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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


18 maggio 2007

Chi Ha Bisogno Della Federal Reserve? Come Panama Gestisce Il Denaro Senza Una Banca Centrale

La Federal Reserve, Banca Centrale degli Stati Uniti d'America, è di proprietà di un cartello corporativo sconosciuto, ha una licenza per stampare moneta corrente ed ha un'influenza significativa sull'economia e sul governo nazionale. Ma che cosa succederebbe se un giorno non esistesse più?

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Foto credit: Bluestock

La Repubblica di Panama ha saputo gestire bene le sue risorse senza una Banca Centrale per oltre un secolo, ed infatti, se confronti il tasso di inflazione di Panama con quello degli Stati Uniti, noti una sostanziale differenza.

La gestione del denaro nella Repubblica di Panama non dipende da investitori privati, ma è guidata dal mercato. Il denaro è strettamente connesso alla produzione di beni e servizi reali e tangibili.

Lo stesso non può dirsi per l'economia statunitense, che è soggetta ai capricci ed agli interessi privati del cartello delle banche che controlla la Federal Reserve. Abbiamo già parlato di questo cartello, e dell'impatto che ha su ogni singolo contribuente Americano. Oggi vi parlerò di quelle che possono essere delle alternative a questa condizione, come ad esempio un'economia senza una Banca Centrale.

Sbarazzarsi della Federal Reserve e di un sistema basato sulla Banca Centrale è possibile. David Saied in questo articolo ci spiega come funziona il sistema della Repubblica di Panama.

 



In questo mondo moderno, figlio del sistema monetario nato dopo la conferenza di Bretton Woods e di un'inflazione guidata dalle banche, molti di coloro che nutrono simpatia per le argomentazioni contro le banche centrali credono che l'eliminazione di questo sistema sia un sogno irrealizzabile.

Ma un sistema di politica monetaria scelto dal mercato e in assenza di una banca centrale è possibile: La Repubblica di Panama ne è un chiaro esempio.

PanamaBalboa.jpg

L'assenza di una banca centrale a Panama ha creato un'offerta di moneta completamente guidata dal mercato. Il mercato panamense ha anche scelto il dollaro USA come la sua vera moneta corrente. Il paese deve comprare o ottenere dollari producendo od esportando beni e servizi reali; non può creare moneta dal nulla. In questa maniera, almeno, il sistema è molto simile al vecchio gold standard. Il tasso di inflazione annuo degli ultimi vent'anni si è attestato mediamente all'1% e vi sono stati perfino anni di deflazione come il 1986, il 1989, ed il 2003.

Il tasso di inflazione panamense si attesta solitamente fra uno e tre punti meno rispetto a quello americano; ciò è causato soprattutto dall'influenza che la Federal Reserve ha sui prezzi mondiali.

Questo sistema guidato dal mercato ha creato un ambiente macroeconomico estremamente stabile. Panama è l'unico paese nell'America Latina che non ha avuto nessun tracollo finanziario o crisi monetaria dalla sua indipendenza.
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Come per molte altre nazioni del continente americano, il sistema valutario panamense del diciannovesimo secolo si basava sull'argento e sull'oro, con una grande varietà di monete d'argento e valute basate sull'oro in circolazione. Il Pesos d'Argento era la valuta scelta; anche il dollaro statunitense era comunque in circolazione, a causa della ferrovia istmica -- la prima ferrovia a collegare l'Atlantico al Pacifico -- costruita da una compagnia statunitense nel 1855.

Panama divenne indipendente dalla Spagna nel 1826, ma fu annessa alla Colombia; comunque, essendo uno stato piccolo, non fu subito in grado di rendersi indipendente dalla Colombia, come avevano fatto il Venezuela e l'Equador. Nel 1886 il governo colombiano introdusse svariati decreti forzando l'adozione della loro banconota. L'economia aperta di Panama, basata sul commercio e sui trasporti, non poteva certamente trarre alcun beneficio da questo ed in un editoriale datato 1886, preso dal principale quotidiano dello stato, potevamo leggere:

''non vi è nazione al mondo, certamente nessuna nella quale le conseguenze derivanti dall'introduzione di una valuta non convertibile sarebbero disastrose come a Panama. Tutto ciò che noi consumiamo deriva dalle importazioni. Non produciamo nessun bene e possiamo solo scambiare denaro contro prodotti.''

Nel 1903, il paese diventò indipendente, grazie soprattutto al supporto degli Stati Uniti, per gli interessi attorno alla costruzione del Canale di Panama. I cittadini di questo nuovo paese, diffidando dell'esperimento del 1886 del decreto di introduzione forzata della banconota Colombiana, decisero di includere l'articolo 114 nella costituzione del 1904, che recitava testualmente:

''Non vi sarà nessuna moneta ufficiale nella Repubblica. Così, ogni individuo avrà la possibilità di rifiutare qualsiasi banconota che egli ritenga priva di valore.''

Con questo articolo, ogni valuta in circolazione sarebbe stata guidata dal mercato ed avrebbe potuto essere sempre utilizzata. Nel 1904 il Governo di Panama firmò un accordo monetario per permettere al dollaro statunitense di divenire la moneta ufficiale. Sulle prime i panamensi erano restii ad adottare il greenback ( nome gergale del dollaro derivante dal colore verde del retro ); lo vedevano con diffidenza e preferivano continuare ad utilizzare il peso d'argento. La legge di Gresham, comunque, mandò le monete d'argento fuori circolazione.[1]

Nel 1971 il governo approvò una legge bancaria che permetteva un sistema molto liberale ed aperto, senza alcun ente governativo per il controllo bancario, e confermò come nessuna tassa potesse essere imposta sugli interessi o le transazioni che avvenivano nel sistema finanziario. Il numero di banche schizzò dalle 23 del 1970 alle 125 nel 1983, la maggior parte delle quali operanti a livello internazionale. La legge bancaria promosse la concessione di prestiti internazionali, e data la territorialità su cui era basato il sistema di tassazione panamense, i profitti derivanti dai prestiti e dalle transazioni offshore non erano soggetti a tassazione.

Ciò, unito alle presenza di numerose banche straniere, permise una perfetta integrazione del sistema a livello internazionale. Diversamente dagli altri paesi dell'America Latina, Panama non ha nessun controllo sulla mobilità dei capitali. Di conseguenza, quando il capitale internazionale sommerge il sistema, le banche prestano il capitale in eccesso offshore, evitando gli inconvenienti comuni quali squilibri e periodi di alta inflazione che debbono sopportare altri paesi in momenti di enorme afflusso di capitali.

La politica fiscale può fare poco o nulla dato che il tesoro non può monetizzare il suo debito. Inoltre, la politica fiscale non influenza l'offerta di moneta; se il governo provasse ad espandere l'offerta di moneta durante un periodo di contrazione, indebitandosi nel mercato internazionale ed immettendo queste risorse nel sistema, le banche compenserebbero subito e farebbero defluire offshore l'eccesso di moneta.
Le banche non possono pertanto coordinare l'inflazione a causa dell'ampia competizione e del fatto che (diversamente anche dal sistema bancario USA precedente alla creazione della Federal Reserve) non emettono le banconote. Il panico e le corse bancarie generali tanto comuni nel sistema bancario statunitense durante il diciannovesimo secolo non sono mai avvenute a Panama, ed i fallimenti bancari non hanno innescato nessun "effetto domino". Molte banche in difficoltà sono state acquistate -- prima che il default avesse luogo -- da banche più grandi, attratte dai profitti derivanti dall'ottenimento di asset sottocosto.

Non vi è nessuna assicurazione sui depositi e nessun lender of last resort, sicchè le banche debbono agire in maniera responsabile. Ogni prestito non restituito verrebbe pagato dagli stockholders; nessuno aiuterebbe queste banche se avessero seri problemi.
Dopo molti anni di accumulazione e cattivi investimenti durante i boom, le banche inizierebbero la necessaria liquidazione dei cattivi crediti. Dal momento che non c'è nessuna banca centrale che può entrare e fornire credito ad un prezzo più basso, la recessione avrebbe inizio senza che la politica fiscale possa avere strumenti per farvi fronte. Le banche creerebbero così la necessaria contrazione obbedendo alle forze del mercato. La recessione di Panama crea solitamente deflazione, la quale rasserena i consumatori ed inoltre facilita il processo di recupero riducendo i costi del business.

Soltanto il fatto che la legge non permette la flessibilità in diminuzione degli stipendi rende le recessioni più lunghe di quanto sarebbero altrimenti.

Le deflazioni hanno luogo senza le terribili conseguenze che gli economisti keynesiani predicono; e il paese, ora sotto un governo democratico, sta sperimentando il quarto anno di crescita economica con un tasso superiore al 7%.

Perciò, i politici che hanno detto che l'abolizione della banca centrale è inattuabile devono solo guardare alla crescita economica dell'ambiente macroeconomico di Panama, che è stato profittevole per oltre cento anni. Nei fatti, tutto questo, non solo è possibile, ma anche benefico.



Note

[1] Carlos E. Ramirez, Monetary History of Panama, p. 5.



L'autore

David Saied è a capo del National Public Policy per il Governo di Panama e dirige inoltre il National Competitiveness Program.

Mandagli una mail.

Commenti al suo post originale.





L'articolo originale è stato scritto da David Saied per Mises.org e pubblicato per la prima volta con il titolo: "Panama Has No Central Bank". La versione italiana è stata tradotta da Alessandro Banchelli - per un feedback editoriale scrivi a Robin.Good[at]masternewmedia.org.

 
 
 
 
 
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