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10 giugno 2007

Social Software: Possibili Usi Futuri (Parte 3)

Il concetto di Social software abbraccia tutto l'insieme di sistemi di interazioni online (come wiki, blog, messaggeria istantanea, podcast) che permettono la collaborazione e la comunicazione a distanza enfatizzando la ricchezza del potenziale umano piuttosto che le tecnologie che rendono possibili queste relazioni.

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Photo credit: Alexandre Stolbstov

Nel primo articolo dedicato a questo argomento abbiamo analizzato il fenomeno del social software ed il suo impatto sulle vite degli individui e delle organizzazioni. Nel secondo abbiamo misurato la sua influenza sull'apprendimento e sull'insegnamento nell'era della Net Generation.

Abbiamo imparato quanto il social software possa essere dirompente quando incontra i tradizionali metodi di insegnamento e gli ambienti di lavoro formando individui (in questo caso studenti e professionisti) creativi e ricettivi.

Ecco quindi il terzo articolo che ho estrapolato dall'interessantissimo report sull'argomento fatto dall'Australian Flexible Learning Framework, che si concentra esclusivamente sui possibili usi del social software nel prossimo futuro.

 




Social Software: La Visione Futura

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Agli intervistati è stato chiesto di immaginare un futuro che incorporasse il social software per la conoscenza condivisa, lo sviluppo delle capacità ed il miglioramento della VET. Questo è stato fatto per capire come potrebbe essere il futuro se il social software fosse adottato in maniera più ampia dagli insegnanti.

Nella sua risposta Trevor Cook, uno dei dirigenti del Jackson Wells Morris afferma che:

"Il social software ci obbligherà a ripensare completamente i nostri modelli di business e di distribuzione. Sta già accadendo nei media ed in molte altre industrie dalle telecomunicazioni alla musica, fino alla vendita dei libri."

Tale affermazione è supportata da Semple, sino a poco tempo fa' Knowledge Manager per la BBC ed ora consulente indipendente. Nella sua risposta Semple parla di come i cambiamenti che ci attendono siano "abbastanza profondi" e dice che il futuro:

"... va ben oltre qualcosa che attiene solo all'apprendimento - ma riguarda soprattutto le organizzazioni e come esse concepiscono loro stesse ed il loro business."

Parte integrante di questa visione del futuro è la 'Net Generation'. Oblinger (2005) citato nella bibliografia dell'articolo assieme a Semple, afferma che la nuova generazione di studenti e di lavoratori forzerà questo cambiamento.

La 'Net Gen' è un driver significativo dell'avvento delle nuove tecnologie, assieme al business ed alla ricerca dell'efficienza.

Il senso di urgenza del cambiamento è quasi obbligato dalla convergenza del cambiamento nella natura del lavoro e dell'apprendimento.

Al Global Summit, Jennings, Direttore Generale della Learning Reuters, riferendosi ai 'nativi digitali' ha detto:

"Questa generazione è per sua natura multi-taskers (o, almeno, molto abile nel passare velocemente da un compito ad un altro). Innatamente fanno uso della tecnologia per comunicare nelle loro vite lavorative ed al di fuori di queste ."

La necessità che l'esperienza dell'apprendimento cambi per venire incontro ai bisogni di questa nuova generazione di studenti è stata già oggetto di discussione nel 2003 da parte di Norris ed altri, i quali fanno notare che:

"In un mondo dove le tecnologie ci circondano, e gli studenti sono multitasking, le dinamiche dell'esperienza di apprendimento devono cambiare per fornire valore a questa nuova generazione."

Nel suo lavoro "Teaching is dead, long live learning (L'insegnamento è morto, lunga vita all'apprendimento)", Blackall (2006) sottolinea come Internet e tecnologie come i social software forniscano un ambiente di apprendimento molto più ricco rispetto ai metodi tradizionali.

In questa ricerca due sono le strategie chiave: wiki aziendali ed ambienti personali di apprendimento.



Wiki aziendali

L'utilizzo di wiki aziendali per condividere idee e gestire progetti all'interno delle organizzazioni è stato caldamente raccomandato da alcuni di coloro che già usano il social software. In Australia, abbiamo notizie che alcune grandi aziende abbiano già iniziato a sfruttare questi strumenti.

Semple ci dice come la BBC utilizzi wiki interni e come lo staff si senta a suo agio. Noteboom cita la strategia di Dodds (2006) per lo sviluppo delle corporate wiki nella sua organizzazione, Ingenta. Il suo piano di realizzazione include:

  • stabilire una necessità

  • scegliere il wiki

  • costruire la tua comunità

  • rimanere in tema

  • evitare allegati

  • stabilire una struttura di navigazione

  • impiegare una persona per mantenere il wiki

  • i titoli sono fondamentali (dare un nome alle wiki)

  • evitare che il wiki divenga ingestibile



Personal Learning Environments - Ambienti personali di apprendimento

I Personal Learning Environments (PLE) stanno diventando sempre più popolari al crescere della responsabilità che gli studenti prendono nei confronti della loro attività di apprendimento. Molti degli intervistati vedono questo come un elemento chiave del futuro. Nello stabilire una necessità per i PLE, Attwell (2006) sottolinea nel suo blog che:

"L'attività di apprendimento è ora vista come multi episodica, con individui che occasionalmente impiegano periodi di tempo per formarsi al di fuori della loro vita lavorativa. L'idea del Personal Learning Environment riconosce che l'apprendimento è in continua evoluzione ed è alla ricerca di strumenti in grado di fornire supporto a questa attività. Ciò riconosce altresì il ruolo degli individui nell'organizzare il loro apprendimento autonomamente.

Inoltre, le pressioni per l'avvento del PLE sono basate sull'idea che l'apprendimento avvenga in situazioni e contesti differenti non necessariamente forniti da un singolo insegnante. Collegato a questo vi è un crescente riconoscimento dell'importanza dell'informal learning. I computer ed il social software sono ormai ovunque e stanno cambiando il modo nel quale impariamo."

Altre visioni del futuro connesse all'uso del social software sono state:

  • uno spirito di apertura e non di contenimento delle informazioni e della conoscenza all'interno di comunità chiuse

  • lo sviluppo di non conferenze per la collaborazione e l'attività di rete, dando potere ai partecipanti di sviluppare programmi assieme

  • gli strumenti social software divengono parte integrante per il supporto e il mantenimento dell'apprendimento

  • un uso migliore del social bookmarking per la condivisione della conoscenza

  • chiunque può essere produttore, creatore, insegnante od apprendista

  • l'ulteriore sviluppo di ambienti personali di aggregazione

  • personal content management più sofisticati, con incluse capacità di ricerca

  • sistemi di e-portfolio robusti in grado di supportare un apprendimento duraturo

  • una grande enfasi sull'uso delle tecnologie mobili come mezzi per interfacciarsi con questi nuovi ambienti

  • qualsiasi cosa promuova o supporti l'obbiettivo di personalizzare l'insegnamento.

Ai partecipanti è stato poi chiesto di immaginare il futuro prossimo del social software. Lo staff VET stima che il loro utilizzo attuale del social software con gli studenti passerà da una volta ogni tanto (29%) ad un uso praticamente quotidiano (46%). (Vedi Tabella 8)


Tabella 8: Uso atteso del social software nei prossimi due anni



Teorie e modelli per definire la visione

Le tassonomie d'insegnamento sono parte integrante del processo di apprendimento ed insegnamento, ed iniziano a svilupparsi nuove teorie e modelli che si adattano a queste tassonomie. Ecco gli elementi fondamentali:

Altri concetti e modelli emergenti sono: l'ecologia dell'apprendimento; l'e-Learning 2.0 ed il Life Based Learning.



L'ecologia dell'apprendimento

Di recente Siemens (2006) ha proposto il concetto di ecologia dell'apprendimento per rappresentare l'apprendimento in questa nuova era della conoscenza. Non solo la conoscenza non risiede più in un luogo limitato ma l'apprendimento diventa "una rete di elementi distribuiti".

Siemens fa riferimento all'ecologia come "complessa, sistemica e adattiva - capace di reagire e di adeguarsi a pressioni esogene e sviluppi endogeni". Per sua stessa natura, una ecologia dell'apprendimento è auto-organizzante e si adatta a differenti forze che impattano sul sistema.

La metafora dell'ecologia dell'apprendimento non è nuova. Staron e altri (2006) utilizzano tale metafora per comprendere la natura mutevole dell'apprendimento nell'era della conoscenza.



e-Learning 2.0

Stephen Downes (2005) ha coniato il termine e-Learning 2.0 riconoscendo quanto l'e-learning si stia evolvendo nella pratica grazie alle comunità e come le nuove tecnologie web 2.0 stiano divenendo parte integrante dell'e-learning.

Downes postula che ciò che differenzia l'e-Learning 2.0 dall'e-Learning 1.0 è il fatto che l'argomento ed il contesto dell'apprendimento non siano più guidati da piattaforme online come i LMS ed i CMS. Gli studenti hanno invece più potere non appena ricercano da loro le opportunità di apprendimento facendo connessioni e formando community.



Il Life Based Learning per lo sviluppo delle capacità

Il Life Based Learning, è il passo successivo nello sviluppo professionale ed espande il potenziale dei precedenti modelli dell'apprendimento riconoscendo il principiante come la "persona da plasmare" - una persona che imparerà dal lavoro, dalle esperienze personali, dallo svago e dalle esperienze familiari.



Un approccio equilibrato

La prima fase del Knowledge Sharing Service studiato da Stuckey e Arkell (2006) sottolinea l'importanza delle attività di condivisione della conoscenza che aiutano coloro che utilizzano la VET nel:

"...risolvere problematiche nuove ed uniche ed accedere alla conoscenza che non potrebbe essere codificata in documenti scritti. Le persone non hanno spesso a che fare con problematiche di poco conto. Molti problemi sono mal strutturati e complessi per loro natura. (p 7)"

Nella prima fase viene riconosciuto il valore dell'integrazione dei processi sociali nei sistemi di knowledge management e si identifica il valore del social software come veicolo attraverso il quale ciò può essere raggiunto. Così le persone possono avere accesso all'esperienza di qualcun'altro in una maniera serendipitous/emergente che sfrutta i vantaggi dei processi che permettono il passaggio da una conoscenza tacita verso una esplicita.

I due seguenti concetti sono legati alla condivisione della conoscenza e mostrano lo sviluppo del pensiero avvenuto dopo la pubblicazione del lavoro di Stuckey e Arkell:

  • swarm intelligence, termine, coniato per la prima volta da Beni & Wang nel 1989 e reso popolare da Popcorn and Hanft (2001) nel loro Dictionary of the Future. Secondo questa teoria, mutuata dal comportamento delle formiche, nonostante non vi sia nessun agente centrale di controllo a dettare quale debba essere il comportamento individuale, le interazioni locali fra questi agenti spesso portano a far emergere un comportamento globale.
  • collective intelligence - la capacità delle comunità umane di evolversi attraverso pensieri complessi di ordine superiore, problem-solving ed integrazione attraverso la collaborazione e l'innovazione.

Come parte di questa prima fase sono necessarie:

  • una cultura della conformità - dove le istituzioni hanno un controllo significativo sui metodi e sui tempi dell'apprendimento, e
  • una cultura libera - dove vengono supportate iniziative prese a livello individuale, guidate da regole non scritte ma emergenti in un processo bottom up. (Vedi Figura 3)


Figura 3: L'enfasi culturale degli strumenti del social software (Stuckey e Arkell 2006)

Questa seconda fase della ricerca riconosce questa duplicità e l'importanza che entrambe queste culture coesistano nelle organizzazioni che impiegano la VET. Ognuna ha una sua funzione essenziale. Stuckey e Arkell promuovono un approccio equilibrato che faccia uso di entrambe le culture per raggiungere una conoscenza condivisa sostenibile.

Da una parte, le organizzazioni hanno bisogno di fornire conoscenza aziendale codificata, e dall'altra, devono fornire ambienti dove l'innovazione e il pensiero collaborativo possano svilupparsi. Questi ultimi ambienti dipendono dai processi sociali che avvengono a livello personale fra i vari agenti.



Sommario: equilibrio e sostenibilità

Partendo dall'idea di "un approccio bilanciato con la finalità di raggiungere una conoscenza condivisa sostenibile", deve essere ricordato che gli ambienti VET sono "... dinamici, diversi, e in continuo mutamento ..." (Staron e altri 2006 p. 3). Essi operano nell'Era della Conoscenza e sono dominati dal lavoro della conoscenza.

"Questa forma di lavoro non è lineare e routinaria, ma più intuitiva, opportunistica e di rete, meno guidata da percorsi pianificati e prestabiliti e quindi più innovativa. (Staron et al 2006 p. 3)"

Questa seconda fase vede il raggiungimento di un approccio bilanciato come una domanda sempre aperta, piuttosto che come un obbiettivo finale da raggiungere. Questo approccio avviene in un contesto di gestione del cambiamento ed utilizza l'adozione e la diffusione dell'innovazione per capire come lo strumento del social software venga visto dapprima in maniera eretica, e dopo qualche tempo integrata; in relazione alla figura 3, ci muoviamo dal quadrante basso a sinistra (informale/guidato individualmente) al quadrante in alto a destra (formale/ guidato istituzionalmente).



Questo articolo è un estratto del report originalmente intitolato "Networks, Connections and Community: Learning with Social Software", scritto da Val Evans, in collaborazione con Larraine J Larri. E' stato ripubblicato con il permesso dell'Australian Flexible Learning Framework e tradotto da Alessandro Banchelli.

Leggi La Prima Parte: Social Software: Definizione Ed Impatto Sulle Persone E Le Organizzazioni

Leggi La Seconda Parte: Social Software: Il Suo Contributo All'Insegnamento E All'Apprendimento



Sull'autore

Val Evans è il Responsabile di Val Evans Consulting ed un ricercatore nel settore del social software. Il report è stato scritto in collaborazione con Larraine J Larri di Renshaw-Hitchen and Associates Pty Ltd.




L' Australian Flexible Learning Framework

L'Australian Flexible Learning Framework è un'istituzione australiana che crea dei networks per permettere agli insegnanti ed ai formatori di tutta l'Australia di condividere tecniche e risorse nel campo dell'e-learning. Il Networks Community Forum è un luogo virtuale nel quale i professionisti dell'educazione e dell'apprendimento possono incontrarsi per amplificare il loro potenziale scambiandosi le proprie esperienze in materia. Registrati qui. 'E-Trends' è il tema del evento online di Giugno, che si terrà il 19 e il 20 c.m. Il programma include circa 14 sessioni live asincrone e un insieme di discussioni.



Photo credits

Eye: Petr Gnuskin

 
 
 
 
 
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