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21 aprile 2009

Modelli Educativi Nell'Era Digitale: Cos'è Il Connettivismo E Cosa Lo Rende Così Speciale

Cos'è il connettivismo? Se lo andassi a cercare su Wikipedia, a un primo sguardo, scopriresti che si tratta di un neologismo creato proprio qui in Italia.

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Photo credit: Clix

"...all'inizio del 21° secolo in Italia, dove è conosciuta col nome di Connettivismo. È apparsa nella letteratura scientifica italiana su iniziativa di un gruppo di scrittori, blogger e artisti. Il nome trae origine da una dottrina visionaria che collega specifiche conoscenze di più discipline, formulata dallo scrittore canadese di fantascienza Alfred Elton van Vogt."
(Fonte: Wikipedia)

Ma il connetivismo è anche qualcos'altro. Cercando un po' più attentamente scopriresti anche che

"Il connettivismo è una teoria dell'apprendimento nell'era digitale, sviluppata da George Siemens in base alla sua analisi dei limiti del behaviourismo, del cognitivismo e del costruttivismo per spiegare l'effetto che ha avuto la tecnologia sul nostro modo di vivere, comunicare e apprendere."
(Fonte: Wikipedia)

Il connettivismo fonde in sé elementi importanti di diverse teorie dell'apprendimento, delle strutture sociali e delle attuali tecnologie comunicative che hanno dato vita ai nuovi modelli di apprendimento dell'era digitale.

George Siemens, studioso dell'educazione e uno dei primi divulgatori della teoria del Connettivismo, spiega cosa caratterizza questo modello educativo e quali sono i concetti chiave che lo rendono così speciale.

 

 

Qual'è l'Idea Centrale Del Connettivismo?

di George Siemens

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Photo credit: Stephen Coburn

La settimana scorsa, ho lanciato una provocazione a Gary Stager su Twitter: "quando un costruttivista pensa alla conoscenza, dove la colloca fisicamente e biologicamente?".

Gary ha replicato con qualcosa del tipo "non lo sappiamo e non mi interessa. Posso insegnare perfettamente qualcosa senza sapere i dettagli di come lavora la mia mente". Onesto.

Educatori diversi adottano approcci diversi per comprendere il processo di insegnamento e di apprendimento. Io cercherò di definirlo dal punto di vista del modo in cui lavora la nostra mente.

Gary - dalla sua prospettiva costruttivista (e non lo dico in senso negativo!) - si concentra maggiormente sulle attività pratiche e sui risultati.

Subito dopo mi ha posto una domanda fondamentale: qual'è l'idea centrale del connettivismo? E dato che la risposta supera di gran lunga i 140 caratteri disponibili su Twitter, gli risponderò adesso.

Prima di tutto, spesso un'idea nuova non è altro che un'idea vecchia adattata al contesto attuale. Per esempio, qual'è l'idea innovativa del costruttivismo? Che le persone costruiscono la propria conoscenza? O che l'apprendimento ha una natura sociale e localizzata? O che la conoscenza è qualcosa che non esiste al di fuori di coloro che conoscono? (es: non esiste nessun "fuori" lì fuori).

Ovviamente ognuno di questi concetti è può essere ricondotto a diversi filosofi del passato. Sono idee che esistono in varie forme da più di 2000 anni.

Ciò che è nuovo nel costruttivismo di oggi è che questi principi stanno nascendo (o sono nati) insieme alle richieste di una riforma del sistema educativo provenienti da personaggi come Spencer, Dewey e Piaget.

Se vuoi saperne di più, dai un occhiata al libro di Kieran Egan Getting it Wrong from the Beginning. Ma in ogni caso, la necessità di una maggiore attenzione al processo di apprendimento non dipende semplicemente da un cambiamento di esigenze o di metodo.

Il Costruttivismo è da leggere nel contesto delle attuali tendenze culturali e del pensiero filosofico contemporaneo. L'autorità si è fatta da parte, la Verità è rimessa in discussione, è fiorito il post-modernismo, la nostra comprensione di culture e modi di essere diversi dai nostri è sicuramente aumentata e sembra semplicemente plausibile che il cognitivismo e il behaviourismo si prendessero una pausa.

Nel costruttivismo c'è di nuovo, lascia pure un commento se sei in disaccordo, che pur combinando idee che già esistono, le inserisce in una struttura che cerca di comprendere le esigenze e le tendenze del momento attuale.

In questa prospettiva, il connettivismo fa proprie le idee all'avanguardia di filosofi e teorici delle generazioni precedenti. Ma ciò che lo rende speciale è la particolare combinazione e integrazione di concetti che riflettono l'ampiezza della società umana e gli sviluppi dei sistemi informatici. Per questo, continuo a pensare che che esitano caratteristiche uniche all'interno del connettivismo.

Ma prima di andare avanti, voglio citare alcune delle teorie esistenti, che fanno da terreno fertile per il connettivismo (e penso, in misura maggiore, per il costruttivismo).




Dove Nasce Il Connettivismo?

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Photo credit: Cristophe Testi

Tutte le idee hanno un patrimonio culturale alle spalle. Tutti i concetti hanno radici. Eccone alcuni legati al connettivismo:

  1. Gli strumenti aumentano la nostra capacità di comunicare e di interagire con gli altri.

    Gli strumenti sono estensioni della dimensione umana, che aumentano la nostra capacità di dar forma ai pensieri in modo da poterli condividere con gli altri. Il linguaggio né è un esempio. La teoria dell'attività ne costituisce la base. Come anche il lavoro socio-culturale di Vygotsky.

    La nozione di Gibson di "affordance" degli strumenti, pur essendo il risultato di una sua ricerca sulla percezione, è determinante per avvalorare l'utilizzo degli strumenti. E come potremo lasciar fuori la nozione di Wittgenstein, di comprensione negoziata, da una discussione sul linguaggio? Allo stesso tempo, gli strumenti sono "portatori di modelli di ragionamento preventivo" (Pea) e riflettono un tipo di ideologia. Questa concezione è determinante anche nell'asserzione di Postman secondo cui ogni tecnologia incarna un'ideologia.



  2. La natura contestualizzata dell'apprendimento. L'apprendimento contestualizzato emerge dal lavoro di Lave e Wenger, sebbene non sarebbe eccessivo affermare che l'enfasi di Papert sull'attività pratica gli si adatti almeno in parte.


  3. La teoria dell'apprendimento sociale. Qui possiamo mettere l'accento sul concetto di auto-efficacia di Bandura, Bruner, Vygotsky e altri.


  4. Lo sguardo epistemologico. Tutta la teoria dell'apprendimento è radicata nell'epistemologia (anche se Von Glaserfeld sostiene che siamo in un era post-epistemologica e insinua che la produzione di una teoria della conoscenza sia esattamente ciò che il costruttivismo non riesce ad elaborare). Come base epistemologica per il connettivismo, ho trovato il lavoro di Stephen Downes sulla valutazione della conoscenza connettiva. Più di recente, Dave Cormier ha proposto il concetto di conoscenza rizomatica e di comunità come curriculum.


  5. Il concetto di mente. La definizione di mente è enormemente complessa.

    Troviamo un insieme formato da filosofi, neuroscienziati e intelligenze artificiali come Churchlands, Papert, Minsky, McClelland, Rumelhart, Clark (conoscenza personificata), Spivey e altri.

    La mente viene vista - con accenti diversi - come personificata e distribuita attorno a numerosi apparati, relazioni e artefatti. Nel suo libro sulla Conoscenza Ripartita, Hutchins ne ha divulgato il concetto.

    Queste idee si riflettono anche nel lavoro di Weick sulla conoscenza correlata. Il testo elaborato da Salomon sulla conoscenza ripartita applica queste idee al contesto educativo.



  6. Una versione simile la ritroviamo anche nel lavoro di teorici dei nuovi media come McLuhan, dove si studia che cosa significhi l'impatto tecnologico per l'uomo.

    L'impatto della tecnologia con l'umanità continuerà a crescere in misura maggiore mentre saremo sempre più capaci di aumentare le funzioni cognitive umane attraverso prodotti farmaceutici e la futura speranza di chip integrati.



  7. Un ulteriore supporto al connettivismo lo troviamo nelle nebulose teorie sulla complessità dei sistemi di pensiero.

    Per esempio Mason, Davis e altri autori hanno recentemente pubblicato una serie di articoli sull'impatto delle teorie della complessità sul sistema educativo.

    Studiosi come Barnnett suggeriscono che dovrebbe essere definita più precisamente "supercomplessità", dato che non siamo capaci di comprendere la direzione che le cose prenderanno in futuro.



  8. La teoria del network. Sociologi, matematici e fisici hanno dedicato decenni di studio alla definizione dei network e delle loro caratteristiche. Noi siamo capaci di definire le principali strutture dei network, il modo di comportarsi e il flusso delle informazioni.

    Concetti come piccoli mondi, leggi forti, reti, buchi strutturali e legami deboli/forti sono comuni nella letteratura. L'aspetto educativo dei network proviene dal lavoro di Starr-Roxanne Hiltz, Chris Jones, Martin de Laat e altri.

    I network sono importanti in ogni aspetto della società, non solo per l'educazione. Questa importanza è in parte identificabile con la metafora di Internet....ma le reti sono sempre esistite. Come sostiene Barabasi, le reti sono ovunque. Abbiamo solo bisogno di vederle.





L'Idea Centrale Del Connettivismo

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Photo credit: Sergii Tsololo

Se questi elementi formano le basi del connettivismo, condividono e si accordano con l'eredità del costruttivismo e del cognitivismo, qual'è l' idea centrale del connettivismo? Per iniziare la discussione, una volta definiti gli aspetti critici del problema, vi propongo quanto segue:

  1. Connettivismo significa applicare i principi delle reti alla definizione sia della conoscenza che dei processi d'apprendimento.

    La conoscenza si definisce come un particolare modello di relazioni e l'apprendimento come la creazione di nuove connessioni e modelli che ci guidano nell'attuale modello reticolare.



  2. Il connettivismo tratta i principi dell'apprendimento a diversi livelli: neuro-biologico, concettuale e relazionale-sociale. È questo il concetto chiave che sto promuovendo nei miei corsi online.

    Quello che voglio dire con il connettivismo (e penso che Stephen si d'accordo con me) è che la stessa struttura d'apprendimento che crea connessioni neurali, si ritrova anche nei tipi di collegamenti che facciamo tra le idee e nel nostro modo di relazionarci con gli altri e con le fonti d'informazione. Un solo scettro per comandare tutto.



  3. Il connettivismo si basa sull'inclusione della tecnologia come parte integrante della nostra dotazione di cognizioni e conoscenze.

    La nostra conoscenza sta nelle connessioni che riusciamo a creare con altre persone o con le risorse informatiche come i database. In più, la tecnologia gioca un ruolo chiave:

    • Operando per la creazione e visualizzazione di modelli dal punto di vista cognitivo.
    • Estendendo e migliorando la nostra capacità cognitiva.

    • Conservando informazioni aziendali in forma immediatamente accessibile (per esempio, motori di ricerca, strutture semantiche, etc).

    Osserviamo la nascita di questo concetto nel dibattito sugli strumenti della teoria dell'attività. Il connettivismo riconosce l'importanza degli strumenti come intermediari nel nostro sistema di attività ed estende tale importanza sostenendo che la tecnologia gioca un ruolo centrale nella distribuzione di identità, capacità e conoscenze.



  4. Il contesto. Mentre altre teorie prestano scarsa attenzione al contesto, il connettivismo riconosce la natura fluida della conoscenza e dei collegamenti che si basano sul contesto. Come tale, diventa sempre più vitale focalizzarci non su conoscenze predefinite o prefabbricate, ma sulle nostre interazioni con gli altri e sul contesto in cui questa interazione si verifica.

    Il contesto produce uno spazio di conoscenza, connessione e scambio tra le parti coinvolte.



  5. Comprensione. Coerenza. Senso. Significato. Questi sono elementi importantissimi nel costruttivismo, prestati al cognitivismo e non sempre presenti nel behaviorismo.

    Ma nel connettivismo, spieghiamo che il rapido flusso e l'abbondanza dell'informazione danno a questi elementi un importanza critica. Come ho dichiarato all'inizio di questo articolo, il costruttivismo fonda le origini dello sviluppo nel clima di una riforma sociale e dell'era post-moderna.

    Il connettivismo si radica nel clima di abbondanza, di rapido cambiamento, nelle svariate fonti e prospettive informative e nella necessità cruciale di trovare un modo di filtrare le cose e dare senso al caos. Per questo, nel connettivismo, la centralità delle reti consente di mettere in ordine sia l'abbondanza che la diversità.

    Il clima informativo in continuo e incessante cambiamento aumenta l'importanza di essere continuamente aggiornati. Come ha dichiarato Anderson, "di più significa diverso". Oggi la moltitudine di informazione e tecnologia crea il bisogno di starne sempre al corrente, ciò dà vita al connettivismo.



Nota: Fornisci idee, commenti e suggerimenti a George Siemens su ciò che il connettivismo è realmente, commentando direttamente sul suo sito.




Per saperne di più su George Siemens e per ottenere maggiori informazioni e risorse sull'e-learning visita www.elearnspace.org. Puoi anche visitare il sito sul connettivismo di George Siemens; per trovare risorse sul cambiamento della natura dell'apprendimento, dai anche un'occhiata al suo nuovo libro "Knowing Knowledge".

 
 
 
 
 
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