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19 ottobre 2007

Editoria Online: Tendenze Di Mercato E Direzioni Future

L'industria dell'editoria online é pronta per un altro tracollo finanziario? Gli incessanti investimenti e capitali nelle società di online media indicano invece che cominciano i problemi? O stai cercando di capire se è qualcosa di molto diverso rispetto a quanto accadde nel in 2000?

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Foto credit: Andres Rodriguez and Picpics - mashed up by Robin Good

Nella seguente analisi sul business e sui "content media", John Blossom esplora i fattori e le variabili che influenzano il futuro prossimo del business del settore dell'editoria e dei media online, ma anche dell'editoria tradizionale.

I fattori principali in gioco sembrano anticipare sia una improbabile replica del 2000, dell'esplosione della dot-com-bomb o, invece, l'avvento di schemi e comportamenti economici completamente diversi e mai visti in precedenza.

Quale che sia il risultato, ciò che conta per chi investe e pianifica capitali in società dell'editoria online e multimediale è conoscerne le variabili prima possibile, in modo da organizzare la migliore strategia e le migliori rotte di navigazione per il proprio business.

John Blossom offre qui una analisi approfondita di alcune delle forze principali del futuro dei media e delle sue opportunità. Se io fossi in te, leggerei fino in fondo. Non si sa mai.

 

 

Valutare Cosa Si Dice Della Bubble/Bolla: Cosa è Realmente?

di John Blossom

Il New York Times racconta di alcune grosse ondate nelle startups della Silicon Valley che ottengono una grande quantità di fondi e, in alcuni casi, notevoli somme da investitori privati e che sostengono economicamente chi si occupa di contenuti online.

L'acquisizione di RightMedia da parte di Yahoo per la somma di 850 milirardi di USD e la microscopica startup Ning valutata per 214 miliardi USD su 44 miliardi USD di investimenti privati sono solo alcune delle evidenze nella classifica odierna delle scommesse finanziarie degli investitori che sembrano avere regolarmente i portafogli delle grandi compagnie di media a loro disposizione.

E' facile comprendere perchè molti di coloro che parlavano della febbre della "bubble/bolla" nell' era delle dot-com stiano cominciando a riparlarne, ed in alcuni casi chi dubita della stessa "bubble/bolla" ha delle evidenze molto più credibili di allora su cui basarsi che indicano come adesso ci siano molti più perdenti che vincitori che spingono per venire alla luce con contesti validi per i contenuti.

Innanzitutto il problema dell'inventario di interessi: con i social media che aiutano gli outlet multipli disponibili per la pubblicità con un tasso di crescita di tipo Malthusiano, c'è praticamente una grande quantità di inventario di interessi per i pubblicitari che vogliono entrare a conquistare anche il mercato del pubblico online.

Proprio come si supponeva nel 2000 che i pubblicitari avrebbero fatto fluttuare ogni business plan della domanda disponibile, si può essere sicuri che ci sia una ristrutturazione anche in questo momento, dal momento che la realtà comincia a raccogliere le problematiche relative all'inventario di interessi. Anche avendo familiarità con la disponibilità dell'interesse, troppe tecnologie simili una all'altra hanno poche possibilità di costruire la loro fetta di pubblico ad un tasso di crescita che possa giustificare dei ragionevoli ritorni economici.

Quanti possibili è-come-Facebook-con-Skype-e-chi-sa-quali-altre idee potrà assorbire questo mercato? I portafogli delle maggiori società che si occupano di media, i presunti sbocchi di arrivo di queste società coinvolte, non potranno supportare questi tipi di strumento all'infinito.

Ma questa volta le differenze sono comunque moltissime attorno a quello che aiuta a far durare più a lungo la "bubble/bolla" odierna:



Pubblicità Contestuale

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Quando c'è abbondanza di inventari di interesse generata in parte dai social media non c'è un'abbondanza specifica di pubblico per beni e servizi specifici. La dot-com bubble/bolla che scoppia prima della pubblicità contestuale ha cominciato a coinvolgere tipologie diverse di economia per la coda lunga del contenuto che possa beneficiare de beni e servizi ad altissimo margine che vanno incontro agli interessi di nicchie particolari di mercato. Mentre gli annunci contestuali giocano ancora molta pressione sugli editori online che devono utilizzare beni che possano attrarre verso i loro annunci migliori, la loro abilità è quella di servire nicchie di mercato da cui trarre guadagno con costi sostenibili sarà il punto di arrivo per molti editori online che dovranno ricevere soldi anche indirettamente man mano che l'economia andrà raffreddandosi.



Mainstream Media Finito

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Foto credit: Sascha Burkard

Anche se i social media hanno avuto una espansione più rapida nella capacità di creare inventari di interesse maggiori rispetto alle società di mainstream media, i cambiamenti negli ultimi sette anni non sono stati significativi. Mentre la gestione del contenuto, Il content management, il mining ed altri strumenti per la produzione hanno abilitato gli editori a pubblicare contenuti più coinvolgenti, con l'eccezione del video, non c'è però molto altro. Infatti, con le varie riduzioni e tagli, il consolidamento e la competizione in aumento dei social media outlets, si può affermare che ci sia meno inventario di interesse per il testo sul mainstream online che possa assorbire i budget dei pubblicitari delle maggiori corporazioni che prendono poi quel contenuto. Quello che è aumentato, sono gli sforzi verso la syndication da parte degli editori per inserire il loro contenuto in nuovi contesti mediante servizi per l'embed del contenuto tipo Voxant, i feed utente e mediante nuovi partner per le nuove piattaforme mobile. La necessità di inventari di interesse utilizzabili in più contesti manterrà alta la domanda di nuove fonti di contenuto - e moltiplicherà relativamente poco - fino a che l'intero settore della domanda pubblicitaria diminuirà.



Il Fattore Creatività

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Foto credit: Carsten Reisinger

Le società che si occupano di media sia dal lato consumer che da quello enterprise del business dei contenuti sono stati molto bravi a gestire dei prodotti di contenuto non ancora ben definiti e hanno dimostrato nel corso del tempo che la cultura corporate indirizzata al controllo dei valori è molto povera nell'avere nuove idee per i prodotti di contenuto online che oggi vanno verso la diminuzione dei concetti del valore creato attraverso la collaborazione e la contestualizzazione. Molte idee mediocri vanno e vengono dalla Silicon Valley ma l'intero costo che le società che si occupano di media stanno pagando per fallire ancora nel reinventare la loro stessa cultura ed incoraggiare maggiormente a rischiare con nuovi investimenti sarà un percorso ordinario sulla Highway 101 per seguire i bisogni di innovazione con compagnie mature abbastanza per investimenti del genere. Pensa che dopo sette anni la cosa è diversa, ma sono almeno 5 anni da quando le società che si occupano di media hanno effettuato la transizione verso culture interne più innovative che rendono questi percorsi meno frequenti per quelli che vogliono realmente sopravvivere sul mercato.



L'imminente Ritorno Del Contenuto Premium A Pagamento

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Foto credit: Miroslav Georgijevic

Mentre la pubblicità guadagna la ribalta nella maggior parte dei business plan, la spinta di servizi quali Near-Time per costruire profitti dalle community private di social media e dal riposizionamento delle riviste cartacee come strumenti per la costruzione di community aumentano la promessa per gli editori online di costruire un nuovo flusso di revenue da una quantità di contenuto relativamente piccola. Le persone vogliono ancora pagare per eventi - ed anche il contenuto sembra voglia essere posizionato insieme ai contenuti online di eventi di tipo premium in modo che sia complementare ai canali supportati dagli annunci piuttosto che in conflitto con essi. Cercare di allargare la disposizione dei modelli di business che includono nuovi elementi premium a pagamento che possano alleggerire il ricambio dei cigli di annunci.




Ci sono tante tecnologie oramai quante possibilità di codifica e nessuna direttiva riguardo come i vari editori possano continuare a mantenere sempre su di loro la brezza fresca della Bay.

I pazzi vanno e vengono, ma la frontiera dell'editoria online andrà ancora avanti con investimenti da parte di indipendenti ancora per molti anni a venire.

Probabilmente i fattori principali che determineranno la curva di crescita rimarranno nella capacità di ottenere sempre più accessi al contenuto elettronico. Ma siamo all'inizio della crescita di un settore in cui l'accesso al contenuto web dai dispositivi mobile zoppica per la povertà di accesso alla rete e per i costi di accesso mentre l'accesso land-based è in fase di stallo nel mercato U.S.A.

Allo stesso tempo, gli accessi ad alta velocità nei mercati esteri sta esplodendo, creando nuove opportunità per i nuovi player non americani che possono accaparrarsi il la loro fetta di settore del contenuto molto più rapidamente.

Con al pubblicità contestuale e il contenuto che esulano dai limiti tradizionali per la monetizzazione degli stessi da parte degli editori si deve pensare in maniera più aggressiva a come trarre profitto da questo contenuto che non è più limitato ad un solo contesto.

Molte di queste persone hanno già effettuato almeno un tentativo di investimento di successo e c'è sempre la possibilità che i soldi seguano altri soldi all'infinito. Ma forse Mr. Darwin si adeguerà alla matematica di Lord Malthus molto prima di quello che pensiamo.




Originalmente scritto da John Blossom per Shore e pubblicato il 16 Ottobre 2007 con il titolo "Evaluating Bubble Talk: What's Real and What Isn't?". Versione Italiana a cura di Caterina Policaro - per un feedback editoriale scrivi a Robin.Good[at]masternewmedia.org.

 
 
 
 
 
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