare questa pubblicità, 1) Perchè la usi? 2) Che soluzione alternativa proponi?

1) La uso perché anche io sono partito non sapendo o capendo quanto riesco a vedere e capire ora.

Ma fai attenzione non tutta la pubblicità è servita alla stessa maniera: guarda per esempio con attenzione e misura la quantità di pubblicità che metto sulle mie pagine di MasterNewMedia rispetto alla quantità di contenuti che pubblico. Poi vai su un altro sito commerciale Italiano o su un qualsiasi blog commerciale “conosciuto” nel mio settore e fai la stessa misurazione: guarda quanto contenuto c'è e quanta pubblicità c'è intorno. Vedi la differenza?

Che voglio dire? Che nonostante io usi ancora la pubblicità, cerco di controbilanciare il prezzo che faccio pagare ai miei lettori che la incontrano, offrendo loro quantità e qualità di contenuti di valore  in proporzione nettamente più alta.

Nel frattempo, come puoi leggere nel resto di questo articolo, sviluppo e cresco quello che sta diventando il mio modello di business centrale, alternativo all'uso della pubblicità: un campus di studio ed apprendimento online.

Sì, non è una trasformazione che si fa in tre settimane, ma facendo un passetto al giorno, tutti i giorni, è certamente alla portata di chiunque abbia forte desiderio e convinzione di creare un business online.



2) L’alternativa secondo me è quindi quella di smettere gradualmente di fare gli ipocriti e prendersi in giro gli uni con gli altri.

Ti faccio venire sul mio sito, blog o canale TV per farti vedere o leggere ciò che a te piace tanto, e poi, quando meno te l’aspetti, ti propino pubblicità su prodotti che nella maggior parte dei casi non ti interessano, distraendoti invece da ciò che a te interessa veramente.

OK, tu ti ci sarai pure abituato, ti sarai scolato la bibita del “ah-ma-se-no-Robin-uno-come-fa-a-sopravvivere-online?”, ma secondo me il futuro del marketing non passa di qui.

Il futuro dell'indipendenza economica per chi pubblica o fa il piccolo editore online è nel creare ed offrire servizi e prodotti che diano reale valore ed utilità a chi ha dei bisogni specifici.

Ciò non vuol dire chiudere tutti i contenuti dietro un paywall od una sottoscrizione, ma vuol dire offrire prima di tutto valore “reale” ai lettori invece che specchietti per le allodole spararti pubblicità appena ti distrai un secondo.

Vuol dire piuttosto che, così come stanno cominciando a capire anche quelli che vanno allo IAB, il figlio della pubblicità si chiama passaparola, ed è figlio di re "reputazione" e regina "trasparenza".

Chi vende bene e guadagna molto oggi, è chi realmente si interessa dei suoi clienti, aiutandoli in maniera sincera a risolvere i loro problemi e costruendo prodotti e servizi tagliati sulle loro specifiche richieste.

Il marketing e il passaparola che sostituiscono la pubblicità lo fanno i tuoi clienti soddisfatti e felici del servizio che gli hai offerto. A costo zero.

Funziona 1000 volte meglio della pubblicità, crea un seguito di fans ed appassionati che vogliono acquistare i tuoi prodotti, e genera un circolo virtuoso che è un bene per l'economia e per chi ne partecipa, essendo basato su un reale scambio di valore, e non su un continuo equivoco mascherato da regalo.

Il futuro della pubblicità e qui: saper creare un seguito di fans e tifosi disposti a portare e sventolare la “tua” bandiera di fronte ai loro amici, perché con la tua bandiera, hanno risolto, conquistato, o realizzato ciò che a loro stava veramente a cuore.



Questo, secondo me, è il futuro della pubblicità, e del fare business online, e questa è la storia di come ho fatto a scoprirlo:

 

 

Come Creare Un Business Online Senza Dover Dipendere Dalla Pubblicità: La Storia Di Robin

- La Storia di Robin Good e MasterNewMedia

- Robin Good e MasterNewMedia In Numeri

- Agosto 2007: Un Ferragosto Indimenticabile

- MasterNewMedia Subisce La Penalizzazione di Google

- Primo Esame di Coscienza: Come Uscire dalla Penalizzazione di Google

- Febbraio 2008; Nasce La Robin Good University

- Il POP Campus Inglese in Numeri

- Secondo Esame di Coscienza: Cosa Ho Sbagliato nel POP Campus Inglese E Come Ne Sono Uscito

- Marzo 2009: Nasce Il POP Campus Italiano

- Cosa Ho Imparato dalle Differenze tra il POP Campus Italiano ed Inglese

- I Risultati Tangibili del POP Campus Italiano

 


La Storia di Robin Good e MasterNewMedia

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Ciao a tutti, sono Robin Good.

Benvenuto a questo webinar dal vivo dedicato interamente a spiegare attraverso dei dati ed una storia vera, come mai mi sono messo in testa che si possa creare un business online senza dover dipendere dalla pubblicità.

So che la cosa può sembrare un po’ strana, ma io parto anti-pubblicità sin dall’inizio.

Mi hanno dovuto convincere gli amici più cari a mettere le pubblicità e devo dire che gliene sono grato sino ad oggi.

La pubblicità di Google che ho utilizzato mi ha dato tantissime soddisfazioni, anche perché è un metodo di pubblicità alternativo.

E’ un metodo di pubblicità alternativo nel senso che:

  • In generale non distrae,
  • è contestuale,
  • molte volte dà delle informazioni utili ed interessanti.

Molte volte ci sono dei risvolti non così tanto positivi, anche per chi come me è riuscito a trasformare - inizialmente in maniera del tutto accidentale - questa combinazione tra contenuti interessanti e pubblicità contestuale.

"Come mai Robin, tu che hai guadagnato tutti questi soldi con la pubblicità di Google, mi vieni a dire che si può fare un business senza?

Voglio proprio sentire cos'hai da raccontarmi."

Io voglio mettere sul tavolo questa sera una storia vera, una storia che ho vissuto in questi ultimi tre anni in prima persona.

Di questa storia qualcuno sa dei pezzetti, qualcun altro ne sa degli altri, qualcuno ha letto un articolo.

La storia completa non la sa quasi nessuno, la sanno sì e no quelli che sono nel mio team e che lavorano con me da parecchio tempo.

Voglio raccontare questa storia e voglio che questa storia sia corroborata - dove posso -da dati, prima di tutto da quelli che mi riguardano.

So che stasera ci sono delle persone che mi hanno conosciuto ieri sera od in questi giorni, oppure mi hanno scoperto da poco su Facebook o su YouTube.

Queste persone sono rimaste interessate, ma non hanno capito bene ancora cosa faccio, come lo faccio e da quanto tempo lo faccio.

Voglio partire subito non buttandomi nella storia, ma spendendo un minutino per inquadrare Robin Good in numeri: chi è e cosa fa.

I cani qui sopra sono i miei amici Pillo, Dindo e Randolo, che come te ovviamente si domandano: "Chi è questo Robin? Dacci un po’ di informazioni pratiche."




Robin Good e MasterNewMedia In Numeri

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Clicca sull'immagine per vedere il posizionamento odierno di MasterNewMedia su Alexa

Sono 10 anni ben compiuti che sono su MasterNewMedia.org a scrivere di come si fa comunicazione efficace online utilizzando i nuovi media.

Puoi andarlo a controllare con strumenti tipo Whois o Alexa e verificare che MasterNewMedia.org, del quale sono l'editore, è in piedi dal 1999.

Questo è essenzialmente quello che faccio.

Sono anche il primo italiano ad essere riuscito a vivere di solo internet - un sogno che non ho mai pensato si potesse avverare, che non avevo neanche sognato e che mi si è concretizzato sotto i piedi.

Dal 2005 vivo, guadagno e do da vivere ad altre persone esclusivamente facendo questo lavoro - ed adesso quasi esclusivamente - condividendo in maniera del tutto gratuita quello che scrivo online.

Ho fatturato pù di $1.000.000 - ormai dovrei scrivere euro - con il sistema di pubblicità contestuale di Google AdSense.

Questi soldi che ho guadagnato con Google AdSense sono ufficiali, non sono in nero, ci ho pagato le tasse.

"Robin, che altro hai da farci vedere?"

MasterNewMedia è pubblicato in quattro lingue:

  • Ho iniziato a scrivere in inglese per tutto il mercato mondiale che parla inglese. Dall’India all'Australia, dal Nord America al Canada.
  • Ho aggiunto in seguito un'edizione in spagnolo dopo due o tre anni, dedicata al Centro ed al Sud America, e secondariamente alla Spagna, perciò non scriviamo in spagnolo ma in ispanoamericano.
  • poi è arrivata la versione italiana dedicata all’Italia.
  • Infine, la versione portoghese dedicata al Brasile.

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Il posizionamento di MasterNewMedia, per livello di traffico, nei principali paesi del mondo.

Per quanto poco affidabile e criticato, il servizio Alexa di Amazon è comunque un riferimento per i dati riguardanti i siti.

Alexa indica non solo una continua crescita di MasterNewMedia, ma che siamo tra i primi 5000 siti a livello mondiale in circa 10 nazioni nel mondo e siamo fra i primi 500 siti in Italia.

Quindi il sito MasterNewMedia.org, se uno va a controllare con degli strumenti indipendenti, sta a questo livello - qualcosa di buono c’è stato.

Hai qualche altro numero Robin?” Sì.

Per quanto non sia facile verificarlo, se vai sulla ricerca avanzata di Amazon e scrivi “robin good”, “robingood”, “masternewmedia” puoi controllare tu stesso che ci sono oltre 100 libri in lingua inglese dove è citato il lavoro che ho fatto su MasterNewMedia.

La maggior parte di queste citazioni sono relative solo ad una cosa particolare che ho fatto: la RSSTop55.

Nonostante sia solo una delle cose che ho fatto ad essere citata in questi libri, è comunque una grandissima soddisfazione vedere che tanti autori che parlano di Web publishing, Internet, marketing, Web design, ecc., fanno riferimento al lavoro fatto da MasterNewMedia e da me.

Last but not least: ci sono oltre 35.000 persone che ogni giorno seguono le notizie che distribuisco sui vari canali che ho:

Ci sono tantissime persone che hanno deciso di apprezzare così tanto quello che faccio e le informazioni che condivido, da seguirmi tutti i giorni.

 





Agosto 2007: Un Ferragosto Indimenticabile

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Qui inizia la storia che voglio raccontarti.

Inizia da un Ferragosto veramente indimenticabile, perché è stato un Ferragosto torrido non solo per le temperature che c'erano in quel momento nel mio ufficio di Roma - non era nessun posto meraviglioso.

Mi stava per succedere ciò che non mi sarei mai immaginato.

Questo Ferragosto ha segnato un momento veramente terribile del mio percorso professionale online come piccolo editore indipendente.

Un momento che, non solo ha lasciato una ferita, ma che mi ha dato la possibilità di svegliarmi e di rendermi conto che il percorso che stavo facendo non era il migliore.

Che cos'è successo, Robin, a Ferragosto, od un po’ prima del Ferragosto del 2007?




MasterNewMedia Subisce La Penalizzazione di Google

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Clicca sull'immagine per vedere il traffico su MasterNewMedia nei giorni intorno al 9 Agosto 2007

Questo è uno screenshot del traffico di MasterNewMedia nei primi giorni di Agosto del 2007.

Come vedi il traffico si aggirava intorno ai 15.000 visitatori unici per giorno (i primi giorni in cui è segnato un lieve calo sono stati un Sabato ed una Domenica) e poi il giorno 9 Agosto all'improvviso... Vram!

Il “Vram!” sarebbe stato anche digeribile - non so se posso usare questo termine - ma il brutto di questo traffico che è rimasto disponibile dal giorno 9 in poi, è che non produceva più nessuna entrata per me.

Tutte queste persone che hanno smesso di arrivare da giorno 9, venivano totalmente dai motori di ricerca e soprattutto da Google - direi anzi che la porzione di visitatori che manca sono proprio quelli che venivano da Google.

Devi sapere che la pubblicità di Google non funziona con tutte le persone che ti visitano.

I miei amici che vengono sul mio sito non cliccano sulla pubblicità, perché sono venuti a vedere cosa ho pubblicato, cosa sta facendo Robin, qual é l'ultimo articolo, di che cosa ho scritto.

Se uno invece è andato su Google ed ha cercato "migliori tool per fare videoconferenze", gli è venuta fuori una mia guida e su quella guida ci sono anche delle pubblicità di nuovi strumenti o servizi per fare videoconferenza - quelle pubblicità sono utilissime, a volte sono più utili di quello che ho scritto io.

Dopo un po’ di mesi da quando ho scritto la guida, può darsi che sono usciti nuovi strumenti che stanno facendo pubblicità sulla mia pagina.

Chi arriva da una ricerca di Google è un potenziale beneficiario delle informazioni che stanno in quelle pubblicità - quindi c'è una probabilità molto alta che ci clicchi.

Se mi togli, da un secondo all’altro, tutte le persone che arrivano da Google e che fino a ieri trovavano ciò che cercavano nel mio sito o nella pubblicità, mi hai tolto tutta la possibilità di sopravvivere.

In quel momento MasterNewMedia riusciva a portare in casa una cifra che superava probabilmente i $18.000 / $20.000 al mese.

Non è che io mi ci comprassi le Ferrari però, perché per mandare avanti MasterNewMedia, ovviamente ci vogliono anche delle altre persone:

  • Webmaster,
  • designer,
  • redattori,
  • editori.

Non si può portare avanti un progetto come MasterNewMedia da soli.

Io ho portato avanti da solo MasterNewMedia fino ad un certo punto e quando ha cominciato a rendere €3.000 al mese, ho cominciato a spendere su delle persone che mi aiutassero.

All’improvviso, a Ferragosto - e per fortuna guardo ogni ora il grafico delle visite - è successo contemporaneamente che nel mio account dove entrano i soldi della pubblicità, i soldi hanno smesso di entrare.

Se erano €20.000 dollari in un mese, da un secondo all'altro siamo andati a zero.

Puoi capire da solo questo che impatto ha avuto su di me. A quel punto cosa fai?

La prima reazione è stata panico e paura totale.

Non sapevo veramente dove andare a sbattere la testa, né a che santo votarmi.

Chi già mi conosce, sa che non sono una persona che:

  • Si arruffiana gli altri,
  • cerca raccomandazioni,
  • sta dentro i giri,
  • sta dentro i network e può chiedere favori agli altri.

Io di favori ne faccio volentieri agli altri, ma cerco di non chiederne, non voglio avere pendenze verso nessuno.

Però poi quando sono in difficoltà, almeno quando lo sono stato nel 2007, non sapevo veramente a che santo votarmi od a chi andare a chiedere aiuto, nonostante a quei tempi fossi già un partner di Google.

Google mi aveva contattato e mi aveva offerto spontaneamente di diventare un suo partner, cioè di avere:

  • Dei vantaggi nella gestione della pubblicità,
  • un'assistenza personale che si dedicasse a me.

Quando è successa questa cosa, è stato come se io non fossi partner di Google: non perché sono andato nel pallone e non li ho chiamati, ma perché loro mi hanno detto picche:

"Sono affari tuoi, noi non ne sappiamo nulla. Non dipende da noi, dipende da un altro ufficio. Vedi te che puoi fare."
Quando il tuo stesso account manager ti dice così, ti metti veramente le mani nei capelli - io me le sono messe.

Tu adesso mi domanderai: "Cosa hai deciso di fare Robin, in quel momento?"

Il mio Google interno non so quanto abbia lavorato lavorato quel giorno, ma è venuto fuori con un'idea che tutt'oggi non solo riconosco essere stata la scelta giusta, ma l'ho anche raccomandata ad altri.

Questa scelta l'ho raccomandata ad altri che si sono trovati in situazioni simili, anche se per loro non ha avuto sempre successo.

Ho deciso di spiattellare tutto quanto il piatto, ma non facendo una cosa sgraziata e mettendomi ad urlare: “Oddio, Google mi ha chiuso, ora che faccio?

Invece, ho iniziato a dire:

"Google mi ha penalizzato. Se mi cerchi su Google non appaio. Ti faccio vedere le statistiche, guarda i numeri.

Che cosa può essere stato? Cosa ho fatto di cattivo?".

  • Ho cominciato a fare degli articoli.
  • Ho scritto una lettera aperta a Matt Cutts, che è il guru di Google ed evangelizza gente come me su quello che è bene o non bene fare.
  • Ho fatto le mie analisi, il mea culpa, mi sono spogliato di tutti i miei segreti, ho fatto vedere dove guadagnavo i soldi e dove non li guadagnavo, che cosa avevo fatto che potevano essere sbagliate, le furbate.

Ho messo tutto in piazza.

Avrò scritto sei, sette, otto articoli nell'arco di quel periodo terribile.

Se vai su Google e scrivi “penalizzazione Google”, li trovi tutti.
Che è successo dopo?

Come per magia, tutto è tornato normale da un giorno all'altro.

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Clicca sull'immagine per vedere l'articolo che Robin ha scritto quando il traffico su MasterNewMedia è tornato normale.

Tra le quattro e le cinque di mattina del 18 Agosto 2007, la fatina turchina è tornata e mi ha messo tutto a posto.

Quanti chili ho perso in quei giorni?

Se mi conosci, sai che non ne ho molti da perdere.

Ero diventato stile Mennea in quei giorni per quanto mi ero stressato, preoccupato, ecc.

 

Primo Esame di Coscienza: Come Uscire dalla Penalizzazione di Google

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Dopo cominci a ragionare su quello che è accaduto e ti domandi:

"Ma io posso vivere e fare un business online - aver costruito tutto questo, avere un ricavato così grosso senza fare nulla di scandaloso, anzi condividendo dei contenuti interessanti e di valore in maniera appassionata, sincera - e rischiare di fare questi capitomboli??"
Io voglio vivere, voglio andare avanti nel tempo.

Questo stress non me lo posso permettere altre volte. Bisogna fare qualcosa.
Cosa ho deciso?

La prima cosa che ho deciso di fare è stato un esame di coscienza.

Ho ragionato su quello che è successo, come è successo e come non farlo accadere di nuovo.
Mi sono fatto un po’ di domande su dove avevo sbagliato e che cosa c'era che non quadrava.

Tu mi dirai: “Queste sono tutte ovvietà", però parliamo del 2007 e ci sono arrivato in quel momento.

Penso che molti diranno di non aver considerato la mia idea, nonostante possa sembrare banale.
Dopo questa bella facciata, nel 2007 mi sono reso conto che non si può mai lavorare con un cliente solo - questo già l'avevo imparato, già mi avevano strangolato e se ne erano approfittati di questa situazione.

Non voglio dire che Google se ne sia approfittato, perché sono stato semplicemente vittima di un meccanismo automatico e vittima dei miei stessi errori, che non voglio assolutamente rinnegare.

Gli errori li ho fatti e li ho raccontati pubblicamente.

  1. Non si può lavorare per un solo cliente che ti da un sacco di lavoro e ti copre d'oro, ecc. Devi tenere una fetta libera per avere degli altri clienti.

    Non devi mai e poi mai accettare di avere una sola entrata, perché se quell’entrata disgraziatamente ha un problema, tu hai chiuso.




  2. Non mettere tutte le uova in una sola cesta - tradotto dall'inglese che mi viene spesso più spontaneo, ma penso che in italiano suoni in maniera corretta.

    Distribuisci le tue potenzialità attraverso diverse possibilità di guadagnare dei soldi. Non li fare tutti attraverso un solo canale, un solo sistema.



  3. Gioca rispettando le regole - ultimo consiglio, ma non per questo meno importante, soprattutto sapendo a chi mi sto rivolgendo oggi.



Siamo in troppi a voler fare i furbi ed a voler guadagnare da un giorno all'altro.

Creiamo il sito o blog con le pubblicità e poi diciamo: "Come mai qua non si guadagna una lira? Ho il blog, ci ho messo la pubblicità, WordPress ed il plugin SEO, perché non guadagno?"

Ognuno poi cerca di inventarsi un'altra cosetta, ci mette un widget particolare, prova ad inserirci tante cosine - ma sono tutte mezze soluzioni.

Chiunque cerchi scorciatoie per fare soldi più rapidamente online, vedo che crea solo immondizia, nettezza virtuale della quale non abbiamo bisogno.
Siamo invasi già da notizie buone di per sè, credibili e rispettabili. Se in più ci mettiamo tutta questa valanga di muffa, di blog riempiti di niente, di notiziole solo per mettere AdSense e fare i soldi, purtroppo questa è una strada che non funziona.
I testimoni di questa pratica sono i blogger che lo fanno perché vedo che non sono tantissimi quelli che riescono a tirare fuori numeri interessanti, perché lavorano in maniera un po’ superficiale, come una scorciatoia per poter realizzare il sogno di non dover lavorare per il padrone che ti fa fare delle cose che non ti interessano.

Il sogno di ooter lavorare facendo ciò che ti piace è possibile, ma ha un prezzo - e probabilmente il prezzo è anche più alto di quello che dovresti pagare per il padrone che ti dice cosa fare - perché la ricompensa è più grossa.
Andare a cercare quest'altra strada volendo fare delle scorciatoie è controproducente da tutti i punti di vista.

Andando avanti con il mio racconto capirai sempre di più perché.


 





Febbraio 2008; Nasce La Robin Good University

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"Cosa volevi fare Robin? Cosa hai deciso di fare?"
Il mio sogno era... ciò che già facevo: condividevo quello che mi piaceva.

A me fa piacere far ballare le persone come fa piacere ad un disc jockey - essendo stato disc jockey per tanti anni.

Mi piace indovinare l'incrocio dei pezzi giusti che continuino a far salire di più l'atmosfera.

Quando sono stato disc jokey alla radio, provavo la stessa soddisfazione nel cercare di incontrare l'interesse e la passione degli ascoltatori.
A me piace aiutare gli altri, vedere la soddisfazione negli occhi di qualcun altro.

Aiutare gli altri ad imparare qualcosa che io so fare, a me da tantissimo piacere.

Volevo andare oltre quella che è la condivisione normale, scrivere, pubblicare, mettere la pubblicità.

Volevo fare qualcosa di tangibile che mi permettesse in maniera tangibile ad aiutare le altre persone senza diventare scemo, senza dover andare da una capo all'altro della città a rincorrere, assistere, aggiustare computer, dare risposte, ecc..

Volevo dare una mano - la più grande possibile ed in maniera scalabile - a chi era intenzionato a percorrere un sentiero uguale al mio.
Tu mi chiederai: Se hai trovato un sentiero, perché lo vai a raccontare agli altri e non te lo tieni per te?"

Se vieni a trovarmi nel mio ufficio in Via San Damaso 23 a Roma, prendiamo un appuntamento e mi conosci.

Capirai che sono così: non corro dietro ai soldi.

I soldi sono venuti perché ho fatto delle cose giuste. Dopo che sono arrivati i soldi ed avendo capito che questa è una strada possibile e percorribile, ovviamente l'ho fatta mia.
Non sto inseguendo i soldi.

Inseguo i miei sogni personali, che sono quelli di fare delle cose che mi piacciono e di aiutare le persone a realizzare i loro sogni, perché ho capito che più aiuto queste altre persone realizzare i loro sogni e più aiuto me a raggiungere i miei.

E' una formula nella quale non puoi imbrogliare.

Non puoi fare finta di aiutare e poi arrivare dove vuoi arrivare tu.

Devi aiutare sul serio.




Il POP Campus Inglese in Numeri

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Ho fondato la Robin Good University.

Ma in Italia non lo sapeva nessuno, perché questa Robin Good University che ho fondato come ben leggi da questo articolo di lancio del 2008 - l'anno successivo alla tragedia di Ferragosto - era dedicato ad un pubblico di persone straniere.

A quei tempi:

  • La maggior parte del mio pubblico era composto da persone che parlano in inglese,
  • scrivevo personalmente l'edizione inglese,
  • avevo dei collaboratori per le altre edizioni ed
  • avevo un bacino di lettori di lingua inglese molto più grande rispetto ai lettori in lingua italiana.

Per questi motivi mi è sembrato del tutto normale che - se avessi voluto creare questa università online, l'avrei dovuta fare per questo pubblico internazionale.

Qualcuno ha tentato di dissuadermi, ma io sono rimasto fermo nella mia idea come un macigno.

Quando le persone atterravano sul campus inglese, avevo sempre dei feedback positivi, perché era un campus semplice, facile da utilizzare, ma anche ricco di informazioni presentate in maniera molto piacevole.

C'era la possibilità di vedere dei video. Se non mi interessava il video, potevo sentire solo l'audio, scaricarmi il file audio e metterlo sul lettore MP3, oppure scaricarmi la trascrizione della lezione pronta per essere stampata.

Avevi disponibili tutta una serie di materiali didattici di complemento come:

  • Mappe,
  • presentazioni,
  • altri video,
  • articoli interessanti.

C'erano:

  • Gli eventi dal vivo,
  • un forum dove si discute dei progetti,
  • dei riferimenti a software e servizi che ti possono usare.

C’era un percoso di 48 / 50 lezioni che portava attraverso tutte le nozioni che riguardano come si fa a diventare un publisher professionista - la dimensione, lo scalino che dovrebbe venire dopo l'aver scoperto cos'è un blog e cosa significa essere un blogger.

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Tra l'altro in questo campus - devo dirlo adesso con un po’ di rammarico - ho avuto la malaugurata idea di avere come ospiti, partecipanti e studenti, alcuni personaggi prestigiosi.

La fortuna è dovuta al fatto che nel tempo, grazie al lavoro che faccio su MasterNewMedia, sono riuscito a conoscere queste persone, ad incontrarle, ad andare a casa loro e loro a casa mia.
Ho stretto un'amicizia con questi personaggi prestigiosi.

Nel momento in cui ho aperto questo campus, sono stati i primi ai quali l'ho fatto sapere ed ovviamente loro hanno voluto partecipare.

Pensavo che questa loro partecipazione fosse per me come un immobile di grandissimo valore.

Poter dire che nel mio corso c'erano queste persone prestigiose che imparavano e studiavano con me come si fa professional publishing in maniera efficace e strategica, non poteva che giocare a mio favore - almeno così pensavo all'inizio.
Al lancio di POP, ho anche messo un prezzo esagerato.

"Quanto esagerato Robin?"

Molto esagerato.

Davo molto agli studenti del campus - adesso ti dico cosa davo - ma non volevo svendere il corso.
Ho pensato:

"Se devo creare un canale alternativo alla pubblicità e questo canale è un campus online dove offrire delle conoscenze avanzate che non do normalmente tutti i giorni su MasterNewMedia, non può costare €29."

Se faccio vedere come lavoro, che strumenti uso, come faccio le cose, come consiglierei ad un mio cliente, non posso svenderlo, perché se avessi un cliente a cui dire queste cose non gli farei pagare poco.
Dirai: "Perché non hai questi clienti speciali?"

Perché mi rifiuto dal 2004 circa di lavorare per qualsiasi cliente.

Per me, poter scrivere online e ricevere pagamenti di pubblicità, sponsorizzazioni o gente che studia nel mio campus e non dovermi preoccupare di altro è un Nirvana.

Non voglio più entrare in situazioni di consulenza, perché ho tutto da perdere: le consulenze mi costano dieci volte più sforzo ed ho dieci volte meno soddisfazione.

Ho deciso di compensare i rischi e lo stress di quel Ferragosto indimenticabile, costruendo un campus che cominciasse a portarmi delle persone disposte a pagare ogni mese per stare li a studiare come se fossero in un club esclusivo.

Il brutto è che il POP Campus non ha funzionato.

Prima pensavi che tutta questa bella storia che ti ho detto fosse per farti vedere quanto sono figo a fare il POP Campus e l’Università.

In realtà non è così, perché io ho fallito totalmente con il campus online internazionale.

Ho fallito per tutta una serie di motivi.

 

Secondo Esame di Coscienza: Cosa Ho Sbagliato nel POP Campus Inglese E Come Ne Sono Uscito

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Mi sono nuovamente fatto un bell’esame di coscienza e mi sono domandato dove avevo sbagliato questa volta.

Di errori ne avevo fatti tanti.

Ero preso dalla smania per fare le cose troppo velocemente, non mettendo tutti gli ingredienti della ricetta che servivano e, nello specifico, avevo sbagliato ad invitare tutti questi guru.

I guru sono gli ospiti meno disponibili a contribuire.

Se tiri i guru dentro, qualcosa fanno: dicono qualcosa di buono e partecipano a delle discussioni in maniera interessante, ma non sono mai così affamati di crescita come quelli che non sono guru e che devono pagare per stare dentro.

Quanto facevo pagare?

Se stavi in Europa l’ingresso costava $2.100 + IVA. Più $99 per ogni mese che seguiva per rimanere all'interno del campus.

Come facevo a chiedere un prezzo del genere?

Oltre agli ospiti prestigiosi c’erano anche degli studenti paganti, perciò le entrate le ho avute, ma ho sbagliato su una serie di altri fronti.

Per esempio, nel prezzo di questi $2.100 per entrare, ottenevi una sessione video online, privata, di 90 minuti almeno una volta al mese.

In questa sessione privata mettevi in tavolo tutte le problematiche che avevi e dalle quali nel 99% dei casi uscivamo con delle soluzioni e delle strategie da mettere in campo.

Nei meeting personali magari stavamo un'ora e dieci minuti senza sapere dove andare, ma in ogni caso mi sono messo così tanto a disposizione - quasi fossi uno psicologo - a capire il problema, come presentare le soluzioni a queste persone, che queste sessioni sono state davvero fenomenali. Impagabili.

Quei $2.100 si giustificavano in grandissima parte per questo servizio che gli rendevo, oltre al forum, agli eventi dal vivo ed alle lezioni in video di venti, trenta, cinquanta minuti ciascuna che uscivano ogni settimana.

Queste persone sono entrate nel campus, ma il brutto è che essendo circa 10-12 persone gli studenti paganti su circa 20-25 studenti, gli studenti non paganti non erano molto attivi, quindi nel forum non succedevano frequentemente cose interessanti.

Non prendeva mai vita il campus: c’erano dei bei report, ogni tanto qualcuno diceva qualcosa, ma poi si fermava. Non succedeva niente per due o tre settimane.

Certi guru stavano in giro per le conferenza, altri guru avevano da fare: avevo proprio sbagliato da questo punto di vista.

Sarebbe stato meglio fare pagare un prezzo un po’ più basso ed avere un po’ più di persone affamate ma soprattutto, non avere i guru su cui contavo tanto, perché non potevo fare così tanto affidamento su di loro.

In più, avevo toppato completamente riguardo la strategia che serve a delle persone che sono già riconosciuti come dei guru e la strategia che invece serve a qualcuno come te, che magari vuole diventare o realizzare il suo business online.

Essendoci già questo gruppetto di persone che erano realizzate online, era molto difficile conciliare quello che volevo condividere con loro ed uniformarlo alle loro esigenze che fra i guru e i non-guru erano in alcuni casi molto diverse.

Avevo toppato anche dal punto di vista del marketing e dell’interazione.

Avevo costruito una macchina perfetta: elegante, con una bella interfaccia, bei contenuti, però non c’era quella vita, quell’humus di conversazione che è così importante in una comunità di persone che vogliono imparare.

Non basta mettere le lezioni, i video, le cose da scaricare, i PDF.

Bisogna che le persone interagiscano fra loro, come quando stai nello spogliatoio con gli amici.

Si deve creare un'interazione, uno scambio, una capacità di crescere insieme che moltiplica le possibilità di apprendimento rispetto allo stare in classe seduto con delle altre persone, con cui ho in comune magari solo l’età.

Ho toppato su moltissime cose.

Non ho fatto quella che chiamo una sequenza di pre-lancio, cioè non ho creato sufficiente anticipazione prima che si inaugurasse questo campus di modo da avere tante persone pronte ad iscriversi.

Ho aperto le iscrizioni solo per pochi giorni, mi sono entusiasmato per quel numero di iscritti che già mi facevano brillare gli occhi e questi errori, per quanto stupidi, mi hanno mandato a picco.

Quando hai un campus dove continuamente l’attività non prende vita, puoi mettere tutte le lezioni che vuoi, ma lo senti che chi ci sta - che magari paga - non sta sfruttando al meglio le possibilità di apprendimento che in realtà io sapevo - ed avevo già visto - che potevano avvenire online.

In più, il prezzo era alto e l’abbiamo detto.

Cosa ho fatto a questo punto?

Non mi sono arreso e ho deciso di dare retta a quelli che all’inizio mi avevano detto:

"Perché questa università non la fai per il pubblico italiano?

In Italia c’é tutta un'altra situazione. Forse non sarai conosciuto come su Internet di lingua inglese, però qui hai degli altri vantaggi."

Ti sto facendo vedere dove ho sbagliato e dove ho preso craniate, perché sia da dove ho sbagliato, sia da dove ho fatto bene, puoi estrarre tutti gli elementi che ho usato in maniera erronea, o corretta, per arrivare dove sto.

 

Marzo 2009: Nasce Il POP Campus Italiano

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Da Marzo 2010 ho aperto una versione italiana del campus inglese.

Non ho tradotto il campus inglese.

Ho preso lo stesso motore, la stessa interfaccia, ma gli ho messo tutti contenuti italiani, fatti di nuovo da zero, ad hoc per il campus italiano.

Ho fatto tutta una serie di cose diverse e la situazione si è evoluta in maniera molto diversa.

La differenza principale con il progetto inglese è stata soprattutto la maggiore rilevanza della mia storia.

Qui in Italia le persone mi conoscevano di più ed avevano visto i miei video su YouTube.

Qua sopra ci sta un video che fa parte di una raccolta che si chiama "La Storia Di Giggi", nata in maniera estemporanea e non pensata per creare il brand Robin Good.

Eppure questi sedici mini-video raccontano la mia storia vera e mi hanno dato la possibilità di crearmi un piccolo seguito di persone che veramente mi conoscono e mi apprezzano.

La mia storia non la conosce nessuno all'estero - non c’è questa storia di Robin, nessuno sapeva che guadagno con AdSense un sacco di soldi. Non ho mia fatto sfoggio di questa cosa.

Invece in Italia, dal 2007, dopo che è successo il disastro, sono andato fuori ed ho raccontato queste storie.

Quando sono nati i primi Bar Camp a fine 2006 / inizio 2007, sono stato presente al primo Bar Camp a Roma. Ho detto esattamente quanto avevo guadagnato, quanti soldi facevo con AdSense e di cosa mi occupavo.

Ho raccontato la mia storia in pubblico più di una volta, mi sono fatto intervistare, così la gente poteva sapere esattamente come ero arrivato lì.

Il fatto che la gente abbia avuto modo di conoscermi, invece di classificarmi come: “quello di MasterNewMedia, quello che scrive gli articoli”, ha inciso molto sulla mia reputazione online.

La gente ha con me un rapporto, ha sviluppato una sensibilità verso chi è Robin - magari gli sta antipatico, non lo può vedere, lo odia... di persone a cui sto antipatico ce ne sono a bizzeffe, ma ben vengano.

Non posso, né voglio, essere simpatico a tutti, ma raccontando me stesso e le mie storie ho dato la possibilità a chi si riconosce nelle mie storie, di potersi identificare e dire:

"Cavolo! Ma questo é uno che non sta da una parte qualsiasi.

Si é rimboccato le maniche e sta facendo qualcosa di particolare, ti sta dicendo delle cose diverse dagli altri."

Ho dato la possibilità a chi si sentiva come me di agganciarsi, di seguirmi, di abbonarsi al sito.

Questo poi ha fatto la differenza nel momento in cui sono andato ad offrire un servizio come quello dell’università online al pubblico italiano.

Un’altra cosa decisiva che ho fatto prima di aprire il POP italiano sono stati degli eventi pubblici.

Ne ho fatti quattro per la precisione - due a Roma e due a Milano - nel periodo che va fra l'autunno 2009 ed il Febbraio / Marzo del 2010.

Nei miei eventi c'erano dalle 40 alle 80 persone - a seconda dell’evento - dove ho srotolato e raccontato nuovamente un po’ delle strategie, dei metodi, delle tattiche che uso ed ho coinvolto dei personaggi diversi da me.

I personaggi che ho invitato ai miei eventi avevano idee completamente diverse da me. In questo modo potevo:

  • Confrontarmi con loro,
  • vedere se le loro idee erano interessanti,
  • fargli delle domande,
  • metterli sotto torchio.

In questo modo ha dato modo alle persone di conoscermi ancora più da vicino e di capire esattamente di che pasta sono fatto e quali sono le idee che promuovo.

 

Cosa Ho Imparato dalle Differenze tra il POP Campus Italiano ed Inglese

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Per riassumere quello che ho scoperto aprendo il campus italiano rispetto a quello inglese.

Bisogna:

  • Fare una sequenza di lancio,
  • preparare una serie di eventi e di cose che succedono,
  • pubblicizzare l'apertura attraverso una newsletter, degli articoli che pubblichi sul tuo sito, degli annunci che fai sui social media, degli eventi online dove promuovi, fai conoscere, o condividi negli eventi qualcosa di interessante.

Così facendo puoi creare momentum, un'aspettativa, un'interesse verso qualcosa che poi tu vuoi vendere, o mettere a disposizione degli altri con un prezzo.

Gli eventi - online, ma soprattutto fisici - hanno un impatto fortissimo sulle persone, perché durante l'evento vedi se il tuo interlocutore ti interessa, è il modello che vuoi seguire.

Durante un evento puoi parlare col tuo interlocutore, oppure nei break. Lo senti palare senza che abbia la possibilità di prepararsi prima, risponde alle persone.

Riuscendo a fare degli eventi, anche piccoli, uno riesce ad attirare verso di sé le persone che sono più interessate e più appassionate, ed attraverso questi stessi eventi riesci a filtrare e ad attirare a te quelli che veramente vogliono fare il tuo cammino.

Io sono stracontento, anche se mi dovrebbero pagare tanto oro quanto peso per farmene fare degli altri, perché mi sono stressato anche lì da morire - ma i workshop sono stati per me decisivi per ottenere i risultati che ho ottenuto con il campus italiano.

L'interazione che c'è stata e l'offerta irrifiutabile invece del prezzo impossibile che ho
fatto per il lancio del campus italiano ha fatto, anche qui, tantissima differenza.

Tantissima interazione in questo campus, a differenza dell’altro ed un'offerta per entrare alla quale per le persone, che erano presenti a quei workshop - perché l’offerta gliel’ho fatta li e non sul mio sito -, era quasi impossibile dire di no.

Io gli ho fatto un'offerta irrifiutabile, li ho entusiasmati, li ho caricati e tutto questo ha fatto la differenza, anche se poi non ho neanche proposte le sessioni personali. Non le ho neanche messe sul piatto della bilancia.

Ovviamente nessuno si è lamentato, nessuno ha detto niente, perché comunque c’erano tanti altri elementi di valore che venivano messi a disposizione, in più ho investito seriamente nel capire che questa comunità doveva, nel tempo, prendere una sua vita.

Non basta che tu rispondi nel forum, risolvi un problema, etc.

Bisogna creare un amalgama, un effetto squadra, un effetto curva, quindi ho investito tempo e risorse nel cercare di individuare una persona, già fra quelle che fossero nel campus, che mi potesse dare una mano nel tenere viva questa comunità.

Poi ho tenuto viva la comunicazione tenendo prima una newsletter e poi aggiungendone una seconda, perché ci sono così tante cose che succedono, anche se piccole e diverse, che per seguirle uno non può andare ogni giorno nel campus e cercare cosa succede.

Ci vuole un piccione viaggiatore che ogni tanto ti racconta cosa sta accadendo.

Dando queste informazioni, dopo la lezione del campus inglese, ho capito che questo poteva fare la differenza.

In più, dal campus inglese - non c’ero arrivato allora, ma ne sono accorto poi molto presto nel campus italiano - ho capito che, per offrire questo tipo di servizio che offro io devi poter offrire non solo le idee, le strategie, la teoria di come si fa ma dovresti:

  1. Offrire anche delle maniere pratiche, dei passo passo, delle guide pratiche per poter fare le cose per chi non le ha mai fatte
  2. Dare anche le risorse, i collegamenti ai servizi o ai software che poi servono per farle queste cose.

Quindi ho stretto partnership sia con un hosting provider, sia con un agenzia di design che offrisse un servizio più alto della media, un prezzo più basso di quello che si trova sul mercato, in modo da garantire che riuscissi a fare imparare delle cose che poi non sarebbero state realizzate in maniera approssimativa.

Lo sai anche tu poi come vengono fatti i siti il più delle volte.

Io volevo sin dall’inizio che dagli studenti del mio campus uscissero fuori dei progetti che facessero poi parlare di quello che facciamo, perché questa sarebbe stata la promozione più grande possibile.

Il campus poi l’ho rinnovato, l’ho arricchito.

Ho messo più video, più materiali, più risorse per studiare i trentotto argomenti e moduli che ci sono a disposizione e che vanno dalla formula di Sharewood fino ai modelli di monetizzazione, di guadagno, che si possono utilizzare online e così come ho appena detto ho spinto tantissimo all’interno del forum.

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Qua vedi le primissime sezioni che sono dentro il POP Campus Italiano e vedi quanti thread e quanti post ci sono, per esempio nell’area del project brief dove i partecipanti al campus studiano e progettano come realizzare il loro business online.

La maggior parte del tempo che investiamo nel campus è speso per individuare una nicchia, scegliere bene quale può essere il nome del tuo sito, che strategia usare per attirare delle persone interessate.

Facciamo tutto un lavoro di analisi e di studio, spesso molto faticoso per chi pensa che internet sia una possibilità per fare le cose in quattro e quattrotto, che però dà dei risultati che fanno la differenza.

Questi risultati stiamo cominciando a vederli.

 

I Risultati Tangibili del POP Campus Italiano

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Quali sono questi risultati?

Ho cinque progetti, in questo momento, che sono in fase di realizzazione.

Con 45 studenti paganti in questo campus, da Marzo ad oggi cinque, secondo me, sono quelli che stanno in una fase realizzativa.
Non vuol dire che sono arrivati alla fine, sono ancora piuttosto all’inizio nel percorso che hanno davanti, ma siamo a un buon punto.

Fra non molto tempo potrete andare nel loro sito e vedere quello che stanno facendo.

Ma chi sono questi progetti?

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C’è per esempio SOS Truffe, che è un sito, non un blog, dedicato ad aiutare chi vuole fare degli acquisti sicuri online.

Oggi ci sono tantissime persone che vogliono fare acquisti sicuri online. Abbiamo individuato questa nicchia e l’abbiamo collegata alla passione di uno dei nostri studenti che faceva l’hacker prima e quindi di smanettamenti ne sa una in più del diavolo ed ha deciso di diventare un angelo.

Vuole aiutare le persone a capire come si fanno gli acquisti online, oppure come si fa a non farsi fregare, oppure - se ti hanno già fregato - cercare di capire come fare per riavere i tuoi soldi.

Quindi acquistata una reputazione di colui che ne sa una più del diavolo su questo argomento, lui vuole diventare un punto di riferimento per chi vuole fare acquisti sicuri online e quindi si rivolge a lui prima di fare un acquisto avventato su eBay o da un'altra parte.

In questo senso, lui poi offrirà dei servizi più avanzati, premium, che gli consentiranno di avere una serie di prodotti che fanno il caso delle persone che vogliono fare degli acquisti sicuri online.
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Clicca sull'immagine per andare al sito dei Nomadi Digitali

Un altro esempio sono i Nomadi Digitali e già li trovate.

Loro non sono contenti che faccia promozione, perché si lamentano che ancora il sito non è fatto bene, ma in effetti sono talmente bravi che bisogna parlare di loro perché hanno già ottenuto un piccolo grande successo.

La loro passione è non fare la vita di tutti quanti, di non lavorare in banca, ma gli piace girare il mondo usando internet per poter guadagnare facendo le cose che più ti piacciono.

Quindi collegano le possibilità di internet a quelle di viaggiare, cercano di trovare una sinergia e le strade per fare in modo di renderlo possibile e le condividono in un percorso gratuito di informazioni fatto da poster, guide, successo di chi già lo fa veramente interessanti.

Al momento stanno soltanto raccogliendo i nomi e le email delle persone interessate in questo progetto e che vogliono imparare queste cose e pubblicano già una newsletter. Quindi, se tu dai il tuo nome e la tua email puoi evitare di perderti le prossime puntate della loro newsletter.

In più, senti cosa gli è successo.

Soltanto con questa paginetta che hanno al momento e seguendo i consigli che abbiamo sviluppato insieme all’interno del campus, i Nomadi Digitali hanno avuto sufficiente visibilità per far sì che l’ANSA facesse un servizio sui nomadi digitali e parlasse di loro.

Subito dopo, che IsoRadio li invitasse per un intervista nella quale sono andati immediatamente in diretta... Inoltre, subito dopo avendo sentito IsoRadio, Capital Radio li ha invitati e gli ha fatto un'altra intervista.

Nel giro di 72 ore, avevano oltre 500 persone già iscritte - che avevano già lasciato il loro nome, cognome ed email - perché volevano sapere tutto quello che avevano da raccontare i Nomadi Digitali.

Queste persone sono in una lista di contatti che loro potranno valorizzare in futuro per portare avanti il loro messaggio, condividere i servizi e le informazioni di valore che hanno.

I Nomadi Digitali sono già quasi una realtà tangibile da diversi punti di vista. Non solo perché sono presenti, anche se con una paginetta, ma perché hanno credo 600 o 700 persone che già li seguono.

Incredibile!




Eppure questa è la mia storia e queste sono effettivamente le cose che ho scoperto, inventandomi questo mestiere di piccolo editore online, in questi ultimi tre anni.

Ho capito che la pubblicità può essere un mezzo per guadagnare dei soldi, ma che non è la maniera più efficace e sostenibile per costruirsi un business di lunga durata.

Ho capito anche che chi vuole fare pubblicità sul mio sito passa spesso da intermediari che mi impediscono di entrarci in contatto diretto, e che coloro che apprezzano tali pubblicità, non diventeranno mai miei clienti.

Sono un po’ come un parco pubblico, ricco di fontane e giardini, ma dove sono altri a costruire e guadagnare con i loro chioschi.

Per questo ho scelto, non di chiudere alla pubblicità, che se utilizzata con moderazione e intelligentemente può offrire vantaggi sia a me che a miei lettori, ma piuttosto di investire attivamente nel creare un sempre crescente seguito di fans ed appassionati affamati di conoscenza sugli argomenti a me più cari.

Questi i miei suggerimenti immediati a chi vuole muoversi in questa direzione:
(domani nella parte 2 di questa guida, dedicata alla "formula di Sharewood").




Come Creare un Business Online Senza Dover Dipendere dalla Pubblicità - La Presentazione


Guarda altre presentazioni di Robin




Evento live tenuto da Robin Good il 29 Ottobre 2010. Trascrizione di Elia Lombardi, Dario Fornarelli e Giovanni Panasiti. Pubblicato per la prima volta il 4 Novembre, 2010 su MasterNewMedia come "Come Creare Un Business Online Senza Dover Dipendere Dalla Pubblicità: La Storia Di Robin"




Photo credits:
La Storia di Robin Good e MasterNewMedia - dageldog
Agosto 2007: Un Ferragosto Indimenticabile - Fitness & Health
Primo Esame di Coscienza: Come Uscire dalla Penalizzazione di Google - Alex Hinds
Secondo Esame di Coscienza: Cosa Ho Sbagliato nel POP Campus Inglese E Come Ne Sono Uscito - Ronen

 

Scritto da per MasterNewMedia.
 
 
 
 
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