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25 dicembre 2006

Web 2.0: La Cultura Read-Write Contro La Cultura Read-Only - Lawrence Lessig Video

La cultura del Read/Write web basata sui remix ed i Mash Up sta ridisegnando la rete come noi la conosciamo.

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Photo credit: Jonan Basterra

Questa cultura tuttavia continua ad essere minacciata da chi vorrebbe mantenere un certo controllo economico sulla creatività e mentre sono in molti a sostenere queste nuove correnti democratiche e collaborative, la vecchia industria dell'intrattenimento continua a rafforzare sempre di più la sua presa sulla proprietà intellettuale attraverso leggi restrittive sul copyright.

Lawrence Lessig non ha bisogno di presentazioni - è un grande sostenitore della cultura del Read/Write e padre delle licenze Creative Commons - e con le sue idee ha spesso messo in evidenza la banalità delle leggi odierne sulla proprietà intellettuale offrendo una potente alternativa alle restrizioni sul copyright.

In questa selezione dei video più interessantii del lavoro di Lessig, ho scelto una manciata di estratti tratti dalla recente conferenza Wikimania e da una precedente discussione sull'argomento tratto dal suo ottimo libro Free Culture.

I temi di cui parleremo - la cultura restrittiva del web Read Only, la divulgazione top-down delle informazioni a consumatori passivi, dovrebbero essere studiati da ogni bambino in ogni scuola del pianeta. Quello che sta succedendo è un agguerrito controllo sulla proprietà intellettuale che tende a creare una società di consumatori passivi.

Tuttavia il Web 2.0 sta accelerando la nostra capacità di ristabilire una cultura creativa, intensa, collaborativa e centrata sulle persone.

Lawrence Lessig è uno dei più importanti attivisti del Web che combatte solo grazie agli strumenti utilizzati dalle persone di tutti i giorni, dai publishers indipendenti agli artisti, dai musicisti ai film-makers, e rivendica quella cultura che alcune grandi aziende desiderano mantenere controllata e vigilata.

In questa rassegna di video, ho selezionato le discussioni più importanti che hanno come argomento "come servirsi della nostra cultura per prosperare".

Per decollare veramente, le correnti del cambiamento dovranno saper combattere la cultura del copyright del ventesimo secolo e quella aziendale dei Digital Rights Management che ne è derivata. Continua a leggere e scopri di che si tratta.

 

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Photo credit: Juan Felipe Rubio

La creatività e l'innovazione si basano sempre sul passato

Nel primo video, tratto dalla presentazione di Lessig di Free Culture nel 2004, Lessig si concentra sui principi di base che fondano il suo lavoro. In ogni cultura, in ogni momento, c'è sempre uno scontro una nuova cultura che desidera emergere e quella che vuole cercare di preservare lo status-quo.

Questa tensione, tuttavia, è aumentata recentemente con una crescita incontrollata delle leggi sulla proprietà intellettuale, che hanno consegnato diritti potenti nelle mani dei content publishers. Tutto ciò a spese di una cultura autentica e collaborativa. Criminalizzando, ad esempio, il campionamento di musica destinata a nuovi remix creativi, le case discografiche frenano la capacità dei musicisti di fare ciò che hanno voluto sempre fare - attingere e trasformare musica già creata.

  1. "Creatività e innovazione si costruiscono sul passato

  2. Il passato prova sempre a controllare la creatività che si basa su di esso

  3. Le società libere preparano il futuro limitando il passato

  4. La nostra è sempre meno una società libera"


Legislazione, Tecnologia e Copyright

Internet ha reso disponibile pubblicamente una quantità impensabile di informazioni.. E' pazzesco quindi, che il modello di proprietà intellettuale applicato all'era della scarsità, dell'originale, della 'versione limitata' - debba essere applicato anche ad un mezzo di comunicazione basato sul copiare le informazioni da un posto ad un altro.

Questa è, tuttavia, la situazione che stiamo affrontando. Se tutto è una copia e se le leggi vigenti oggi in materia di copyright operano nel mercato delle copie autorizzate, si chiede Lessig, questo, non ci lascia nella pericolosa situazione di avere l'intera cultura regolata dall'alto?

Lawrence Lessig: legislazione e tecnologia insieme danno vita a situazioni per cui non è prevista nessuna regolamentazione. Cosa significa che la legge regolamenta le copie? Prima di Internet, inteso come la realtà dove è possibile qualsiasi utilizzo di contenuti, come venivano trattate le creazioni dalla legge? Per la maggior parte non era prevista nessuna regolamentazione. Le attuali leggi invece ostacolano la lettura, la diffusione, la vendita di informazioni.

Oggi, una parte ristretta di contenuti è regolata dalla legge sul copyright - ad esempio i libri pubblicati.

Inoltre, all'interno di questa parte soggetta a copyright ci sono le situazioni d'utilizzo "corrette" che hanno preceduto Internet. Per tutto ciò che invece dovrebbe essere diversamente regolato la legge consente il libero utilizzo senza il permesso di nessuno. Ad esempio, una citazione.

Il mondo è stato così diviso in tre parti, non due: usi non regolamentati, usi "corretti" e regolamentati e poi copyright.

Su Internet tutto è una copia di qualcos'altro. Ciò significa che il concetto di uso regolamentato è destinato a sparire.

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Photo credit: Tomy Pelluz

La cultura del Read/Write: Sousa aveva ragione

Cento anni fa si era diffusa la seria preoccupazione che la nuova tecnologia di registrazione della voce potesse sottrarre le persone comuni del loro patrimonio culturale, quello della partecipazione diretta alla conversazione e della vita musicale della propria comunità e questo non solo a causa della tecnologia della registrazione, ma del suo rapporto con la legge; quella relazione che oggi ci obbliga, una volta acquistata una musica su iTunes, ad ascoltarla solo di un iPod.

Ma il web emergente promette di sconvolgere l'ordine attuale e di mettere al centro della cultura della rete la condivisione e lo scambio libero di informazioni.

Lawrence Lessig: vorrei soffermarmi sulla differenza tra quella che chiamo cultura del Read Only e quella del Read/Write. Sono stato ispirato ad occuparmi di culture come queste da una lettura di Tim Wu riguardante una storia realmente accaduta un centinaio di anni fa.

Nel 1906 un uomo, un pessimo compositore di musica, John Philip Sousa, si recò al congresso degli Stati Uniti per parlare di una tecnologia - da lui chiamata tecnologia della 'macchina parlante'.

Sousa non amava le macchine parlanti. Questo è quello che diceva a proposito:

"Le macchine parlanti distruggeranno lo sviluppo artistico della musica in questo paese.

Quand'ero ragazzo... davanti ad ogni casa nelle sere d'estate c'erano ragazzi riuniti a cantare la canzone del giorno o altre vecchie canzoni. Oggi si sentono queste macchine infernali andare notte e giorno. Presto non avremo più corde vocali, saranno eliminate da un processo evolutivo, come la scomparsa della coda dalla scimmia diventata uomo."

L'immagine dei ragazzi che cantano tutti insieme la canzone del giorno ed altri vecchi brani è un'immagine di cultura, che noi possiamo chiamare, usando la moderna tecnologia informatica, cultura del Read/Write. E' una visione in cui le persone partecipano alla creazione e alle ri-creazione della propria cultura: in questo senso è Read/Write.

La paura di Sousa era quella di perdere la cultura del Read/Write a causa di queste 'macchine infernali'. La macchina vorrebbe eliminare questa cultura, distruggere l'esperienza e sostituirla con l'immagine di cultura Read Only. Una cultura top-down, dove la creatività si consuma e dove il consumatore non può creare.

Se dai un'occhiata a tutto il ventesimo secolo non ti sarà difficile capire quanto Sousa avesse ragione.

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Photo credit: Jonan Basterra

La cultura del Read/Write contro quella del Read-Only

Stiamo assistendo all'emergere di due culture, di due modelli di Internet, due possibili percorsi. Da un lato c'è la cultura del Read/Write.

E' la cultura dei blogs, dei mash up, dei portali di video sharing e dei social network. E' la cultura che ha trasformato Internet da una serie di pagine statiche a pagine dinamiche, viventi, che permettono nuovi livelli di collaborazione e di creatività.

Dall'altro lato, c'è la cultura del Read-Only, la cultura dei DRM, del Trusted Computing e della IPTV proprietaria.

E' la cultura dei consumatori passivi, che vorrebbe rendere Internet una televisione avanzata, portando i media nelle case dei consumatori.

In quale cultura ti riconosci di più?

Lawrence Lessig: il problema da mettere a fuoco è che non sta emergendo una sola cultura, bensì due. Due culture importanti, molto differenti tra loro e nate da Internet.

La prima è il nuovo tipo di cultura Read Only, fondata su tecnologie efficienti che facilitano l'acquisto e il consumo di contenuti, rendendolo possibile ovunque.

Un esempio è la Apple corporation. Su iTunes, per novantanove centesimi, si può acquistare qualsiasi canzone, da riprodurre solo su iPod. Facendo questo - almeno in America - sei sicuro di essere 'cool'.

Questo scenario attuale non riguarda solo la musica ed Apple; possono essere scaricati anche dei video. Amazon sta sperimentando il modello pay-per-page per vendere libri, mentre eBooks quello del pay-per-read. Il punto è che tutti questi contesti sono tentativi per aumentare il potere del copyright e il controllo sulla cultura del consumo. Questo è l'Internet Read Only.

Parallelamente, c'è un altro Internet basato sulla creazione e lo scambio della creatività. Tu appartieni a questo Internet.




Il copyright e le due culture

Il copyright come lo conosciamo oggi è decisamente indirizzato alla cultura Read-Only, anche se molte delle leggi in materia risalgono a quando c'era solo questo tipo di cultura.

I tempi sono cambiati. Il copyright, inteso come possibilità per la cultura di prosperare e non di preservare gli interessi del monopolio mediatico, sta per adattarsi a questo scenario di cambiamento. Questo non significa eliminare i diritti degli artisti. Esperimenti come le license Creative Commons esistono per offrire una potente alternativa alle restrizioni del copyright, cosìcchè il lavoro possa essere condiviso o distribuito, tutelando l'autore.

Lawrence Lessig: abbiamo così due culture radicalmente differenti, derivate da Internet. Sicuramente non sei a conoscenza che anche la legge le tratta in modo radicalmente differente. La legge sul copyright non è adatta alla cultura Read/Write, si addice di più a quella Read Only.

La cultura Read Only indebolisce quella Read/Write per com'è regolamentata. Le disposizioni previste per legge ostacolano la diffusione della cultura in un contesto digitale: ogni singolo uso produce una copia, e di conseguenza necessita di un permesso.

Una società libera si differenzia da una regolamentata grazie alla piattaforma attraverso cui ci da accesso alla cultura. Il conflitto, in questo caso, si è accentuato per proteggere il modello di business che sta dietro alla cultura Read Only. Questa guerra avrà degli effetti, poichè incentrata sulla distruzione del potenziale della cultura Read/Write.

Per ostacolare la cultura Read/Write, molti combattono per ottenere un bilanciamento differente in materia di legge. Gli strumenti, o - per parlare con parole del nostro tempo - le armi distribuite per combattere la "pirateria" su Internet - legislative e tecnologiche - e i Digital Rights Management proteggono la cultura Read Only attaccando il potenziale del Read/Write.




Esprimersi grazie alla cultura dei video

Applicare la legge del copyright sulla maggior parte dei testi, in un'era dominata dai media audio-visivi è un chiaro passo verso la direzione sbagliata. Il web si serve di suoni e immagini (animate) accessibili a molte persone e l'alfabetizzazione di questo periodo, quindi, non dovrebbe essere misurata in termini di parole scritte, bensì nel linguaggio che caratterizza l'era: il video.

I video consentono sia di esprimersi in un modo nuovo che di diffondere messaggi di persone comuni. Uno dei problemi riguardanti la diffusione di una cultura video creativa riguarda la legislazione sul copyright che è obsoleta ed allontana le persone dalla condivisione legale, dal mix di materiale online. Tuttavia, esistono aziende attratte dal ricco potenziale dell'elaborazione video. Esempi sono i video promozionali di JumpCut e EyeSpot.

La prossima corrente artistica di video necessita per crescere di legalizzare il proprio lavoro. Questo potrebbe essere ottenuto facilmente grazie a una delle license Creative Commons. Intanto online, si sono diffuse azioni legali da centinaia di migliaia di dollari, che hanno rovinato la vita a qualcuno.

Lawrence Lessig: questa è la cultura Read/Write che Internet ha prodotto. E' creatività digitale, e di sicuro quello che vedi quì non è niente di nuovo per il mondo dei film-makers o degli studi televisivi. La novità riguarda l'uso degli strumenti.

Chi ha passato la vita ha scrivere testi accademici, pensa che le persone comprendano il mondo attraverso le parole che loro scrivono. Le persone però parlano e comprendono il mondo in un modo completamente diverso, attraverso i video ed i suoni. Con il Read/Write sono sempre di più gli strumenti e le risorse new media in grado di farli parlare e comunicare in maniera diversa, creativa e condivisibile.




L'alternativa Creative Commons

Un'alternativa interessante in materia di copyright è l'utilizzo delle licenze Creative Commons. Quando crei un lavoro - che sia un pezzo musicale, testuale, video, o altro - la legge tutela automaticamente tutti i tuoi diritti sul copyright. Puoi comprendere facilmente come tutto ciò renda il tuo lavoro difficilmente osservabile.

Le Creative Commons sono state progettate per offrire una serie di licenze, alternative ai diritti di copyright, per farti scegliere cosa gli altri possono e non possono fare con il tuo lavoro.

Nel video seguente, creato per il post di Robin Good sulle Creative Commons, il team di Robin Good ha miscelato alcune tracce audio al video originale coperto da licenza Creative Commons, offrendo un'interpretazione personale su come le Creative Commons hanno creato i presupposti per una nuova corrente creativa nell'era delle leggi sul copyright.

Il tuo lavoro non riuscirà mai ad emergere nel mondo dei nuovi media con un copyright restrittivo. Scegliere un tipo di licenza diversa significa servirsi dei vantaggi della comunicazione virale. In questo modo, il tuo messaggio potrà colpire molte più persone

La cultura Read/Write sta trasformando i mezzi di comunicazione, e ciò che significano per noi. Per prosperare in questo universo di contenuti dinamici è opportuno appoggiarsi a nuovi modelli di business, e trovare alternative nuove e creative.

Crea, condividi, mixa.




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